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Installare un impianto fotovoltaico è sicuramente una scelta vantaggiosa in termini di risparmio sulle bollette di energia elettrica e in termini di energia pulita perché si riducono le emissioni inquinanti.
L'energia del sole, infatti, oltre a produrre energia pulita che non inquina, grazie a un semplice processo di conversione, permette di autoprodurre energia che va a ridurre il prelievo dalla rete e con questo i costi in bolletta.
Con un impianto fotovoltaico si può alimentare tutta la casa.
Qualora l'energia prodotta sia insufficiente, l'impianto preleva energia dalla rete, come succede normalmente di notte, quando l'impianto fotovoltaico non eroga energia.
Installare un impianto fotovoltaico è un investimento che comporta un iniziale esborso economico, che rientrerà non prima di 6-12 anni, a seconda dei costi sostenuti e dell'energia elettrica generata.
A fronte quindi di investimento iniziale c'è però la certezza di ottenere un risparmio sul lungo periodo, in relazione all'energia auto-prodotta.
L'Italia è vicina alla grid parity, cioè a quella situazione di mercato in cui l'energia elettrica prodotta a partire da fonti di energia alternative ha lo stesso prezzo dell'energia tradizionale prodotta tramite fonti di energia tradizionale. Quindi, oggi il fotovoltaico è spontaneamente competitivo e vantaggioso, rispetto alle fonti convenzionali.
Nel nostro paese, ricco di borghi antichi e centri storici, la diffusione degli impianti a energia solare è spesso ostacolata dal problema estetico.
Indipendentemente dalla città in cui si vive, infatti, ci sono alcune zone dove sussistono dei particolari vincoli da un punto di vista paesaggistico, ambientale o storico artistico, in merito ai quali la Sovrintendenza o il governo locale impone particolari limiti all'installazione di pannelli fotovoltaici.
In ogni Regione e per ogni Comune, le procedure possono essere differenti, ma la regola condivisa da tutti è che l'installazione di sistemi solari da fonti rinnovabili è possibile se è garantito un impatto visivo nullo e la perfetta integrazione architettonica.
In pratica, la legge permette di installare anche nei centri storici tali impianti, a patto che questi si vedano il meno possibile.
Chi vive in una zona storica e vuole installare pannelli solari sul tetto dovrà ottenere il nulla osta paesaggistico preventivo dalla rispettiva Soprintendenza.
In passato questo aspetto normativo ha creato spesso diverse difficoltà attuative, tanto da rendere in alcuni contesti inconciliabile la volontà di ricorrere all'energia pulita con quella di preservare i bene paesistici .
Installare un impianto fotovoltaico oggi è molto più semplice rispetto al passato.
Dal 2013, infatti, grazie a una sentenza del Tar Veneto, il diritto dei cittadini a ricorrere all'utilizzo delle energie rinnovabili anche nelle cosiddette zone vincolate, si è notevolmente rafforzato.
La Soprintendenza, infatti, non potrà negare l'installazione di un impianto fotovoltaico, a meno che non ne motivi l'incompatibilità dello stesso con il paesaggio.
Inoltre, il tribunale ha sottolineato che il ricorso alle energie pulite, essendo segno di evoluzione tecnologica e contemporaneità finalizzata all'efficienza energetica e al rispetto dell'ambiente, non può essere considerata un elemento di disturbo visivo, né può quindi essere negata.
Per rispondere a quanto prescritto dalle norme locali in materia di impatto visivo minimo, integrazione e salvaguardia dell'identità del contesto è dunque necessario scegliere i cosiddetti impianti fotovoltaici integrati nell'edificio.
L'integrazione è ormai la nuova frontiera dell'energia pulita.
La realizzazione di impianti con questo tipo di elementi, ideale per i tetti già esistenti, permette di sostituire la copertura senza l'obbligo di inserire strutture aggiuntive e offre la possibilità di coprire la sola porzione di tetto necessaria per raggiungere la potenza richiesta.
Per chi vuole quindi installare un impianto fotovoltaico in zone coperte da vincolo paesaggistico, esistono soluzioni innovative, come i moduli fotovoltaici perfettamente integrati negli elementi architettonici che non vanno a deturpare il paesaggio, quali ad esempio:
• tegole e coppi fotovoltaici;
• coperture fotovoltaiche;
• fotovoltaico trasparente;
• fotovoltaico rosso.
Le tegole sono dei veri e propri piccoli pannelli solari da applicare sulla parte piatta di ogni tegola o tra una tegola l'altra. La differenza rispetto a un tetto tradizionale è percepibile ma di gran lunga accettabile rispetto alle solite coperture costituite interamente da pannelli fotovoltaici.
I coppi solari rappresentano invece la vera novità, perché hanno le stesse dimensioni dei coppi tradizionali, ma sulla loro superficie hanno l'alloggiamento per un pannellino fotovoltaico.
Rispetto alla tegole, però, i coppi hanno un prezzo più elevato e ombreggiano parzialmente il pannello.
In commercio sono disponibili diverse soluzioni in varie forme e materiali:
• Le marsigliesi – dalla classica forma delle tegole marsigliesi e realizzate sia in plastica che in laterizio;
• Coppi fotovoltaici – in cotto ed adatti ad edifici storici, perché possono essere antichizzati;
• Le solari portoghesi – realizzate sia in materiale plastico che in cotto e dalla forma uguale alle classiche tegole portoghesi;
• Trasparenti – composte da sali organici che emettono una luce simile all'infrarosso.
Sempre nell'ottica della massima integrazione in commercio è disponibile anche una vasta gamma di colorazioni di pannelli che permettono di generare giochi e effetti cromatici su tetti e coperture perfettamente in linea con il contesto storico.
I parametri da considerare per fare una buona scelta sono:
- verificare che siano fatte in argille naturali;
- senza aggiunta di fanghi o additivi industriali;
- che siano provviste di pannellini solari sostituibili qualora nel futuro ci sia l'esigenza di sostituirli con tecnologie sensibilmente più efficienti.
Può accadere che per inclinazione, orientamento e ombreggiamento il rendimento termico dell'impianto risulti limitato. Per ovviare a questo problema esistono alcune tegole che dispongono dell'installazione di un diodo di by-pass che rende il sistema solare esente da problematiche di ombreggiamento e meno soggetto alle alte temperature, grazie al canale di ventilazione.
Con il D.P.R. 13 febbraio 2017 sono state introdotte disposizioni modificative e integrative all'attuale regolamento.
Sono state individuate le tipologie di interventi per i quali non è necessaria l'autorizzazione paesaggistica e quelle che possono essere esonerate o regolate attraverso accordi di collaborazione tra il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, le Regioni e gli enti locali.
Il nuovo decreto stabilisce, poi, una serie di interventi di lieve entità riportati nell'allegato B per i quali è prevista una procedura di autorizzazione paesaggistica semplificata, tra cui ritroviamo appunto quello relativo ai centri storici:
adeguamento alla normativa antisismica o di contenimento energetico comportante innovazioni nelle caratteristiche morfo-tipologiche ovvero nei materiali di finitura o di rivestimenti preesistenti
Rispetto al passato tutti i documenti dovranno essere inviati telematicamente: l'amministrazione, infatti, trasmetterà in questo modo i documenti alla Soprintendenza, anche fornendo, ove possibile, le credenziali per l'accesso telematico agli atti e ai documenti necessari ai fini dell'istruttoria.
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