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Lo stato di conservazione dei fabbricati, oggetto di studio da parte di operatori, professionisti e aziende, è suddiviso in tanti settori contraddistinto ciascuno da una propria complessità.
Appare chiaro che l'argomento è di assoluto interesse anche per la tutela del patrimonio edilizio realizzato in prossimità di aree dove sono più evidenti i fenomeni di degrado causati da caratteristiche condizioni climatiche e del paesaggio.
Lungo le spiagge solitamente i venti, che provengono dal mare, producono un'azione di rilevo sulle strutture edilizie, accentuata anche dagli ampi spazi e dall'assenza di alture.
Per avere una visione degli effetti di questa forza naturale, basta osservare la conformazione delle collinette di dune di sabbia che si allungano verso l'interno seguendo sia l'intensità sia la direzione del vento.
La stessa visione si ha del resto anche in certe regioni desertiche del nostro globo.
Nei litorali, dove sono presenti i fabbricati a margine della costa, oltre all'azione del vento, si associa anche un altro fenomeno determinato dall'azione dei granelli di sabbia.
Questi materiali sottili, infatti, una volta sollevati dal vento, impattano violentemente contro le superfici esercitando un'azione corrosiva.
È evidente che la consistenza di questo fattore dipende in parte dalla natura del materiale, ossia se poroso o compatto, dal trascorrere del tempo e da altre situazioni.
Nelle foto allegate, sono chiari gli effetti su alcuni edifici costruiti lungo una costa marina e costituiti da struttura muraria.
Nel primo esempio, in un vecchio fabbricato, si evidenziano, oltre lo stato di abbandono, anche alcuni particolari concernenti i conci in pietra erosi e modellati dall'azione combinata di vento e sabbia.
Si nota, infatti, il particolare di un pilastrino in pietra, posto a suddivisione di un'ampia finestra, che ha perso la conformazione originaria con la riduzione della sezione trasversale (resistente) di ogni singolo concio.
La differenza sostanziale del danno, sui singoli elementi lapidei che compongono la struttura, dipende anche da fattori naturali come l'azione dei vortici, che agiscono in maniera più violenta su alcune parti della superficie rispetto ad altre zone più protette.
Così come poc'anzi accennato, anche la natura del materiale determina la consistenza del degrado.
Nell'esempio rappresentato in foto, infatti, la struttura portante, del fabbricato è in calcare, un materiale poroso che solitamente è preferito rispetto ad altre pietre proprio per la caratteristica naturale che rende questa roccia facile da lavorare e da sagomare.
Un altro aspetto da considerare, riguarda la posizione del singolo elemento lapideo, o concio in pietra, posto all'interno della struttura edilizia in muratura.
Questa condizione solitamente si genera durante la fase di costruzione del muro, ed è determinata dalla posizione degli strati sedimentari del blocco, ossia se disposti in posizione verticale o orizzontale.
La natura di questa roccia, formata da strati succedutisi nel tempo, fa sì che si ha una maggiore resistenza se il concio è collocato con la stratificazione orizzontale, ortogonale alla sollecitazione di carico.
Ponendola in posizione verticale, si ha invece una maggiore probabilità di sfaldamento del materiale.
Questa consuetudine del resto, era una delle prime regole che seguivano i capomastri operanti in aree dove la tradizione costruttiva si basava su materiali naturali come la pietra calcarea.
Oltre questi fenomeni, un altro danno causato dall'azione erosiva del vento e sabbia, si evidenzia anche nello strato di connessione dei conci.
In un'altra foto si notano, infatti, altri danni sul medesimo involucro edilizio dovuti alla scarnificazione dei giunti con l'eliminazione della malta di allettamento e la scomposizione dell'intero apparecchio murario.
È pur vero che, in questo fabbricato, vi è stata anche una maggiore conseguenza dovuta allo stato di conservazione (senza copertura e infissi) che ha permesso ai venti di agire in tutta la loro potenza ma, tuttavia, occorre costatare effetti analoghi anche in ambienti più tradizionali.
In una delle illustrazioni successive, si nota come l'azione di abrasione da vento e sabbia, abbia causato dei danni a un fabbricato fronte mare, evidenziate sia su zone rifinite con intonaco e sia sui pilastrini in muratura della copertura.
Per rendere ulteriormente visibile le conseguenze sull'intonaco esterno, basta osservare un'altra immagine dove, oltre al degrado dovuto all'umidità di risalita che ha comportato il distacco dello strato di tonachino, si nota anche la corrosione della superficie a cemento causata dall'asportazione progressiva di piccole particelle di materiale.
Oltre l'intonaco e parti lapidee, non bisogna trascurare le conseguenze su altri materiali come: il ferro, il cemento armato, ecc.
Come interventi precauzionali contro questo fenomeno, si possono attuare le procedure indicate per gli interventi di restauro conservativo, oltre naturalmente un'adeguata manutenzione programmata che permetta di non lasciare per molto tempo a vista le parti edilizie all'azione corrosiva dei venti.
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