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La finitura in gommalacca è il trattamento di finitura più classico e di maggiore bellezza.
La gommalacca, se ben applicata, fornisce al mobile una brillantezza e una profondità di vena ineguagliabili. I mobili classici di maggior pregio sono appunto trattati con gommalacca.
Si può applicare a pennello o a tampone. Il pennello conviene quando il legno è tenero o è molto sagomato e il tampone non riesce ad applicare uniformemente la gommalacca.
Il tampone è migliore su ampi piani estesi.
La gommalacca è una resina naturale venduta sotto forma di scaglie di colore ambrato, in varia forma. Per preparare la soluzione adatta alla verniciatura si fanno sciogliere le scaglie in alcool etilico a 96° ponendo la gommalacca in un contenitore di vetro e mescolandola con l'alcool, avendo l'acconrtezza di agitare delicatamente il liquido ogni tre ore.
Dopo un giorno la gommalacca può essere filtrata e dunque utilizzata.
Per filtrare la gommalacca bisogna procurarsi un vecchio collant e posarlo su un imbuto.
Su di esso versate la soluzione che preleverete ottimamente filtrata dalla parte opposta.
La soluzione di gommalacca così preparata può essere conservata in un contenitore di vetro sigillato. La vernice può essere variamente colorata con i mordenti presenti in commercio.
Si tenga presente, però, che già al naturale ha un colore decisamente ambrato.
Per applicare la gommalacca a pennello si prepara una soluzione concentrata: 250 gr di gommalacca in un litro di alcool. Utilizzate un pennello piatto a setole morbide seguendo la venatura del legno. Fate attenzione a distribuire la vernice uniformemente e a evitare colature: nel caso si formassero pulite subito. Caricate bene il pennello di gommalacca e stendetela con passate regolari e parallele, evitando le sovrapposizioni.
In questo modo otterrete la massima uniformità.
È bene lavorare in un ambiente piuttosto caldo e asciutto poiché al freddo si potrebbero formare delle zone chiare sul legno.
Una nota importante: se dopo la prima mano notate che la vernice ha alzato un poco il pelo del legno potete eseguire una passata con paglietta d'acciaio fine e spianarlo perfettamente, quindi, asportate il polverino risultante con un panno umido e procedete con le ulteriori applicazioni. A superficie perfettamente asciutta e pulita applicate una seconda mano di gommalacca e poi una terza, un poco più diluita.
Tenete presente che a ogni applicazione il legno diventa più scuro e che con l'applicazione a pennello la quantità di gommalacca è molto superiore a quelle stesa con il tampone, per cui andare oltre le tre mani potrebbe determinare una copertura troppo scura.
L'applicazione a tampone della gommalacca permette di stendere sul legno strati estremamente sottili, particolarmente uniformi, per una finitura superiore del mobile.
Non si tratta di un lavoro semplice: va fatta un p' di esperienza prima di lavorare su un mobile di una certa qualità. La preparazione della gommalacca per il trattamento di finitura col tampone prevede una proporzione di 100 gr di gommalacca per un litro di alcool.
Preparate il tampone versando nel batuffolo più interno un poco di soluzione, in modo da imbiberlo per bene, poi fasciate il batuffolo col primo panno e con il secondo: impugnatelo correttamente e spremete leggermente. Tamponate, dapprima, con passate lente e parallele nel senso della venatura, esercitando una pressione leggera e aumentandola via via che il tampone si asciuga.
Se lo scorrimento del tampone diventa difficoltoso, lubrificate con un po' d'olio paglierino la sua parte esterna.
Noterete che a ogni passata il legno diventa più lucido, ma questa lucentezza tende a diminuire man mano che la vernice si asciuga. Ciò avviene in pochi secondi, dopodiché è possibile sovrapporre una nuova passata.
Dopo le prime passate, parallele, man mano che il tampone si asciuga si possono anche applicare passate circolari, fino alla completa asciugatura. Quindi caricate nuovamente il batuffolo del tampone e procedete. Lo strato di gommalacca, a questo punto, non è ancora perfettamente lucido. Preparate un nuovo tampone e una gommalacca più diluita: 75 gr di gommalacca in 1 litro di alcool, e continuate con le modalità descritte in precedenza.
A ogni passata la superficie del legno diverrà sempre più lucente.
La fase di verniciatura del legno, specialmente con la gommalacca o con altre finiture molto lucide, impone di risolvere preliminarmente il cosiddetto problema del poro aperto.
La superficie del legno è ricca di microscopiche aperture, i pori appunto, fatte a forma di cratere, con i bordi più o meno irregolari e di dimensioni variabili.
È evidente che, applicando una finitura come la gommalacca, essa non risulterà perfettamente piana e quindi ben brillante, ma ricca di microscopiche discontinuità e piccolissimi avvallamenti, che ridurranno di molto la brillantezza finale. Ne consegue la necessità se il legno ha i pori aperti, di chiuderli nel modo migliore.
Il legno di un mobile sverniciato può avere i pori aperti o parzialmente chiusi a seconda del tipo di sverniciatura adottata, del tipo di legno e dell'epoca del mobile.
In particolare, se la sverniciatura è stata effettuata con metodi meccanici (carta abrasiva, levigatrice o raschietti) o con soda caustica si avrà come risultato finale la completa apertura del poro. Anche un legno rimasto a lungo in un ambiente umido si presenta solitamente con i pori completamente aperti.
Se invece la sverniciatura è stata effettuata con uno sverniciatore chimico il poro del legno risulterà semichiuso e si potrà procedere alla verniciatura senza dover effettuare lavorazioni di chiusura del poro.
Se avete dovuto realizzare parti nuove per riparare il mobile ricordate che questo legno avrà certamente i pori aperti.
La grandezza dei pori presenti sul legno varia a seconda dell'essenza: in generale più grandi sono i pori più difficoltoso sarà chiuderli. Per questo motivo, verniciare un legno con pori più grandi richiederà un tempo più lungo rispetto a quello richiesto da un legno con pori piccoli.
Sono legni a poro grande l'abete, il pioppo, il cirmolo, la betulla, il tiglio, ecc; sono invece particolarmente compatti e a poro piccolo l'ebano, il palissandro, l'ulivo, il legno di rosa, ecc.
Il legno ha i pori completamente aperti se è stato applicato un colorante ad acqua e ha invece i pori parzialmente chiusi se è stata utilizzata gommalacca colorata.
Per chiudere i pori sono reperibili in commercio vari prodotti da applicare sul legno con il pennello, prima di passarvi sopra la paglietta d'acciaio fine. Ma si può approntare anche una soluzione estremamente valida con una ricetta casalinga nella seguente maniera: sciogliete 50 gr di gommalacca in un litro di alcool e filtratela accuratamente.
Quando la soluzione è pronta bagnatevi il pennello in modo che si imbeva bene.
Eseguite poi delle passate parallele, nel senso delle venature, cercando di non sovrapporle. Quando arrivate ai bordi del piano uscitene rapidamente per evitare che la vernice vi si accumuli.
Con questo sistema applicate due o tre passate sul legno. Potete migliorare la superficie strofinando leggermente con la paglietta fine di acciaio prima di applicare un'ultima passata di gommalacca.
In questo modo vi assicurerete che i pori siano ben chiusi e che la gommalacca possa venire assorbita in modo uniforme dalla superficie del mobile.
Il turapori al nitro presenta il vantaggio di chiudere molto rapidamente i pori del legno.
È disponibile pronto per l'uso e può essere diluito con l'apposito diluente nitro, avendo premura di effettuare l'operazione in un luogo ben aerato e con le dovute protezioni a causa della tossicità del diluente.
Il grado di diluizione varia in base al tipo di legno e se l'applicazione verrà eseguita a pennello o a spruzzo. Quando il turapori è asciutto, va lisciato con paglietta d'acciaio fine per ottenere una superficie perfettamente liscia. Il fondo nitro può essere completato con una finitura alla gommalacca, con la cera e con tutti i tipi di vernice al nitro.
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