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Dal 1 Maggio di quest'anno è in corso di svolgimento L'Expo 2010 a Shangai, in Cina, il cui tema portante è Better City, Better Life, a voler rappresentare l'anelito di ogni essere umano a vivere nel futuro in un ambiente urbano qualitativamente migliore; la traduzione pratica di questo concetto sara' una ricerca, estesa a tutte le comunita' internazionali, di possibili politiche di sviluppo per il futuro, in particolare relativamente alle strategie di crescita urbana e ai sistemi di sviluppo sostenibile che le dovranno accompagnare.
Secondo gli studi sulle dinamiche sociali relative all'inurbamento delle popolazioni, nel 1800 solo il 2% della popolazione mondiale viveva nelle città; un secolo e mezzo dopo, nel 1950, la percentuale è salita al 29% ed il fenomeno è andato incrementandosi sensibilmente fino a raggiungere il 50% nell'anno 2000. Secondo stime delle nazioni Unite, nell'anno in corso la popolazione concentrata nei nuclei urbani sembra raggiunga il 55% del totale.
Alla luce di questi dati, che fotografano un fenomeno che non sembra accennare alla diminuzione, è urgente e necessario che la comunità internazionale, sia attraverso i suoi organi governativi sia mediante campagne di sensibilizzazione sociale, metta in circolo studi, energie, politiche urbanistiche ed economiche per regolare questo evento ed indirizzarlo verso un punto di equilibrio, affinché diventi un'occasione di crescita sociale e culturale di livello globale e non l'ennesimo avvenimento fuori controllo.
I criteri alla base del tema dell'Expo si sono tradotti, per i singoli paesi partecipanti, in padiglioni nazionali nei quali ogni nazione prova a mostrare ai visitatori in che maniera la propria cultura e le eccellenze produttive e tecnologiche si confrontino con il tema del miglioramento della qualità della vita nelle città, affrontando in maniera personale stimoli culturali quali la fusione delle varie culture nel mondo globalizzato, la prosperità economica ed il ridisegno delle comunità nelle città, l'innovazione tecnologica e scientifica nei nuclei urbani e l'interazione tra le aree urbane e rurali.
In questo mix esasperato ma positivo di culture diverse e differenti modi di vita, ciò che salta agli occhi, ad un primo impatto, è l'eterogeneità e singolarità dell'architettura dei padiglioni espositivi, il cui progetto, in genere, viene scelto mediante concorso di progettazione; tra le tante bizzarrie e particolarità tecnologiche e costruttive, a titolo personale si può dire che il padiglione più innovativo, dal punto di vista concettuale ma anche costruttivo, sia quello del Regno Unito.
Costruito su progetto dell'architetto Thomas Heatherwick in base al tema progettuale Costruire sul passato, dare forma al futuro, è caratterizzato dalla presenza di circa 60.000 barre di materiale plastico, lunghe 7.5 metri, che, infisse nel perimetro del padiglione, formano una sorta di peluria interattiva, che, come fibre ottiche, trasporta la luce verso l'interno e, in particolare, ondeggia e si muove agli spostamenti d'aria come un organismo vivente, con la ulteriore particolarità che ogni barra plastica ha intrappolato al suo estremo il seme di una specie vegetale diversa.
Per quanto riguarda il padiglione dell'Italia, il concorso di progettazione svoltosi lo scorso anno ha premiato il progetto dell'architetto Giampaolo Imbrighi, la cui idea progettuale è stata improntata alla necessità di far convivere concettualmente e praticamente, in questo edificio espositivo, la cultura italiana del saper vivere la socialità negli spazi delle città, dei borghi, delle piccole cittadine del nostro Paese, con le capacità tecnologiche ed innovative e le eccellenze produttive dallo stile inconfondibile tipico italiano.
Realizzativamente, il Padiglione italiano è caratterizzato da una forma semplice essenziale, una sorta di parallelepipedo marcato da forti tagli del volume che vogliono evidenziare i varchi e al tempo stesso il concetto dei vicoli che confluiscono verso la piazza, rappresentata dalla corte centrale, chiaro emblema del senso urbano delle nostre città, cuore trasparente che dialoga visivamente con il contesto esterno. Compatibilmente con i concetti di sviluppo sostenibile che sono il cuore delle tematiche dell'Expo, l'edificio è stato particolarmente curato nella progettazione e nella costruzione per quanto riguarda gli aspetti energetico-ambientali, impiantistici e tecnico costruttivi, nonché riguardo l'aspetto della riciclabilità dei materiali.
Sono state utilizzate particolari strategie bioclimatiche sfruttando il sistema dell'atrio, che funziona come zona di transizione, che accumula calore nei periodi freddi e migliora la ventilazione in quelli caldi, utilizzando anche sistemi di controllo del guadagno solare grazie a vetri dotati di elementi fotovoltaici che svolgono la doppia funzione di schermatura solare e di produzione di energia elettrica. La particolarità costruttiva dell'edificio, però, è data dal materiale di rivestimento, uno speciale cemento traslucido, appositamente realizzato dalla Italcementi, che di giorno dona una luminosità diffusa agli spazi interni, mentre di notte trasforma l'edificio in una sorta di lanterna luminosa, trasmettendo all'esterno la luce interna.
en.expo2010.cn
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