Lo Stato puo' concorrere alla spesa per i lavori di restauro, stipulando convenzioni che possono prevedere l'apertura al pubblico dell'immobile in base al suo valore culturale.
Siete proprietari di immobili dichiarati di interesse culturale?
Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n.42, detto anche Codice dei beni culturali e del paesaggio, prevede gia' da tempo la possibilita' di accedere a contributi ministeriali nel caso di restauro o interventi conservativi.
Il Ministero ha infatti la facoltà di concorrere alla spesa sostenuta dal proprietario per un importo non superiore alla metà. Nel caso in cui gli interventi fossero di particolare importanza o riguardino edifici di uso pubblico, la sovvenzione può raggiungere addirittura l'intero ammontare.
Il proprietario di un edificio vincolato è tenuto a presentare presso la Soprintendenza l'istanza di preventiva autorizzazione ai lavori. Durante questa fase il Soprintendente, su richiesta dell'interessato, si pronuncia sull'ammissibilità ai contributi statali e certifica il carattere necessario dell'intervento ai fini dell'ottenimento del contributo.
Per determinare la quota di partecipazione statale, si terrà ovviamente conto di altri contributi pubblici e privati già approvati, ed anche di eventuali benefici fiscali di cui il proprietario può godere, in modo da evitare sovrapposizioni.
È bene però ricordare che il contributo viene emesso solamente a lavori ultimati e collaudati, calcolato sulla spesa effettiva sostenuta dal proprietario. Talvolta possono essere erogati acconti sulla base degli stati di avanzamento lavori certificati, considerando però che il proprietario è tenuto a restituirli nel caso in cui alcuni interventi siano eseguiti solo in parte o non siano eseguiti affatto.
È possibile anche ottenere contributi in conto interessi su mutui accordati da istituti di credito ai proprietari di beni culturali immobili. In questo caso il contributo sarà corrisposto dal Ministero direttamente all'istituto di credito, secondo modalità da stabilire con convenzioni. Questo tipo di contributo può essere concesso anche per interventi su opere di architettura contemporanea, di cui il Soprintendente abbia riconosciuto il particolare valore artistico.
Nell'atto di assunzione dell'onere della spesa compariranno anche accordi o convenzioni tra Ministero e proprietario, in cui sarà stabilita l'apertura al pubblico degli immobili una volta terminati i lavori di restauro. Gli accordi e le convenzioni sono valutati caso per caso, in base alla tipologia dell'intervento, al valore artistico e storico degli immobili e fisseranno i limiti temporali obbligatori di apertura.
Il Soprintendente provvederà poi a trasmettere tali informazioni al comune o alla città metropolitana competente sul territorio, in modo tale da poterne fare adeguata comunicazione al pubblico.