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Il Calcestruzzo è uno dei materiali costruttivi più conosciuti che ha contribuito alla realizzazione della quasi totalità del patrimonio edilizio di tutto il secolo scorso.
Le sue origini risalgono comunque ad epoche molto remote.
Basti pensare che anche i Romani utilizzavano la miscela legante ed inerte per realizzare tante opere, visibili tuttora, come ad esempio la cupola del Pantheon.
La diffusione su larga scala si ebbe a seguito della rivoluzione industriale e quando al conglomerato a base di cemento (utilizzato come legante), fu associato il ferro con la formazione di un rivoluzionario materiale costruttivo, il Calcestruzzo Armato.
Fin da subito, le caratteristiche tecniche e di resistenza, unite alla possibilità di poter plasmare questo materiale secondo forme definite, affascinò tutti i progettisti così come i grandi maestri del Novecento da Le Corbusier, Frank Lloyd Wright ed altri.
A questa fama ne seguì anche un concetto di indistruttibilità nel tempo.
Purtroppo, a distanza di pochi decenni, questa astrazione ha dovuto fare i conti con una realtà ben diversa.
Infatti, anche in queste strutture si evidenziano stati di degrado così evidenti e tali da aprire un altro capitolo nel settore degli interventi di restauro.
Le cause che determinano questi fenomeni sono molteplici, alle volte interagiscono tra di loro e dipendono dalla natura e composizione del materiale, dall'inquinamento atmosferico, da condizioni ambientali (zone industriali o vicini al mare), dal gelo, ecc.
Rimane evidente che il deterioramento di questo materiale inizia non appena si manifestano sulla sua superficie delle lesioni e distacchi che mettono a nudo le barre di armatura, compromettendone la resistenza della struttura, oltre chiaramente l'aspetto visivo.
Per una maggiore comprensione di questo argomento si elencano brevemente alcuni di questi fenomeni.
Escludendo il problema più comune, e quindi più conosciuto, causato dalle infiltrazioni d'acqua in corrispondenza dei piantoni dei ballatoi, si citano la decalcificazione e la carbonatazione.
La prima si ha in corrispondenza di strutture poste a contatto con flussi di acqua corrente.
Questa dinamica favorisce la formazione di pori e l'espulsione del materiale incoerente superficiale.
Il danno è facilmente individuabile quando sulla superficie della struttura si presentano irregolarità e con le ghiaie messe a nudo.
La carbonatazione è un fenomeno chimico che interessa anche lo strato superficiale, determinando delle condizioni che innescano la corrosione delle barre di armatura.
È possibile eseguire delle prove sulle strutture al fine di determinare la profondità della carbonatazione e stabilire lo stato di conservazione del ferro.
Per questa analisi basta spruzzare sul campione di cls prelevato, un prodotto chimico (fenolftaleina).
Nel caso di materiale carbonatato, il provino non subisce variazione di colore (superficie acida con pH minore di 9,2), in caso contrario (superficie basica) esso assume una tonalità violacea.
Non vi è dubbio tuttavia che la maggior parte dei fenomeni di degrado del calcestruzzo, dipendono principalmente da luogo in cui sono collocati.
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