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Si apre la strada all'esenzione dal pagamento dell'Imu per i coniugi che risiedono in Comuni diversi e non solo. Se l'emendamento al DL 146/2021 (Decreto fiscale) collegato alla Legge di Bilancio 2022 aveva consentito al nucleo familiare di scegliere su quale immobile è possibile non versare l'imposta municipale unica oggi sono stati fatti ulteriori passi avanti.
Con l'avvicinarsi dell'appuntamento per il pagamento del primo acconto IMU (16 giugno 2023) è importante chiarire se i coniugi che abbiano due dimore abituali e residenze differenti possano fruire dell'esenzione IMU e in che modo. Vediamo quali sono le regole attualmente in vigore.
Dal punto di vista delle agevolazioni, ricordiamo che l'IMU non è dovuta dai proprietari di immobili destinati ad abitazioni principale che non siano di lusso.
Dunque se in presenza di abitazione principale l'Imu non si paga, la tassa è pur sempre dovuta per le case di lusso rientranti nelle categorie catastali A1, A8 e A9.
Al fine di esaminare quelli che sono i casi di esonero dal pagamento dell'Imposta municipale unica occorre fare riferimento alla lettera b) dell'articolo 1, comma 741, della Legge di Bilancio 2020, normativa contenente la definizione di abitazione principale intesa come l'immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente.
Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale, le l'esenzioni per l'abitazione principale e per le relative pertinenze si applicano per un solo immobile?
Parrebbe di sì in base alla legge.
Sul punto si è pronunciata più volte la Corte di Cassazione, negando l'esenzione dal pagamento dell'Imu ai coniugi che vivono separatamente in Comuni diversi.
Citiamo per fare un esempio la sentenza n. 20130 del 24 settembre 2020 nella quale i Giudici Supremi hanno negato il beneficio a due coniugi costretti a vivere in Comuni differenti per ragioni lavorative.
Se dunque residenza anagrafica e dimora del nucleo familiare non coincide, l'esenzione non spetta né per l'uno né per l'altro immobile posseduto.
L'interpretazione della Corte di Cassazione si è posta in contrasto con il punto di vista del Ministero dell'Economia e delle Finanze che ha invece riconosciuto l'esenzione Imu ai coniugi che abbiano fissato residenze diverse, ad esempio, per far fronte a esigenze lavorative. In tal caso l'esenzione varrebbe per entrambe le abitazioni.
Dunque, per il MEF se:
Sulla scia di quanto affermato dalla Corte di Cassazione si è creata una disparità di trattamento tra le famiglie che hanno stabilito la residenza nello stesso Comune, sia pure presso immobili diversi e quei coniugi che hanno deciso di vivere in Comuni differenti, magari costretti a far fronte a motivi di lavoro.
Con l'emendamento al DL Fiscale, approvato in Commissione al Senato in sede di conversione in legge, si vuole porre fine, oltre che a sperequazioni tra i contribuenti, anche a discussioni che vanno avanti ormai da anni tra il Ministero dell'Economia e delle Finanze e la Giurisprudenza della Corte di Cassazione.
Con emendamento approvato dal Senato viene modificato l'articolo 1, comma 741 della Legge di Bilancio 2020, mediante l'introduzione di una disposizione specifica concernente l'esenzione dal pagamento dell'Imu.
Viene espressamente previsto che, nel caso in cui i membri del nucleo familiare stabiliscano la residenza presso immobili diversi, l'esenzione vale per un solo immobile a scelta del nucleo familiare stesso.
L'aspetto innovativo è che l'esenzione Imu varrà per immobili situati nello stesso Comune così come per le abitazione situate in Comuni diversi. Situazione quest'ultima che non comportava alcuna esenzione finora.
In questo quadro occorre citare, in ultimo, quanto affermato dalla Corte Costituzionale con la sentenza 209 dell'ottobre 2022. Se i coniugi hanno entrambi dimora abituale e residenza anagrafica separata presso due immobili distinti potranno beneficiare entrambi dell'esenzione dal pagamento IMU senza che si debba fare la scelta dell'immobile per cui avvalersi del beneficio fiscale.
Non rileva il fatto che si trovino nello stesso Comune o in due Comuni differenti.
L'unico elemento che rileva è che entrambi gli immobili siano stati destinati ad abitazione principale.
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