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Sfruttare l'aria fredda dell'inverno per raffreddare il frigorifero.
Questo era il principio base della tesi di laurea di Ursula Tischner, che nel 1994 si laureava in disegno industriale.
L'allora studentessa, oggi dirigente della società di consulenze ecologiche Econcept con sede a Colonia, ebbe l'opportunità di elaborare il suo progetto, chiamato Fria, presso il Wuppertal Institute, istituto noto per il forte interesse al tema della sostenibilità.
Il progetto di frigorifero ecologico Fria prevedeva di addossare e incorporare l'elettrodomestico ad una parete della casa rivolta a nord e munirlo di una presa d'aria esterna in modo da sfruttare le basse temperature invernali per conservare gli alimenti.
D'estate o durante le ore in cui la temperatura esterna superava quella necessaria al frigorifero, la presa d'aria veniva serrata e la temperatura desiderata veniva mantenuta attraverso un notevole isolamento dell'involucro e l'intervento di pannelli fotovoltaici che generavano corrente elettrica.
L'idea era sicuramente all'avanguardia. Infatti tenere un frigorifero a temperatura controllata in un ambiente riscaldato quando fuori fa freddo non ha molto senso e comporta inutili sprechi di energia. Allo stesso modo, collocarlo fuori (ad esempio sul balcone) durante l'inverno sarebbe estremamente scomodo per l'utente.
Quindi l'idea di mantenere il frigorifero all'interno di casa ma con un collegamento esterno è sicuramente la scelta più valida, sempre che l'elettrodomestico sia dotato di buon isolamento.
Il progetto di Ursula Tischner aveva però dei limiti che ne hanno ostacolato la diffusione commerciale. Innanzitutto la casa doveva essere predisposta per questo modello di frigorifero, poiché il suo involucro si andava a fondere con quello edilizio.
Pertanto il modello si poteva adattare solo a case di nuova costruzione, in ristrutturazione o di proprietà di persone disposte ad effettuare interventi edilizi in occasione della sostituzione del frigorifero, sempre che le caratteristiche della casa lo permettessero.
In secondo luogo il progetto era costoso. Un po' per l'involucro e un po' per i pannelli fotovoltaici, il tempo medio di ritorno del costo di installazione doveva essere confrontato con la durata media del frigorifero e con l'idea di spesa che un ipotetico consumatore era disposto ad affrontare per quell'elettrodomestico.
Da ultimo, il progetto aveva senso solamente per le zone con inverni freddi. Per tali motivi il frigorifero di Ursula non ha mai avuto mercato.
Nonostante il progetto che abbiamo visto non abbia avuto seguito, è importante sottolinearne l'idea di base.
Il frigorifero è infatti uno degli elettrodomestici più costosi riguardo ai consumi energetici di casa tanto da coprire circa il 18-20% della bolletta dell'energia elettrica di una famiglia.
Pertanto ritengo utile segnalare un sistema che ha preso spunto dal frigorifero di Ursula Tischner e che ha cercato di aggirarne i limiti.
Si chiama Freeaire ed è un metodo di refrigerazione che sfrutta il freddo esterno basandosi sul principio prima descritto.
Al momento sembra essere applicato solo ad impianti commerciali e industriali o a frigoriferi di negozi di alimentari e catene di ristoranti, ma è probabile che in futuro l'idea venga utilizzata anche per i normali frigoriferi da cucina.
Il sistema è composto da un tubo comunicante con l'esterno e munito di ventola per immettere aria fresca. La ventola consuma meno energia rispetto a quella necessaria normalmente per refrigerare ed inoltre è meno rumorosa del compressore presente nei classici frigoriferi.
Riguardo all'aria immessa, è da evidenziare che il sistema è provvisto di filtro e per i frigoriferi installati in zone particolarmente inquinate è prevista l'aggiunta di un ulteriore filtro a carboni attivi per eliminare anche i cattivi odori in ingresso.
Quando la temperatura dell'aria esterna aumenta, una centralina provvede a bloccare il sistema e a farlo funzionare in modo tradizionale, fino a quando la temperatura si abbassa nuovamente.
Freeaire è sicuramente interessante per le sue future applicazioni ed è meno articolato del frigorifero di Ursula Tischner. A differenza di quest'ultimo, il cui involucro era integrato a quello della casa, questo dispositivo richiederà solamente di praticare un foro a parete per collegare la presa d'aria con l'esterno.
Al momento non ho trovato frigoriferi commercializzati in Italia e dotati di simili sistemi.
Ci sono però alcune persone che si sono adoperate col fai da te e hanno trasformato il loro frigorifero tradizionale in un frigorifero ecologico.
Qualcuno lo ha fatto applicando un dispositivo che funziona in modo simile a quello appena descritto. Altri, invece, modificando la serpentina e facendola raffreddare con l'aria esterna.
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