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Molti lo conoscono come Fiore d'angelo, o gelsomino della Madonna: il Filadelfo adorna i giardini o i balconi, con i suoi fiori bianchi e delicati.
Si tratta infatti di una pianta arbustiva ornamentale perenne, originaria dell'Europa, dell'Asia e del Nord America.
Il filadelfo può raggiungere fino a due metri di altezza e si presenta con un portamento eretto, foglie dalla forma ovale e fiori bianchi.
Un perfetto candore contraddistingue i fiori dell'angelo, che sono di color bianco neve, hanno una forma a coppa e sono profumatissimi.
Iniziano a fiorire nei primi giorni d'estate e il loro profumo si spande nell'aria, intenso e persistente.
La corolla è formata da 4 petali lobati, mentre il calice si compone di 4 sepali verdi. Questo fiore presenta dei frutti, piccolissime capsule che contengono dei semi scuri.
Il filadelfo si può trovare in diverse varietà: oltre al tradizionale Philadelphus coronarius, quello che cresce spontaneo, vi sono infatti diverse specie ibride.
Ecco le principali.
Questa varietà di filadelfo è ibrida e può raggiungere fino a 3 metri di altezza.
Fiorisce in primavera, producendo fiori profumatissimi, dai petali bianco-dorati.
Vive bene in pieno sole, con un terreno ben drenato.
È ideale per realizzare siepi fiorite, ma anche come pianta ornamentale per il giardino.
Un altro ibrido piuttosto comune è il Philadelphus Virginalis: si caratterizza per delle foglie caduche e può raggiungere i due metri in altezza.
Fiorisce nel mese di maggio, coprendosi di fiori bianchi, dal profumo intenso, semidoppi o doppi e con una corolla a scodella.
Si tratta di una specie che richiede scarsa manutenzione, e quindi facile da coltivare un po' ovunque. Preferisce il pieno sole, ma vive senza problemi anche in penombra.
Questa varietà del filadelfo ha un portamento eretto e compatto ed è alta circa un metro. Le sue foglie sono più piccole del philadelphus tradizionale e hanno un colore verde chiaro. Anch'esso fiorisce a maggio, è resistente anche alle basse temperature e si adatta bene a ogni tipo di terreno.
Il philadelphus coronarius non ha particolari esigenze ambientali, tuttavia riesce a esprimersi al meglio in posizioni soleggiate o di penombra.
Si adatta facilmente a qualsiasi tipo di terreno, ma dovrà essere ben drenato e ricco di sostanze organiche.
Generalmente si accontenta dell'acqua piovana, ma nei periodi di siccità prolungata la pianta va irrigata con costanza e abbondanza, specie durante la fioritura.
Da non dimenticare, infine, la concimazione, che va fatta in autunno e primavera, utilizzando un concime granulare per piante verdi fiorite.
Il Filadelfo può essere anche coltivato in vaso. In questo caso serve una maggiore attenzione alle caratteristiche ambientali. Innanzitutto servirà un terreno soffice e ben drenato, e la pianta andrà irrigata ogni tre settimane.
Per quanto riguarda il concime, ne basterà uno basico, liquido, oppure qualcosa a lento rilascio, che consenta uno sviluppo rigoglioso e compatto della pianta.
Il vaso dovrà essere largo e avere una profondità minima di 50 centimetri.
Sul fondo, per un drenaggio ottimale, è consigliabile cospargere uno strato di ghiaia o di perlite. Quindi si procederà con il terriccio.
A questo punto si può fare l'invasatura, bagnando abbondantemente il terreno.
La manutenzione del filadelfo in vaso si completa a fine estate, dopo la fioritura, mescolando del concime, stallatico o cornunghia, per migliorare la fioritura.
La stessa operazione dovrà essere fatta all'inizio della primavera.
Il filadelfo si riproduce diversamente a seconda che sia appartenente a una specie spontanea oppure ibrida.
Nel primo caso la riproduzione avviene infatti per seme, nel secondo mediante talea.
Per riprodurre il Fiore dell'angelo attraverso la semina si dovranno mettere i semi a germinare in un substrato di terreno soffice, mescolato a torba, che andrà mantenuto costantemente umido finché non compariranno le nuove piantine.
Una volta che quest'ultime saranno cresciute a sufficienza andranno trasferite in vasi singoli, dove andranno coltivate per un anno. Dopo la messa a dimora definitiva, inizieranno a produrre fiori dopo il terzo anno di vita.
I fiori della madonna si possono riprodurre, come detto prima, anche per talea, allo scopo di ottenere nuovi esemplari ibridi. Si dovranno utilizzare talee di legno tenero, dalla lunghezza variabile tra gli 8 e i 12 centimetri.
Andranno prelevate in estate dalla pianta principale e dovranno essere messe a radicare all'interno di un miscuglio composto da sabbia e torba, in parti uguali.
Il cassone andrà posto in un luogo chiuso. Le talee che hanno attecchito potranno essere messe a dimora definitiva dopo un anno.
Il fiore dell'angelo va messo a dimora definitiva in periodi ben specifici, ossia in autunno o in primavera. Si dovrà scavare una buca di circa 40 cm che dovrà essere ben drenata sul fondo. Quindi la pianta andrà posizionata all'interno, avendo cura di separare bene le radici.
Gli spazi vuoti, fino all'altezza del colletto, andranno riempiti con terriccio di scavo, a cui andrà aggiunto del concime organico. Si dovrà quindi compattare bene il tutto e irrigare abbondantemente.
Ogni anno il filadelfo dovrà essere potato. In che modo?
Basterà accorciare i rami più lunghi, naturalmente subito dopo la fioritura.
Non è tutto: alla fine dell'inverno è fondamentale recidere i rami vecchi e quelli che risultano danneggiati dal freddo, in modo da dare nuovo vigore alla pianta.
Importante: nella stagione fredda potrebbe essere utile proteggere la pianta alla base con pacciamatura di foglie secche, sebbene il fiore della Madonna sia una pianta che sopporta bene i rigori dell'inverno. Si tratta di un'attenzione in più sicuramente utile.
Come ogni pianta anche il filadelfo ha i propri nemici naturali: questa pianta teme gli afidi nei periodi più caldi e umidi, ma può essere soggetto anche a dei funghi, come oidio o mal bianco, che tende a soffocare le foglia producendo degli ammassi biancastri e polverosi.
Come intervenire?
Si possono effettuare in primavera, prima della fioritura, dei trattamenti preventivi antifungini e antiparassitari.
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