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La rosa canina, conosciuta anche come rosa selvatica comune, è un arbusto caducifoglie appartenente alla famiglia delle Rosaceae ed è molto diffuso nel nostro Paese e in altri continenti.
Questa pianta spontanea, che nasce nelle zone di campagna e ai margini dei boschi, è composta da fusti legnosi e spinosi, piccole foglie dentellate dalla forma ovale e fiori bianchi, gialli, rossi o rosa dotati di 5 petali.
In certi casi, la sua altezza può superare anche i 2 metri.
La fioritura della cosiddetta rosa di macchia, avviene da maggio a luglio, mentre la nascita delle bacche rosse, il cui nome corretto è cinorrodi, si verifica all'inizio dell'autunno. La loro raccolta può essere effettuata da ottobre a dicembre.
Al contrario di quanto si pensi, i veri frutti della rosa canina sono gli acheni, contenuti all'interno dei cinorrodi.
Rosa selvatica bianca – Foto: Pixabay
Queste bacche commestibili possiedono proprietà benefiche e medicamentose, perciò, vengono utilizzate per creare tisane, prodotti cosmetici, integratori e tanto altro ancora.
Coltivare la rosa selvatica non è un'operazione semplice, a causa della sua delicatezza e delle particolari cure di cui essa ha bisogno.
Si pensi ad esempio, alla sensibilità alle malattie come la ticchiolatura e la ruggine, che la maggior parte delle volte, se non vengono trattate con prodotti rameici, possono causare la morte della pianta in pochissimo tempo.
Tuttavia, con determinati accorgimenti, è possibile ottenere dei buoni risultati.
Ecco alcuni consigli pratici a riguardo!
La rosa canina si può coltivare partendo dai semi, dalle talee, oppure, acquistando un esemplare già sviluppato da un vivaio specializzato.
Pianta di rosa canina - Foto: Pixabay
Naturalmente, l'ultimo metodo è quello più facile e immediato, diversamente dai primi due.
La semina e la riproduzione per talea, infatti, possono rivelarsi tecniche complesse per varie questioni: dal taglio errato dei rami fino ad arrivare al periodo sbagliato di messa a dimora delle sementi.
Il luogo più idoneo dove piantare la rosa canina è bene illuminato e riparato dalle forti correnti d'aria. In ogni modo, è possibile sistemare l'arbusto anche a mezz'ombra.
Rosa canina rosa - Foto: Pixabay
In linea generale, la rosa di macchia predilige temperature di circa 20 °C, tuttavia, non si adatta soltanto ai climi temperati, bensì, anche a quelli più freddi.
Il terreno ideale per questo tipo di pianta è morbido e sciolto, ricco di sostanze nutritive e soprattutto, molto drenante. Come tante altre specie infatti, anche la rosa selvatica non tollera i ristagni idrici, i quali causano il marciume radicale.
Pertanto, occorre irrigare gli esemplari solo quando il terriccio risulta completamente asciutto, ricordandosi però, che le annaffiature durante il primo anno di impianto devono essere più abbondanti.
Prima di procedere con la messa a dimora della rosa canina (da effettuare in autunno), è necessario valutare l'ampiezza degli spazi verdi di cui si dispone, perché tali piante crescono rapidamente e possono formare cespugli fitti e di grandi dimensioni.
Ciò, le rende le candidate ideali per realizzare bellissime siepi.
Coltivare la rosa canina in vaso è un intervento abbastanza semplice, per il quale occorre seguire poche regole di base. La fase più difficoltosa è la manutenzione di questo arbusto, in termini di esposizione, temperatura e cure.
Rosa canina fiori bianchi - Foto: Pixabay
Dopo aver acquistato un contenitore rotondo con un diametro di circa 60 cm, è sufficiente riempirlo con un terreno soffice e formato da un'elevata quantità di sostanze organiche. In tal caso, può andar bene anche il classico terriccio universale per piante fiorite.
Per migliorare il drenaggio della terra, è possibile unire al composto la perlite, i lapilli vulcanici o l'argilla espansa.
Una volta collocata la pianta nel vaso, bisogna irrigarla abbondantemente e infine, esporla al sole o a mezz'ombra.
Sia per la rosa canina, sia per altre specie che non necessitano di copiose quantità di acqua, è consigliabile non utilizzare mai i sottovasi.
Il trapianto della rosa selvatica deve avvenire durante l'autunno, proprio come la sua messa a dimora.
Rosa canina bianca - Foto: Pixabay
Può essere necessario effettuare un rinvaso se il contenitore è diventato troppo piccolo per ospitare la pianta, oppure, per trasferire definitivamente l'esemplare outdoor.
In quest'ultimo caso, la rosa si svilupperà maggiormente, producendo parti verdi più rigogliose e fioriture più ricche.
Per ottenere una rosa canina che produca fioriture più abbondanti e durevoli, è bene provvedere alla sua concimazione in due periodi diversi dell'anno, ossia, in inverno e all'inizio della primavera.
Rosa canina botanica - Foto: Pixabay
I concimi ideali per la rosa selvatica sono dei fertilizzanti liquidi o granulari a lenta cessione.
Si possono utilizzare prodotti per piante da fiore, oppure, composti specifici per rose, tuttavia, la soluzione migliore consiste nell'impiego di letame bovino maturo.
La potatura della rosa selvatica deve essere svolta in base al clima tipico della zona in cui essa è coltivata.
Rosa canina gialla - Foto: Unsplash
Se la pianta è collocata in un'area dal clima mite o caldo, è possibile effettuare questa operazione in autunno; nel caso in cui, invece, l'esemplare sia posizionato in un luogo caratterizzato da temperature basse, bisogna eseguire la sua potatura in primavera.
Tale intervento si può realizzare per tre motivi diversi: donare una forma più ordinata ai cespugli, tagliare le ramificazioni vecchie e le infiorescenze appassite e sfoltire la chioma per consentire un maggiore passaggio d'aria tra i rami.
Come già accennato in precedenza, i benefici della rosa canina sono davvero numerosi: la pianta, oltre a essere ricca di vitamina C e flavonoidi (che le conferiscono un'azione antiossidante), viene utilizzata anche per trattare alcuni tipi di disturbi, come ad esempio, i sintomi influenzali e i calcoli renali.
Bacche di rosa canina - Foto: Pixabay
Inoltre, tra le proprietà della rosa canina, vi sono anche l'azione astringente, diuretica e lenitiva.
Infine, le bacche di questo arbusto vengono impiegate per produrre cosmetici biologici, come creme per il viso e per il corpo e olio per i capelli e le unghie.
Esistono numerose varietà di rose selvatiche, perciò, spesso, si tende a confondere le tante specie presenti in natura. Ecco quali sono le principali:
È bene ricordare che, con il termine rosa mosqueta, si definiscono in realtà tre specie differenti di rosa selvatica, ossia, la Rosa canina, la Rosa moschata e la Rosa rubiginosa.
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