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Se il riscaldamento centralizzato del condominio è diventato troppo caro ti chiedi se è possibile effettuare il distacco dall'impianto del condominio?
La risposta è positiva e il consenso viene proprio dalla legge. Occorre tuttavia il rispetto di alcune condizioni.
Ci si chiede in questo caso come avviene il riparto delle spese del riscaldamento all'interno del condominio. Vediamo più nel dettaglio come funziona.
Tenuto conto del fatto che ormai il costo del riscaldamento è diventato proibitivo sono in molti a chiedersi come poter procedere per installare un sistema di riscaldamento autonomo.
Si tratta di una questione complessa e che ha da sempre comportato molti contenziosi all'interno dei condomini.
La situazione è divenuta più chiara a seguito della riforma del codice civile in materia avvenuta nel 2012 che ha introdotto in materia una disciplina ben precisa.
Nel dare un riscontro positivo alla questione facciamo riferimento al disposto di legge. In particolare citiamo l'articolo 1118 codice civile, comma 4, in base al quale:
Il condomino può rinunciare all'utilizzo dell'impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. In tal caso il rinunziante resta tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell'impianto e per la sua conservazione e messa a norma. Art. 1118 cod.civ.
Per potersi staccare dall'impianto di riscaldamento centralizzato devono essere rispettati alcuni requisiti. Le condizioni richieste dalla legge devono essere accertate con apposita relazione di un perito professionista specializzato o idraulico.
Tale relazione dovrà essere comunicata all'amministratore del condominio affinché tutti i condomini ne vengano a conoscenza.
Le condizioni da rispettare sono:
Sulla base dell'attuale orientamento giurisprudenziale per distaccarsi dal riscaldamento condominiale non è necessario chiedere il consenso agli altri condomini.
Se vengono rispettate le condizioni che abbiamo esposto e quindi se non vi sono danni a carico degli altri condomini, siamo di fronte a un diritto del condomino che può quindi in autonomia decidere di staccarsi dall'impianto centralizzato.
Nel momento in cui la perizia tecnica è stata comunicata all'amministratore quest'ultimo provvederà in assemblea a darne avviso agli altri condomini che non avranno alcun titolo per fare opposizione.
I condomini dissenzienti potranno al più contestare la validità della perizia esibita chiedendo ad altro professionista di presentare una seconda perizia.
A questo punto potrebbe esserci un contrasto tra le due che sarebbe in grado di bloccare l'esecuzione del lavoro comportando una diatriba legale.
A seguito dell'avvenuto distacco, i diretti interessati non saranno più obbligati a pagare la quota relativa alle spese legati ai consumo per il riscaldamento.
Tuttavia, resteranno tenuti a pagare i costi legati alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell'impianto centrale in quanto parte comune dello stabile.
Inoltre spetterà anche ai condomini distaccati l'obbligo di pagare le spese per l'eventuale messa a norma dell'impianto.
Abbiamo visto che la legge, purché in presenza di determinati requisiti, non pone ostacoli al distacco di un condomino dal riscaldamento centralizzato.
Possono tuttavia esserci altre normative che pongono dei divieti.
Si tratta del regolamento di condominio che pertanto è bene consultare poiché in tal caso non sarà possibile procedere sia pure in assenza di pregiudizi agli altri condomini.
È opportuno altresì verificare infine se non esistono regolamenti edilizi e più in generale normative urbanistiche comunali e regionali che sanciscano tali divieti a tutela dell'ambiente e dell'efficienza energetica.
Vista la presenza di altre importanti normative dovrà essere cura del perito a cui il condomino si rivolge verificare la presenza di eventuali divieti a procedere.
Se indubbiamente il disporre di un riscaldamento autonomo comporta un certo risparmio per ciò che concerne le spese legate ai consumi, un aspetto da non sottovalutare riguarda i costi da sostenere inizialmente per operare il distacco.
Innanzitutto, occorre mettere in conto la spesa che si dovrà effettuare per l'elaborazione della relazione tecnica da parte del perito relativa alla modifica dell'impianto che potrebbe aggirarsi intorno ai 1000 euro.
Seguirà l'acquisto della caldaia il cui costo dipenderà dalla tipologia che si vorrà acquistare e infine la spesa per la canna fumaria intorno ai 900 euro.
Ricordiamo che, a parte le deroghe previste dalla legge, la caldaia dovrà essere con scarico a tetto. Si evidenzia infine che qualora si opti per una caldaia a condensazione si potrà fruire dei benefici fiscali legati all'ecobonus.
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