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L'evoluzione della tecnica di produzione dei rivestimenti ceramici, soprattutto negli ultimi due secoli, ha radicalmente mutato i metodi arcaici di decorazione delle piastrelle in favore di processi industriali e standardizzati.
Tuttavia è possibile notare come, anche grazie allo sviluppo della tecnologia e di un gusto sempre più esigente, vengano frequentemente adottati dalla produzione in grès porcellanato contemporanea soggetti e motivi già utilizzati negli azulejos di secoli fa.
Per capire le analogie con i prodotti odierni è quindi fondamentale illustrare i principali metodi arcaici di decorazione delle piastrelle, introducendo dalle origini la produzione di un paese famoso per portare i rivestimenti ceramici anche all'esterno delle proprie abitazioni: il Portogallo.
Il termine azulejo ha origine dalle parole arabe azzeli o al zuleycha, le quali significano piccola pietra lucidata e fanno riferimento a un elemento ceramico, generalmente quadrato e caratterizzato da una delle due facce smaltata.
In Portogallo si usarono pavimenti di mosaici smaltati fin dal XIII secolo, composti da pezzi geometrici con colori uniformi, visibili ad esempio all'interno del monastero di Alcobaça o del Castello di Leiria.
La tecnica per produrre i pezzi ceramici era denominata Alicatado e consisteva nel realizzare elementi smaltati di un unico colore che successivamente venivano tagliati con delle tenaglie seguendo un disegno riportato sulla superficie della ceramica.
È facile intuire quanto il processo di fabbricazione e di posa fosse lungo e realizzabile solo in alcuni contesti.
Per una produzione più meccanizzata bisogna aspettare il principio del XVI secolo, quando si diffuse in Portogallo l'uso dell'azulejo per il rivestimento anche delle pareti, con l'introduzione delle principali tecniche di decorazione tipiche della cultura ispano-moresca, denominate corda-seca e aresta.
Tali tecniche all'epoca erano diffuse soprattutto in Spagna nelle vicine città di Siviglia e Toledo e pur prevedendo una realizzazione ancora di tipo artigianale permettevano di produrre pezzi in serie aiutandosi con stampi e matrici.
Con l'avanzare del XVI secolo, una delle conseguenze della cacciata dei Mori fu la graduale sostituzione dei geometrici motivi islamici con decori più improntati alla natura e gli animali, instaurando un nuovo gusto gotico e successivamente rinascimentale.
Anche la tecnica subì un cambio, con l'adozione della Maiolica o Faiança, una tecnologia in realtà già conosciuta da almeno un secolo e tuttora praticata in alcune imprese di produzione e decorazione ceramica artigianale.
Le tecniche arabe, tuttavia, ormai patrimonio dell'artigianato locale, perdurarono per anni tornando ciclicamente con motivi ancora attuali.
La tecnica della corda-seca è una delle principali metodologie utilizzate nelle complesse composizioni geometriche di sapore moresco.
Era fondamentale nella fase della smaltatura che i colori non si mischiassero e che venisse rispettato il disegno. Questo, veniva quindi riprodotto sulla terracotta con una miscela di olio e ossido di manganese, un minerale conosciuto fin dagli antichi egizi che lo utilizzavano come pigmento scuro.
Dopodichè si applicavano gli ossidi colorati che in questo modo rimanevano separati nel processo di vetrificazione in forno. La traccia del disegno, invece, a causa delle alte temperature evaporava lasciando in superficie solo una sottile traccia denominata appunto corda secca.
La tecnica dell'aresta consisteva nello schiacciare l'impasto della piastrella in una matrice con il disegno da riprodurre inciso sul fondo.
Una volta rimosso il telaio sulla faccia inferiore rimaneva il motivo geometrico della decorazione, costituito da bordi leggermente in rilievo con la funzione di mantenere ben separati i colori.
Una variante della tecnica dell'aresta è quella del Rilievo, che prevedeva l'incisione della matrice in profondità realizzando di fatto il negativo di un bassorilievo.
In questo modo l'intero soggetto rappresentato, e non più solamente il proprio perimetro (come i grappoli e le foglie di vite riprodotte sopra), fuoriusciva dalla superficie acquistando profondità e un interessante gioco di chiaroscuri.
Con il termine maiolica, che trae origine dall'isola di Maiorca nelle Baleari, considerato uno dei nodi più grandi per la sua distribuzione nel mondo, si intende tutta la produzione ceramica che prevede l'applicazione di uno strato di smalto stannifero prima di essere decorata.
Relativamente alla produzione e decorazione delle piastrelle, la prima operazione era il taglio dell'impasto, praticato aiutandosi con una lastra di taglio e di una taglierina con la lama leggermente curva verso l'interno.
Successivamente, una delle due facce veniva ricoperta con uno strato di vetro in polvere mischiato con ossido di stagno, grazie al quale in un secondo momento era possibile dipingere senza che i colori si mischiassero.
Per riportare il motivo desiderato sulla piastrella, veniva utilizzato un foglio di carta vegetale che, grazie a dei forellini praticati lungo i contorni del disegno, fungeva da mascherina al momento di spolverare il foglio con della polvere di carbone.
Una volta ottenuta la traccia del disegno sulla piastrella da decorare, si procedeva finalmente a dipingere con dei colori ceramici per alte temperature e infine infornare a 980° C.
È impossibile apprezzare la decorazione ceramica moderna e contemporanea senza conoscere la tradizione. Un esempio eclatante è la produzione tipica dell'Art Nouveau; la tecnologia araba del rilievo fu sicuramente di ispirazione al noto Rafael Bordalo Pinheiro, autore di bellissime piastrelle utilizzate per decorare le padarias dell'epoca, ossia i nostri caffè.
In cucina non è difficile imbattersi in piastrelle decorate con motivi isolati al centro, in genere di colore azzurro, se ispirate alla produzione ceramica olandese.
È un fatto curioso che tale motivo, denominato tecnicamente a figura avulsa, in realtà trae origine dagli esercizi degli apprendisti, che in questo modo imparavano la tecnica ritraendo figure semplici come frutti, barche, conigli.
Per questa ragione le piastrelle erano destinate a decorare ambienti secondari come cucine o corridoi.
Piastrelle romboidali, a forma di croce, di trapezio o esagonali, rappresentano un gusto che pur essendo assolutamente moderno non è certo una novità, ma deriva da motivi già utilizzati nel XVII secolo, come testimonia il rivestimento della Biblioteca Municipale di Porto decorato in bianco e azzurro con la tecnica della faiança.
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