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Molte le novità introdotte con il Decreto Crescita 2019, entrato in vigore il 30 giugno scorso dopo l'approvazione della Legge di conversione. Tra queste figurano alcune semplificazioni di carattere burocratico e fiscale, a favore dei possessori di immobili che devono pagare imposte sulla casa.
Si tratta di quanto previsto in materia di IMU e TASI, al fine di poter fruire delle agevolazioni fiscali (articolo 3-quarter del DL Crescita).
Abolito l'obbligo di presentare al Comune di residenza la dichiarazioneIMU e TASI per gli immobili concessi in comodato d'uso gratuito e per gli immobili in locazione a canone concordato.
Tale adempimento, richiesto prima dell'entrata in vigore della nuova normativa, consentiva di accedere alla riduzione delle imposte sulla casa.
Altra novità introdotta dal Decreto Crescita, sulla base di quanto statuito con l'articolo 3-ter è che per i contribuenti ancora obbligati, si avrà più tempo a disposizione per poter presentare la dichiarazione IMU e TASI, poiché la scadenza del termine viene slittata dal 30 giugno al 31 dicembre 2019.
Con l'entrata in vigore del Decreto Crescita, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29 giugno 2019, si modificano gli obblighi connessi alla possibilità di fruire degli sconti fiscali su IMU e TASI. Diminuiscono infatti i casi per i quali la dichiarazione IMU e TASI risulterà obbligatoria da parte del contribuente.
L'obiettivo del provvedimento recentemente approvato è snellire le procedure in un'ottica di semplificazione.
L'obbligo di presentare al Comune di residenza la dichiarazione IMU e TASI viene cancellato in riferimento alle seconde case che vengano date in comodato d'uso a parenti in linea diretta di primo grado (si pensi a genitori e figli).
Per i possessori di immobili concessi in comodato d'uso è prevista, a favore del proprietario la riduzione del 50% di IMU e TASI.
La Legge di Stabilità 2016 che aveva introdotto lo sconto fiscale aveva previsto l'obbligo di presentare al Comune una dichiarazione attestante il possesso dei requisiti necessari per l'agevolazione.
Ora l'obbligo viene meno, nel presupposto che il Comune sia già a conoscenza dei requisiti richiesti e non sia più necessaria alcuna attestazione da parte del contribuente.
Ricordiamo, infatti, che per poter fruire del taglio su IMU e TASI è indispensabile che il contratto di comodato venga registrato presso L'Agenzia delle Entrate entro 20 giorni dalla sua redazione, qualora si tratti di contratto scritto.
Qualora le parti concludano il contratto verbalmente, entro il predetto termine si dovrà presentare la richiesta al Fisco.
Non è tutto: l'obbligo di inviare la dichiarazione viene cancellato, come vedremo più avanti, anche per di chi affitta un immobile con contratto di locazione a canone concordato.
Abolito l'obbligo di inviare la dichiarazione IMU e TASI al Comune anche per chi affitta la seconda casa con contratto canone concordato. Semplificazione delle procedure non solo quindi per chi abbia ceduto ai figli un immobile in godimento, come abbiamo già visto.
A eccezione delle attestazioni da presentare ancora in caso di locazioni a canone concordato stipulate senza l'assistenza delle associazioni di categoria, vengono eliminati gli ulteriori oneri dichiarativi.
Ne consegue che anche in assenza della comunicazione al Comune prima obbligatoria si potrà fruire degli sconti sull'imposta pari al 25% della stessa. Indipendentemente dall'aliquota fissata dal Comune i padroni di casa dovranno pagare soltanto il 75% dell'imposta sulla casa.
La seconda novità apportata dal Decreto Crescita riguarda lo slittamento della scadenza per poter presentare al Comune di residenza la dichiarazione IMU e TASI, nei casi per i quali ancora si è obbligati a farlo.
Il cittadino contribuente avrà più tempo (ben 6 mesi, già a partire da quest'anno) poiché il termine ultimo viene spostato al 31 dicembre prossimo.
La dichiarazione IMU e TASI, da presentarsi dunque entro la fine dell'anno, farà riferimento al presupposto impositivo dell'anno precedente. In sostanza, entro il 31 dicembre 2019 dovranno presentarsi le dichiarazioni relative a eventuali variazioni verificatesi a partire dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2018.
Resta ancora obbligatorio inviare la dichiarazione IMU e TASI in relazione a quelle situazioni per le quali il Comune non è in grado di essere a conoscenza dei presupposti impositivi e pertanto la semplificazione degli adempimenti non può essere adottata.
Si tratta, oltre agli altri di:
La dichiarazione è necessaria per comunicare al Comune le varianti intervenute rispetto all'anno precedente che influiscono sul versamento delle imposte.
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