Un metodo diagnostico utile per l'individuazione delle dispersioni termiche degli edifici esistenti, ma non solo.
Il primo passo per migliorare l'efficienza energetica delle nostre abitazioni è conoscere i punti deboli dei consumi e delle perdite.
Normalmente si tratta di un'operazione agevole, perché spesso abbiamo a disposizione tutte le informazioni per effettuare i calcoli necessari. Altre volte, invece, l'analisi può risultare molto complessa, rendendo opportuna una diagnosi più accurata. Questo avviene ad esempio per i fabbricati dei centri storici, dei quali può capitare di non conoscere l'esatta composizione delle strutture.
In casi di questo genere può essere d'aiuto la termografia. Si tratta di una tecnologia non recente, ma che negli ultimi tempi si sta diffondendo parecchio. È una modalità di acquisizione di immagini nel campo dell'infrarosso e si basa sul principio che ogni oggetto avente temperatura superiore allo zero assoluto emette energia termica.
Mediante l'utilizzo di una termocamera, è possibile rilevare la radiazione infrarossa emessa dal corpo in esame e, applicando una formula detta Legge di Stefan-Boltzmann, risalire alla temperatura dei corpi inquadrati.
Fotografando la parete esterna di una casa, la termocamera restituisce una mappa delle temperature rilevate. Laddove la temperatura di una zona appare maggiore, significa che da lì c'è una maggiore dispersione termica. Per quanto riguarda la valutazione dell'efficienza energetica di un edificio, la fotografia ad infrarossi è quindi utile per valutare la tenuta dell'involucro e degli infissi e, in particolare, capire dove avvengono le perdite maggiori, per poi intervenire con consapevolezza nel modo più appropriato.
Questa tecnica è utile anche per la verifica della corretta esecuzione di edifici nuovi. Se l'involucro è a tenuta, significa che tutte le operazioni sono state effettuate a regola d'arte.
Le applicazioni della termografia in edilizia sono svariate. Essa è in grado di rilevare la posizione delle tubazioni ed eventuali perdite di acqua calda o fredda.
Si è rivelata utile anche nel restauro durante la fase del rilievo fessurativo, in particolare per la sua attitudine al riconoscimento della posizione delle fessurazioni e di come si propagano all'interno delle murature.
La fotografia ad infrarossi è dunque interessante per effettuare diagnosi sugli edifici senza interrompere le normali attività, limitando al minimo i disagi per gli utenti. Inoltre, consente di ottenere informazioni senza saggi distruttivi, che in alcuni casi potrebbero compromettere ulteriormente strutture già dissestate.
È bene però specificare che questa tecnica è sensibile alle condizioni climatiche. Pertanto è preferibile operare in assenza di irraggiamento solare (aspettare dunque il tramonto), pioggia o vento, tutte condizioni che influenzano lo scambio termico tra pareti e ambiente circostante.
I costi sono ovviamente variabili in base al tipo di analisi richiesta. Per avere un'idea, si parte dai 500 euro per l'identificazione delle classiche perdite d'acqua nei bagni.