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Sarà colpa dei vari format televisivi che negli ultimi anni hanno letteralmente spopolato nei palinsesti, fatto sta che il cibo è ormai al centro dell'attenzione non soltanto di chi se ne occupa di professione. Il cibo è uscito dalla cucina per approdare sul grande schermo, negli studi di progettazione, nelle università e ovviamente sul web, dove è diventato uno dei soggetti più postati nei vari blog e social network.
La relazione vincente è quella che il cibo ha stretto con il design, elevandosi a un qualcosa molto simile a un'opera d'arte. Il termine che racchiude questa nuova corrente, ancora poco definita e in costante evoluzione, è food design.
Parlare di food design significa riferirsi a tante cose diverse, dall'estetica applicata alla preparazione e presentazione di un piatto allo sviluppo di utensili e accessori per la cucina dove la funzionalità lascia spazio alla creatività delle forme, dalla progettazione di elementi di arredo a forma di cibo, alla creazione di oggetti edibili, vera summa del design applicato all'alimentazione.
D'altra parte, il design è un terreno fertile, dove innovazione, tecnologia, studio dei materiali, estetica e anche marketing sono in grado di creare un interessante cortocircuito fra l'universo degli oggetti e quello della gastronomia.
L'esigenza di trovare alternative sostenibili e dal basso impatto ambientale agli oggetti di uso quotidiano, specie per quelli realizzati in plastica, un materiale altamente inquinante e difficilmente smaltibile, ha spinto la ricerca a fare passi da gigante.
Sul fronte del food design sono tanti i progetti di utensili non solo biodegradabili ma anche commestibili. Un vero connubio fra cibo e design!
Basta con i bicchieri in plastica! Dopo le diverse innovazioni nel campo del biodegradabile, la nuova frontiera dell'usa e getta risiede nell'utilizzo di materiali edibili, ovvero che possono essere mangiati.
Come i bicchieri Loliware, progettati da Leigh Ann Tucker e Chelsea Briganti, che sono composti da alghe ed edulcoranti organici e disponibili in diversi gusti e colori derivati da frutta e verdura.
Questi bicchieri possono essere utilizzati per servire qualsiasi tipo di bevanda a temperatura ambiente, refrigerata o addirittura ghiacciata. E se non si riesce a mangiarli tutti, nessun problema: si dissolvono da soli con il passare del tempo.
È altrettanto green l'innovazione della start up indiana Bakeys che ha ideato delle posate biodegradabili ed edibili, con l'obiettivo di contribuire alla riduzione dei rifiuti provenienti dalla plastica.
Le posate sono realizzate con una bioplastica innovativa a base di mais unita a delle farine di sorgo, grano e riso. Per renderle più appetitose e adattabili a qualsiasi tipo di pietanza, sono state prodotte delle versioni dolci, grazie all'aggiunta di zucchero, salate e speziate.
Le posate commestibili sono vegan free ed esiste anche una variante senza glutine per i celiachi. Anche in questo caso non si è obbligati a mangiarle, perché possono essere tranquillamente gettate nell'umido.
Una conferma del fatto che il food design sia diventato a tutti gli effetti un'espressione artistica conclamata è arrivata dal MOMA (Museum of Modern Art) di New York, che qualche tempo fa ha ospitato una collezione di utensili da cucina firmati da designer internazionali.
Fra i vari oggetti esposti, e che si possono acquistare sia nello store del MOMA sia presso qualsiasi rivenditore online, c'è The Obsessive Chef, il tagliere per chef ossessivi.
Disegnato da Paul Williamson per Fred, il tagliere in legno di faggio è dedicato a tutti coloro che amano l'estrema precisione in cucina.
Una griglia, intelligentemente calcolata, funge da guida per affettare e sminuzzare i vari ingredienti nella misura desiderata.
Ironica è anche la Carat Cup, prodotta sempre da Fred e progettata dal designer giapponese Yusuke Fujinuma. La chiccosissima tazza da colazione è realizzata in porcellana e ha un manico a forma di anello di diamanti con tanto di cristallo Swarovski che simula il classico brillocco da fidanzamento.
La tazza è perfetta per un regalo spiritoso da fare al proprio partner (a patto che abbia il vostro stesso sense of humor), perché la confezione è simile a quella delle gioiellerie: una preziosa scatola rigida che lascia intravedere solo l'anello.
La Carat Cup è disponibile in diversi colori (rosa, ametista, blu, bianco, nero) con finto anello in oro giallo o bianco.
Molto divertente e decisamente rispondente al concetto di food design è Toast it Coaster, una confezione di sottobicchieri di sughero a forma di pane in cassetta. Da lontano li si può facilmente scambiare per dei toast, anche perché il packaging (un rivestimento di plastica) è davvero fuorviante!
Ideati dalla designer brasiliana Patricia Naves, i sottobicchieri (utilizzabili anche come sottopentola) sono realizzati in sughero 100% naturale e sono disponibili in un set da 8 pezzi.
Come abbiamo già detto, parlare di food design significa anche riferirsi ad oggetti, perlopiù mobili, accessori e complementi di arredo per la casa, a forma di cibo.
Si tratta di pezzi molto particolari e che possono anche non piacere a tutti ma vale la pena vederne qualche esempio.
Una delle aziende che ha maggiormente investito nel food design per la casa è sicuramente Seletti spa, che ha in catalogo una serie di proposte a dir poco originali.
Cosa ne dite della Burger Chair?
Realizzata con tessuto in poliestere, cotone, viscosa, acrilico, lino e dotata di una struttura in legno, poliuretano e metallo con piedi in resina placcati oro, la poltrona ad hamburger è un'esplosione di colore e fantasia.
Progettata dallo studio Job, Burger Chair è un pezzo per gli amanti del genere, che sicuramente preferiranno la versione completa a quella basic, che include i due cuscini Tomato e Gherkin.
Un altro esempio di food design targato Seletti? La Banana Lamp, una collezione di lampade a forma di banana disegnate da Job Smeets e Nynke Tynagel e realizzate in resina e vetro.
La serie comprende tre lampade da tavolo (Huey, Dewey e Louie), pensate per adattarsi a diverse esigenze di arredamento e stile.
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