In arrivo sul mercato i pannelli a concentrazione che permettono di ridurne le dimensioni, prodotti dalla Beghelli in base agli studi del Premio Nobel Alferov.
I detrattori dell'energia prodotta da fonti alternative usano come argomento di critica l'alto costo delle tecnologie che le utilizzano.
È indubbio che la produzione di energia, ad esempio, dal sole, abbia dei costi ancora molto alti rispetto a quella da fonti tradizionali.
Ma non bisogna dimenticare che tutte le nuove tecnologie hanno costi elevati, fino a quando la loro diffusione sul mercato e il progredire della ricerca nel settore non ne determinano un abbassamento.
Del resto, cd, telefoni cellulari o tv lcd non avevano costi proibitivi alla loro comparsa?
La ricerca scientifica, quindi, va avanti, per rendere le tecnologie applicate alle fonti rinnovabili sempre più efficienti e a basso costo.
In tal senso si muovono gli studi del professor Zhores Alferov, Premio Nobel per la fisica nel 2000, che ha grande fiducia negli sviluppi dell'energia solare, che considera l'energia di questo secolo.
Il prototipo studiato dallo scienziato russo è costituito da un modulo detto a concentrazione, costruito in base ad una tecnologia innovativa che permette di ridurne le dimensioni di tre volte, a parità di potenza, riducendone di conseguenza anche il costo.
Le celle a tripla giunzione a base di gallio, germanio e indio, occupano infatti lo spazio di un quadratino di 3 mm di lato, contro i 110 mm di una comune cella a silicio policristallino.
Ogni modulo fotovoltaico realizzato con esse, con un'ampiezza di un metro quadro e un peso inferiore ai 30 chili, potrà produrre una potenza di 150 watt.
L'idea nacque già negli anni Cinquanta, quando fu sperimentata con i satelliti russi Sputnik.
Con i progressi della microlettronica avutisi negli ultimi decenni la tecnologia è passata dall'applicazione nell'ambito dell'ingegneria aerospaziale, a quella delle celle solari per uso domestico.
Il sistema verrà messo a punto e prodotto da un'azienda italiana, il Gruppo Beghelli, leader nazionale nei sistemi elettronici di sicurezza e nell'illuminazione energetica, che si sta muovendo molto attivamente anche nel settore delle fonti rinnovabili e in particolare del fotovoltaico.
I moduli ad alta concentrazione rientrano nel Progetto Sole del Gruppo, che mira alla produzione di sistemi fotovoltaici da un solo progetto e da un solo produttore.
I moduli, come detto, non sono realizzati con il tradizionale silicio, ma con un mix di indio, germanio e gallio, che permette di aumentarne del 70% l'efficienza, riducendone i costi e le dimensioni.
La tecnologia presenta una concreta possibilità di applicazione per uso domestico, tanto che si prevede di commercializzarla entro fine anno.
In particolare il presidente Gianpietro Beghelli ha annunciato che il lancio ufficiale avverrà con la riconversione all'energia solare di un ospedale a Cuba e con una iniziativa umanitaria in Africa per donare energia ad una missione di salesiani.
I sistemi prodotti per uso domestico saranno dotati di una batteria in grado di accumulare l'energia non consumata durante il giorno, di prese intelligenti per il risparmio energetico e del sistema DomoPhone, che permetterà agli utenti di comandare a distanza l'impianto elettrico.
Gli impianti potranno avere una durata di almeno venti anni e la spesa per l'installazione di circa 10.000 euro potrà essere ammortizzata nell'arco di dieci anni grazie agli incentivi del Conto Energia.
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