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In ambito fiscale, gli immobili sono catalogati in base a criteri connessi a diverse esigenze, ovvero:
Le categorie catastali si suddividono in 6 gruppi (a loro volta ripartiti in diverse classi immobiliari):
I metodi di stima spesso non sono in grado di restituire un'immagine fedele alle caratteristiche effettive degli immobili, in più si aggiunge il fatto che i fattori legati all'inserimento di un'unità immobiliare nella realtà circostante sono mutevoli.
Per cui entra in gioco la consistenza catastale, un valore che permette di ricavare la rendita immobiliare mediante il prodotto con gli estremi catastali in vigore nel Comune a cui si fa riferimento.
La consistenza catastale dunque è la grandezza di un immobile calcolata utilizzando uno specifico parametro come unità di misura.
Questo parametro varia in base alla categoria di immobili:
La consistenza catastale è un valore importante per la corretta determinazione del reddito proveniente dall'immobile e delle imposte dovute all'Erario.
Vediamo qual è la definizione di vano catastale.
Per i fabbricati ricadenti nella categoria A la misura è il vano, con cui si indica lo spazio delimitato dalle pareti, dai pavimenti e dai soffitti, munito di illuminazione diretta.
Metri catastali e metri reali non coincidono, infatti in base alla destinazione d'uso il vano catastale può corrispondere a una frazione di quello reale.
Le tipologie sono:
Per comprendere al meglio l'argomento, è necessario fare una differenza tra superficie catastale e consistenza.
La superficie catastale è composta da vani principali e accessori diretti, come le camere e gli ingressi, a cui si aggiungono i vani indiretti, ovvero le soffitte e le cantine.
Questi ultimi si suddividono in due sottocategorie:
Fanno parte della superficie catastale i terrazzi e i balconi, anche loro suddivisi in:
Per calcolare la superficie catastale, si prendono in considerazione anche le superfici scoperte, calcolate al 10% se la superficie arriva fino a quella dei vani principali, oltre questa superficie si calcola al 2%.
Per il calcolo della consistenza catastale della categoria A si considera il vano catastale minimo e massimo, variabile in base alla provincia in cui è situato l'immobile. Prima del calcolo vero e proprio della consistenza, saranno necessarie:
Per la consistenza si considerano anche la parti di vano reale eccedenti alla misura massima intera del vano catastale.
Questo valore è espresso in: (superficie vano misurato – superficie massima vano catastale) / superficie massima vano catastale.
Quindi il totale sarà pari a 1 sommato al valore dell'eccedenza.
La consistenza dell'immobile intero si misurerà come somma delle consistenze dei singoli vani arrotondata di mezzo vano, ad esempio, se il valore è 5,3 si considererà 5,5.
In seguito al totale si potrà aggiungere un 10% in cui sono inclusi vano scale o caldaie, o detrarre un 10% se presenti locali bassi o bagni incompleti.
Per le unità immobiliari facenti parte della categoria C, ovvero locali commerciali e negozi, non avviene il calcolo dei vani catastali ma la somma in metri quadri della superficie utile degli ambienti principali e quella degli ambienti accessori.
Come nel caso della categoria A vengono applicati dei correttivi non superiori al 10%.
Il valore totale si arrotonda al metro quadro.
Eccezione è data dalla categoria C1, per cui si considerano per intero i metri quadri del locale utilizzato per l'attività commerciale, mentre per i locali accessori si calcola solo una percentuale, variabile tra il 20% ed il 50%.
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