Condono Edilizio: nuova ipotesi di riapertura

Alcuni emendamenti al Decreto Milleproroghe ripresenterebbero i contenuti del DL Sarro dello scorso anno.
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Il Decreto cosiddetto Mille Proroghe, al secolo Ddl 225/2010, è uno strumento legislativo con cui il Governo periodicamente aggiorna le priorità relative alle disposizioni ed agli interventi in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie; per sua natura, è una sorta di calderone in cui confluiscono proposte ed idee interessanti e di natura molto differente, così come vengono inseriti, spesso, emendamenti che possono servire ad accontentare alcuni settori dell'elettorato dell'una o dell'altra forza politica.

Demolizione immobili abusiviUno degli argomenti più controversi, che periodicamente fa la sua comparsa in maniera palese oppure parzialmente velata, è la riapertura del Condono Edilizio, iniziativa molto apprezzata da alcune parti della popolazione (gli abusivisti, principalmente) ed osteggiata fortemente da chi, invece, si preoccupa del rispetto dell'Ambiente e crede che le Leggi Urbanistiche esistano per garantire pari diritti di godimento del Territorio per tutti.

Non dimentichiamo che nel corso del 2010 questo argomento è stato portato ripetutamente all'attenzione dei lavori parlamentari e della cronaca, in particolare con il DL Sarro, dal nome del suo primo firmatario, che aveva in maniera esplicita cercato di riaprire i termini di efficacia della Legge 326/2003 per la Regione Campania, sulla scorta di un ragionamento che fondava le sue motivazioni sulle forti proteste popolari per gli abbattimenti ad Ischia e sulla disparità di trattamento generata dall'allora Legge Regionale della Campania, che limitava il campo d'azione delle Legge Nazionale del terzo Condono.

Come sappiamo il DL Sarro non ebbe seguito, perché fortemente combattuto dalle forze di opposizione e da una grossa fetta dell'opinione pubblica, particolarmente critica verso quella parte del DL che prevedeva lo stop alle demolizioni, conseguenti a sentenze passate in giudicato, anche in zone, come l'Isola d'ischia, sottoposte a vincoli di natura paesaggistica ed esposte a rischio idrogeologico.

Successivamente a questa iniziativa, qualche mese dopo, alcuni emenCostruzionidamenti presentati dal Senatore Pdl Paolo Tancredi alla manovra Finanziaria allora in corso di approvazione riproponevano l'idea della riapertura dei termini della Legge 326/2003, estendendolo ad abusi commessi in zone protette, nonché prevedendola per alcuni abusi entro il 20% dell'esistente e non oltre i 100 mq, purché paesaggisticamente compatibili; anche questa proposta, subito criticata da più parti, fu rapidamente estromessa dal Governo.

La notizia che, nell'ambito della discussione parlamentare per l'approvazione del Nuovo Decreto Mille Proroghe, siano stati presentati, da un gruppo di Senatori del Pdl tra i quali ci sarebbe ancora il Senatore Sarro, alcuni emendamenti che mirerebbero ad inserire nuovamente una forma di Condono, o più specificatamente di riapertura dell'ultimo Condono edilizio, è subito diventata argomento di pubblico dibattito, perché relativa, ancora un volta, ad immobili che ricadrebbero in aree tutelate e sarebbe aperta anche a coloro che hanno già avuto respinta la precedente richiesta di sanatoria.

Le iniziative contenute negli emendamenti citati contengono anche alcune proposte di modifica del Testo Unico dell'Edilizia, in particolare introducendo la possibilità, per le Amministrazioni Locali, di destinare immobili sequestrati all'edilizia sociale, a canone concordato, purché siano verificate le condizioni statiche ed igienico sanitarie degli edifici in oggetto, prevedendo anche la possibilità di istituire un diritto di prelazione per coloro che occupavano i fabbricati abusivi al momento della confisca e siano in condizioni di disagio abitativo.

Demolizioni abusiUna delle reazioni più dure e motivate è quella del Consiglio Nazionale degli Architetti, che in un comunicato stampa ufficiale, pubblicato sul proprio sito istituzionale lo scorso 28 Gennaio, invita apertamente il Governo al ritiro degli emendamenti in oggetto. In particolare il CNAPPC giudica tali proposte una resa dello Stato di fronte ad atti illeggittimi e particolarmente inaccettabile perché non vi sono interessi pubblici reali e superiori che giustifichino scelte di questo tipo, che già in passato si sono rivelate dannose per il Territorio. Il Comunicato Stampa termina, infine, con uno specifico riferimento al fatto che un nuovo condono andrebbe in contrasto con i dettami costituzionali di cui all'art. 9 della Costituzione repubblicana.

Le ultimissime notizie, del 1 febbraio u.s., ci dicono che gli emendamenti, così come sono stati presentati, sono stati ritenuti inammissibili nella seduta congiunta delle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio perché non in correlazione con i provvedimenti contenuti nel Mille proroghe. C'è da aspettarsi, in ragione della motivazione che ha causato la non ammissibilità, che gli stessi emendamenti saranno quasi certamente ripresentati in forma differente per provare a farli rientrare nell'approvazione del Ddl 225/2010.

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