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Oramai è acclamato: l'architettura va di pari passo con le trasformazioni che interessano l'ambiente e la società.
Tali cambiamenti si riflettono sul modo di abitare e di vivere la dimensione domestica.
L'uomo vive in contesti sempre più frenetici: grazie alla tecnologia riusciamo ad essere in contatto anche con persone oltre oceano, gli spostamenti sono diventati più rapidi ma, nonostante tutto ciò, il tempo libero a nostra disposizione sembra ridotto.
Al contempo il clima è notevolmente cambiato: si assiste ad improvvisi cambi di temperatura, a fenomeni meteorologici straordinari e dall'impatto, talvolta, devastante.
Ed ecco che l'uomo, di fronte a tali circostanze, cambia il proprio modo di essere e di vivere i propri spazi, collettivi ed individuali.
Dal proprio canto, l'architettura e l'edilizia diventano il mezzo per sfruttare la tecnologia e i nuovi materiali esistenti al fine di dar vita a nuove strutture capaci di resistere ad eventuali fenomeni eccezionali e non impattanti sull'ambiente.
Per raggiungere questo fine è necessario progettare tenendo conto del contesto in cui si trova e traendo spunto dalle tipicità locali per realizzare, come in agricoltura, prodotti a Km 0, o quasi.
Data l'importanza del fenomeno, moltissimi sono i concorsi nati negli ultimi anni tesi alla realizzazione di nuove forme d'abitazione, fondate sul riuso, sul riciclo, sulla sostenibilità e l'innovazione.
L'istituzione dei concorsi risulta molto importante al fine di incentivare la creatività e sensibilizzare i giovani progettisti sul tema.
Uno degli ultimi concorsi banditi interessanti sotto questo profilo è sicuramente 100 Mile House, un concorso d'idee promosso dall'Architecture Foundation of British Columbia, nel quale si invitano i partecipanti a ripensare il modo di abitare nella città di Vancouver.
L'assunto di base dal quale partire è lo studio delle prime abitazioni in cui si rifugiava l'uomo, abitazioni caratteristiche del luogo in cui lo stesso stanziava: gli igloo per gli abitanti dei paesi nordici, le case di argilla nei paesi dell'area mediterranea, oppure le costruzioni in paglia o pietra.
Questi esempi risultano importanti al fine dell'utilizzo dei materiali locali, o, come indica il titolo del concorso stesso, materiali reperibili nel raggio di 100 miglia dalla città di Vancouver, luogo ipotetico nel quale i partecipanti sono invitati a progettare l'alloggio.
Oggetto del concorso era la realizzazione di un'abitazione per un nucleo familiare di 4 persone, della dimensione di 1200 piedi quadrati, ossia circa 110 metri quadrati.
I progetti da presentare dovevano integrare soluzioni innovative in campo tecnologico, estetico, nei materiali e nelle finiture utilizzate.
La città ed il contesto scelti non rappresentavano un vincolo alla progettazione dell'edificio: per la sua conformazione esso doveva risultare un prototipo riproponibile anche in un'altra zona del pianeta.
Al concorso hanno preso parte 57 gruppi di progettazione appartenenti a 17 paesi.
Tra questi la giuria, composta da tecnici, professori ed esperti sul tema, ha scelto 5 finalisti premiati con somme in denaro ed alcune menzioni per i progetti di studenti meritevoli.
Il primo premio è stato assegnato al progetto MycoHome di Tony Osborn, una casa basata sull'adozione delle fibre naturali del legno provenienti dalle vicine foreste canadesi.
Su tali fibre vive l'apparato vegetativo dei funghi, il micelio, da cui è tratto il nome dei Myco Brix, che costituiscono la struttura portante dell'edificio, sulla quale è aggrappato il rivestimento in carta riciclata rinforzata con resina fenolica.
L'edificio è personalizzabile dall'utente finale che può progettarlo autonomamente o con il proprio futuro vicino di casa su una piattaforma on line, riducendo così i tempi di progettazione e incentivando la condivisione.
Il premio per l'innovazione è stato invece assegnato ad un progetto basato sull'equilibrio degli ecosistemi e sulla possibile convivenza tra uomo e natura.
Si tratta delle Bee House di Renee Ferguson e Michelle Krochmall, una villa urbana perfettamente integrata nel verde.
Oltre a sfruttare diverse fonti di energia rinnovabile, dispone di aree a verde coltivato e configurato e di pareti di verde verticale che offrono accoglienza alle api per l'impollinazione.
Insomma il concorso è risultato essere un'ottima occasione per dar vita a progetti pieni di creatività ed innovazione: studenti, architettiti, designer, semplici appassionati si sono cimentati nell'arte di creare prototipi di abitazione sostenibili e che incentivano la socializzazione ed il confronto.
Ora per avere reali effetti sulla nostra vita e per assistere a cambiamenti, basterebbe vedere anche solo una di queste opere realizzata.
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