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Condono abusi ambientali

In discussione in Senato un emendamento al decreto Milleproroghe che aprirebbe i termini per un condono degli abusi edilizi commessi su beni sottoposti a vincolo paesaggistico ed ambientale.
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Mentre le cronache registrano episodi di guerriglia urbana da parte di un gruppo di cittadini ischitani che si oppongono allo sgombero di un edificio abusivo, in Italia si torna a parlare di condono.

Paesaggio toscanoL'ultimo condono edilizio emanato nel nostro Paese è disciplinato dal Decreto Legge 269/2003, poi convertito in Legge 326 del 2003 e riguarda gli abusi commessi prima del 31 marzo 2003.
All'art. 32, comma 27, lettera d), sono elencati i casi esclusi dalla sanatoria, tra i quali ricadono gli abusi commessi su immobili soggetti a vincoli ambientali e paesistici.

In questi giorni è in discussione in Commissione Affari Costituzionali al Senato una proposta di emendamento al disegno di legge di conversione del Decreto Legge 194/2009 Milleproroghe che, intervenendo sull'articolo citato, consentirebbe di far rientrare gli abusi commessi sui beni ambientali tra quelli sanabili.
Se passerà la proposta, quindi, sarà possibile richiedere un condono edilizio per questo tipo di opere, dopo aver ottenuto l'autorizzazione paesaggistica prevista dall'art. 146 del Codice dei Beni Culturali, il Dlgs 42/2004, ma in deroga a tale norma, poiché essa prevede il rilascio solo per opere ancora da realizzare.

La domanda di condono dovrà essere presentata entro il 31 dicembre 2010, anche in presenza di diniego ad eventuali istanze già presentate, e consentirà di sospendere tutte le procedure, penali ed amministrative, in corso.

Paesaggio toscanoInutile dire che questa notizia ha suscitato numerose polemiche anche se le cronache giornalistiche di questo periodo hanno messo la notizia in secondo piano, rispetto ad altre cui stanno dando maggiore risalto.

Per il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza la riapertura retroattiva dei termini del condono (che infatti riguarderà anche abusi commessi prima del 31 marzo 2003), non farà altro che agevolare ancora una volta gli speculatori che si sono arricchiti ai danni del paesaggio del nostro Paese e continueranno a farlo indisturbati.

Oltre ai danni ambientali bisognerà fare i conti, poi, con la sicurezza, messa drammaticamente in evidenza dalle sciagure del terremoto de L'Aquila e delle alluvioni di Messina ed Ischia. Queste tragedie hanno evidenziato la necessità di uno sviluppo edilizio più equilibrato e rispettoso del territorio che la presenza di un ennesimo condono non terrebbe in considerazione.
L'esperienza ha dimostrato, infatti, che soltanto parlare di condono in un Paese come il nostro in cui vige l'anarchia urbanistica ed edilizia, significa già dare l'abbrivio ad interventi speculativi ed iniziative di privati prive del rispetto delle più elementari regole di sicurezza, di buon senso e di canoni estetici.

Il decreto Milleproroghe arriverà in aula al Senato mercoledì prossimo, ed è auspicabile che l'emendamento non venga accolto, per scongiurare i pericoli di cui abbiamo parlato.

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