|
Sembrava un'utopia, ora è quasi una realta' progettuale che vedra' coinvolti nove Paesi dell'UE nella realizzazione di una rete elettrica sotto il Mare del Nord. 6.000 chilometri di cavi sottomarini che collegheranno fra loro alcune centrali generatrici di energia verde distribuite nel vecchio continente.
I Paesi sono: Gran Bretagna e Danimarca con le centrali eoliche, la Francia con la centrale a maree, la Svezia con gli impianti idroelettrici, la Germania con i pannelli solari, e infine Belgio, Olanda, Lussemburgo e Irlanda con i rispettivi impianti nazionali di energie rinnovabili.
Questa grande Rete del Mare del Nord avrà come obiettivo la distribuzione, nell'arco di tempo di 10 anni, di 30 gigawatt di energia così prodotta, puntando al raggiungimento di 100 gigawatt di potenza successivamente, per il fabbisogno energetico di circa 40 milioni di abitazioni. Questo permetterebbe oltretutto di evitare la costruzione di almeno 100 centrali a carbone.
Entro il prossimo autunno i rappresentanti dei nove Paesi sottoscriveranno un accordo di massima per gettare le basi definitive del progetto. Tutte le implicazioni di carattere legale o tecnico sono invece già state affrontate durante il tempo trascorso dal 2009, quando tutti questi soggetti si sono ritrovati in Irlanda e poi a Copenhagen in occasione dei vertici sui cambiamenti climatici.
È sicuramente un progetto ambizioso, di cui si stanno calcolando costi di realizzazione e rischi. Una prima stima porta a suggerire come di circa 30 miliardi di euro la cifra per la realizzazione dell'intera rete, considerando anche i costi di connessione tra i diversi tipi di impianto.
La caratteristica senz'altro positiva deriva dal fatto che è proprio la diversità di approvvigionamento dovuta a fonti diverse o a luoghi diversi della stessa tipologia a garantire l'efficacia di tutta l'operazione.
Laddove, infatti si dovesse verificare una carenza, ad esempio di vento o di luce solare in una delle nove nazioni, ci sarebbero gli altri impianti della rete dislocati altrove, a sopperire. Questo sistema creerà una certa continuità e costanza nell'approvvigionamento per ogni Paese, a prescindere dunque dalle contingenti situazioni metereologiche negative che si dovessero verificare.
Anche l'eventualità che ci siano dispersioni durante il trasporto dell'energia in una rete così grande è stata presa in considerazione e giudicata un rischio collaterale, bilanciato dal fatto che comunque si tratta di energia rinnovabile. La rete servirà anche da accumulo nei periodi di bassa richiesta, grazie all'invio dell'energia in eccesso agli impianti idroelettrici norvegesi.
Anche la Norvegia, Paese extra UE, entra così nel progetto, fornendo i propri impianti per accumulare l'energia in eccesso, da restituire alla Rete nei momenti critici di minore produzione o di maggior richiesta. Diventa dunque più facilmente raggiungibile il traguardo del 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili, fissato dall'UE.
Andando oltre, si potrebbe intendere questo progetto come un primo passo verso la realizzazione di una Rete ben più ampia, a livello di tutta l'Europa.
www.genitronsviluppo.com/2010/01/07/smart-grid-europa/
|
||