Bonus ristrutturazioni: regole per ripartizione tra coniugi

Qualora a detrarre le spese rientranti nel Bonus ristrutturazioni sono i coniugi occorre rispettare delle regole precise. Vediamo a cosa è necessario fare attenzione
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Detrazione spese bonus ristrutturazioni: come funziona per i coniugi


Come fare per portare in detrazione le spese ammesse al bonus ristrutturazioni, quando i lavori sono stati eseguiti su un immobile che appartiene ai coniugi in comproprietà. Vediamo quali sono le regole da ricordare per evitare di dover perdere la detrazione alla quale si ha diritto.

È bene altresì avere chiare le modalità di pagamento delle spese, ovvero bonifici e redazione delle fatture, poiché un pagamento che non rispetti le modalità previste può inficiare il risparmio fiscale da conseguire.


Bonus ristrutturazioni


Precisiamo sin da subito che con il Bonus ristrutturazione la spesa sostenuta potrà in parte essere rimborsata dallo Stato in 10 anni sotto forma di quote annuali di identico importo.

Detrazione coniugi
Poiché si potrà fruire dell'incentivo fiscale mediante la dichiarazione dei redditi annuale è bene che il contribuente abbia innanzitutto consapevolezza della propria capienza fiscale.

Il bonus ristrutturazioni, in vigore fino a tutto il 2024, consentirà un risparmio pari al 50% dei costi sostenuti per interventi di recupero del patrimonio edilizio, entro un limite pari a 96.000 euro di spesa per singola unità immobiliare.

La ripartizione della quota da portare in detrazione tra i coniugi comproprietari dell'immobile crea alcuni dubbi che cercheremo di risolvere.


A chi spetta il Bonus ristrutturazioni


Iniziamo la trattazione chiarendo quelle che sono le regole generali che disciplinano i requisiti di ammissione al Bonus ristrutturazioni.

Il primo aspetto da sottolineare è che la detrazione spetta a chi è titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale di godimento (usufrutto, diritto di abitazione, di uso, enfiteusi), a chi ha la detenzione (inquilino o comodatario) dell'immobile, al familiare che convive con questi soggetti.

Condizione per usufruire della detrazione è che il beneficiario della stessa abbia sostenuto la spesa.


Casa in comproprietà tra i coniugi: chi può detrarre


Quando la casa è in comproprietà possono verificarsi diverse fattispecie.

Si possono, ad esempio, cointestare le fatture e il pagamento, tramite bonifico parlante, può essere effettuato da un conto corrente cointestato.

Come avverrà in questo caso la ripartizione tra i coniugi della detrazione nella denuncia dei redditi?

Ripartizione detrazione tra coniugi
Essa sarà in funzione delle quote di proprietà (ad esempio al 50%), salvo che nelle fatture non siano indicate percentuali differenti di sostenimento della spesa.

Si può anche decidere che la spesa sia imputata ad uno solo dei coniugi, seguito valutazioni in merito alla rispettiva capienza fiscale.

In tal caso le fatture saranno intestate al coniuge che sostiene la spesa al 100%.
Se però il coniuge che sostiene la spesa non è convivente perché risiede altrove per svariati motivi non potrà beneficiare del bonus.

L'immobile sul quale si eseguono i lavori deve essere l'abitazione principale?


Altro quesito che spesso ci si pone è se la casa dove vengono realizzati i lavori agevolati debba essere destinata ad abitazione principale.

Tale requisito non è richiesto per cui la casa oggetto di Bonus edilizi non deve essere necessariamente quella nella quale i coniugi abbiano stabilito la residenza anagrafica.

Il bonus ristrutturazione è ammesso anche per una seconda casa purché si tratti di immobile nel quale si esplichi il rapporto di convivenza.


Il coniuge non proprietario può detrarre la spesa


Ipotizziamo ora che a pagare per gli interventi di ristrutturazione sia il coniuge non proprietario dell'immobile poiché la proprietà esclusiva dell'abitazione spetta in capo all'altro.

In base alla legge la detrazione spetta anche al familiare convivente con il titolare dell'immobile che abbia sostenuto la spesa debitamente documentata.
Può trattarsi del coniuge ma anche del convivente more uxorio, del figlio o di altro familiare.

È fondamentale in tali casi certificare l'avvenuta spesa da parte del coniuge o del familiare convivente non proprietario.

Al fine di beneficiare del Bonus ristrutturazioni, anche in tale ipotesi occorre effettuare il pagamento dell'intervento agevolato mediante bonifico bancario o postale parlante.

Questo significa che dal bonifico deve risultare la causale del versamento (tipologia di intervento e normativa di riferimento), il codice fiscale del beneficiario della detrazione, il codice fiscale o la partita iva dell'impresa alla quale è stato effettuato il pagamento.

Bonus ristrutturazioni coniugi
Non ha alcun rilievo se il provvedimento autorizzativo del Comune è intestato solo al titolare dell'immobile. Ricordiamo che, qualora la normativa, per un dato tipo di lavoro, non preveda alcun titolo abilitativo, l'inizio dei lavori sarà certificato dalla dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà.

Sia per il coniuge non proprietario che per il familiare convivente non è richiesta la dichiarazione di consenso da parte del titolare dell'immobile.


Superamento dei limiti di spesa


Altra questione fortemente sentita è quella relativa al superamento dei limiti massimi di spesa da poter portare in detrazione. Può un coniuge beneficiare di ulteriori detrazioni se l'altro ha superato il tetto massimo di spesa?

La risposta a tale domanda è negativa.

Qualora il coniuge che detrae la spesa per l'intervento agevolato abbia raggiunto il tetto massimo di spesa detraibile, ad esempio 96.000 euro per il Bonus ristrutturazioni, nulla può fare l'altro coniuge. Quest'ultimo, nella propria dichiarazione dei redditi, non potrà fruire di ulteriori benefici fiscali della stessa tipologia per il medesimo immobile.

Il Bonus casa viene infatti riconosciuto in riferimento ad un dato immobile per il quale la legge ha stabilito un preciso limite di spesa.

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Detrazioni bonus edilizi: ripartizione tra coniugi e modalità pagamento
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