|
Il legno, specialmente se non è di scelta elevata, può presentare dei difetti più o meno gravi. Ad alcuni si può ovviare, ad altri meno.
Spaccature: sono frequenti in corrispondenza delle estremità di tavole e listelli. Se non sono molto lunghe non provocano gravi problemi. Basta tagliare via le parti danneggiate.
Cipollature: si tratta di un difetto abbastanza grave perché è indice di una resinosità troppo bassa e di un legno poco sano.
Soprattutto nei legni mal stagionati i vari anelli possono separarsi causando il classico aspetto a cipolla. La cipollatura estesa lungo tutta la lunghezza del pezzo è un indice di sofferenza durante la crescita.
Curvature e svergolature: sono causati da essiccazioni troppo rapide o assorbimento irregolare di umidità e anche da un non corretto immagazzinaggio. La curvatura, in particolare, è causata da un accorciamento (o un allungamento) delle fasce laterali delle tavole.
Sono frequenti nelle tavole e listelli di piccola sezione. Se sono ben visibili a occhio nudo conviene scartare i pezzi. La svergolatura, infatti, è un difetto molto grave che coinvolge tutto il pezzo e lo rende inadatto a costruzioni regolari.
Imbarcamenti: l'imbarcamento è la tendenza del legno a curvarsi a causa di variazioni della temperatura o dell'umidità. L'imbarcamento provoca una perdita di planarità alle tavole che vanno scartate. È senz'altro il difetto più comune.
L'imbarcamento diminuisce, in genere, dal midollo alla periferia e varia in base alla resistenza e alla compattezza del legno.
I legni dolci tendono meno a imbarcarsi, mentre questo fenomeno interessa maggiormente i legni duri. Hanno scarso imbarcamento: pioppo, teak, douglas, pitch-pine, castagno, cipresso. Imbarcamento medio: pino, noce, olivo.
Imbarcamento elevato: abete, ciliegio, larice, betulla, olmo, rovere, acero, frassino, faggio, carpino.
Muffe: sono causate da un cattivo immagazzinaggio che ha provocato un forte assorbimento di umidità. Esaminate qualche pezzo, per capire quanto il danno sia esteso all'interno. Prima di acquistare tavole o travetti conviene sempre esaminare le loro estremità per scoprire se sono presenti solo le normali fessurazioni o si evidenziano vere e proprie spaccature.
La nodosità del legno è da considerarsi un difetto e per questo motivo viene, in genere, adottata come uno dei parametri per la classificazione dei vari tipi di legname. I nodi che il legno può avere sono di natura e origine molto varie. Una distinzione fondamentale è quella tra nodi cosiddetti vivi o fissi e nodi morti. I primi sono causati da rami giovani che durante la crescita della pianta si sono inseriti profondamente nel tronco. I secondi sono, invece, i residui dei rami morti .
Questi non sono legati al resto del legno, sono scuri e vengono via, lasciando un foro ovale. Quando il legno viene tagliato i nodi possono risultare tagliati trasversalmente e apparire di forma ovale o rotonda, oppure possono essere tagliati in senso longitudinale, e, in questo caso, vengono definiti nodi a baffo.
La presenza, o meno, di nodi all'interno del legno ha una grande influenza sulla sua resistenza alla flessione e sulla sua lavorabilità. I nodi che contengono della resina possono diventare visibili dopo la verniciatura, anche dopo che la vernice è completamente essiccata. È consigliabile, dunque, fare attenzione alla presenza di nodi nel momento della scelta e dell'acquisto.
Esistono vari tipi di legno, raggruppabili in due grandi categorie: i legni teneri e i legni duri. I primi, proprio per il fatto che sono teneri, presentano superfici meno compatte e meno adatte a essere levigate per cui la loro finitura (e quindi la loro bellezza finale) è nettamente inferiore a quella dei legni duri.
La durezza del legno è una qualità molto importante: possiamo definirla come la resistenza del legno a essere segnato dalla pressione di un corpo duro. La suddivisione distingue: legni molto teneri, legni teneri, legni mediamente duri, legni molto duri o durissimi e legni extra duri.
Tra i molto teneri ricordiamo i seguenti legni: pioppo, tiglio, abete, ippocastano, alcuni tipi di pino, salice, ecc. Sono da considerare legni teneri: larice, ontano, betulla, teak, abete Douglas, ciliegio, cipresso, ecc. Sono mediamente duri: acero, carpino, albicocco, pero, pitch-pine, noce, frassino, acacia, olmo, rovere, ecc. Sono molto duri: leccio, pesco, bosso, susino, olivo, limone, alcune specie di pruno, ecc. Sono da considerarsi extra duri: ebano, guaiaco.
Quando si deve lisciare e rifinire un legno tenero che presenta pori molto aperti si applica preliminarmente, sulla superficie, un turapori che contribuisce a dargli una buona compattezza e a ridurre le aperture.
|
||