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Basta la parola damasco a farci balzare agli occhi le immagini di lussuosi e scintillanti palazzi signorili, dove il tessuto assume la stessa valenza di arredi fissi e mobili in legno e di decorazioni a stucco delle pareti.
Con il damasco si può davvero parlare di tessuto che arreda e riempie la stanza, diffondendo il fascino chiaroscurale dell'alternanza lucido / opaco a superfici orizzontali e verticali, nonché all'imbottito di cuscini e di comode e ricche sedute dal fascino di altri tempi.
Un vento orientale spira nella trama del damasco, nato nella remota Cina, trapiantato poi in una Siria che gli diede il nome nel XII secolo e approdato infine alle coste veneziane e genovesi durante il loro dominio da repubbliche marinare.
Grandi motivi stilizzati di fiori ne rendono da sempre riconoscibile l'immagine, declinata, nella versione contaminata multicolore, il damascato, in sorprendenti risultati che sfiorano la tridimensionalità.
E se la seta lo impreziosisce ancor di più, è vero che un perfetto tessuto damasco può essere ottenuto anche con fibre di cotone, nonché con filati misti o, in prodotti più economici, anche con fibre sintetiche.
Il design contemporaneo, sempre predisposto ad accogliere spunti creativi derivanti da ogni ambito della tradizione e dell'artigianato, sembra capace di sottrarre il motivo decorativo del damasco rubandolo al telaio Jacquard con il quale viene realizzato e di operare efficaci trasposizioni su oggetti insoliti ed esteticamente stimolanti.
Se tralasciamo l'ovvio riferimento presente in molti pavimenti e rivestimenti in ceramica o in carta da parati, possiamo farci sorprendere da qualche idea che, ad esempio, riguarda l'ambito dell'illuminazione per interni.
La scoviamo nella collezione Damasco di AXO LIGHT giovane ma fiorente realtà aziendale dell'entroterra veneziano.
Un tessuto damascato reso ignifugo da uno specifico trattamento superficiale connota con una cifra riconoscibile e preziosa una serie di lampade dal posizionamento versatile e dinamico: piantane da terra, abat - jour da tavolo, una sospensione di tre ampiezze diverse (diametro da 32, 56 o 90 cm), applique di due misure (da 30 e da 48 cm) e, non da ultime, lampade da soffitto analoghe, in forme e dimensioni, a quelle a sospensione.
I colori sono evanescenti e perlacei quanto basta per dialogare armonicamente e morbidamente con la luce racchiusa all'interno del paralume: grigio chiaro e avorio.
Le lampade di AXO Light sono pur sempre, però, esempi di una forma classica senza tempo, così pulita e lineare da diventare quasi iconica e inequivocabilmente contemporanea.
Ma al contemporaneo si può arrivare anche percorrendo un'altra strada. Anziché epurare il design da ciò che è di troppo, si può scomporre un elemento di arredo consolidato, nella fattispecie una sedia, e modulare lo schienale in una nuova configurazione un po' frammentata e asimmetrica per vocazione, ma avvolgente, fresca e dinamica come gli ambienti nei quali potrà essere inserita.
Freehand di Colico nasce dalla combinazione di due materiali moderni e leggeri, il tubolare d'acciaio (cromato, verniciato alluminio o satinato) e il metacrilato, ma decide di vestirsi a festa indossando la trama di un damascato rivisitato in chiave vedo - non vedo.
Molto efficace è, devo dire, soprattutto la versione in nero che, rispetto alla sua compagna di bianco vestita, sortisce maggior effetto decorativo e si adatta alla perfezione anche al settore contract.
Per apprezzare la purezza del design di Freehand, frutto dell'ideazione congiunta di Giovanni Lunardi e Alessandro Menchini, consiglio di dare un'occhiata alla versione in metacrilato completamente trasparente.
Per giocare con la luce e leggere la trama del damasco (o del damascato) come si deve, apprezzandone la corposità e il rilievo rispetto alla superficie, un'altra possibilità è individuare i contorni del motivo decorativo floreale e usarli come sagoma per un traforo fitto e lavorato come un merletto.
Naturalmente è bene scegliere una scala adeguata di disegno e adattare forme e dimensioni al supporto predestinato.
La cosa riesce molto bene, ad esempio, nel basso tavolino da caffè Damasco di Antonio Sergio per 1Lab.
Per realizzarlo l'azienda, specializzata nella lavorazione creativa e originale dei metalli, piega a C un semplice foglio di acciaio di spessore adeguato, ritaglia lungo il bordo un'ampia greca e, infine, lo lacca in un candido colore bianco lucido.
Con poche mosse il gioco è compiuto e la luce, naturale o artificiale, trapassando il traforo lo proietta a terra e sulle superfici circostanti moltiplicando il damasco in più dimensioni.
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