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Quando si decide di acquistare una casa all'interno di un condominio ci si pone sempre degli interrogativi relativamente all'impianto di riscaldamento.
Di solito ci si chiede se è meglio preferire un impianto di riscaldamento autonomo o un impianto centralizzato.
Nella maggior parte dei casi, soprattutto se ci si trasferisce in condominii di costruzione nuova o non proprio recente, si opta per un impianto di riscaldamento autonomo.Questa scelta solitamente viene fatta sia perché si è convinti che la presenza di un impianto autonomo di riscaldamento, essendo appunto a gestione autonoma contribuirà a contenere le spese, sia per evitare fastidiosi diverbi con gli altri condomini, relativamente a problemi di manutenzione, ma soprattutto agli orari di accensione e spegnimento dello stesso impianto di riscaldamento.
Infatti nei condominii la questione delle fasce orarie di funzionamento dell'impianto genera una serie di discussioni, poiché bisogna nel contempo cercare di accontentare tutti senza però sforare con la bolletta legata ad un uso eccessivo dell'impianto.
Una nota a favore degli impianti di riscaldamento autonomo è quella di essere più moderni e meno inquinanti. Ogni singolo utente avrà poi la possibilità di gestire, in proprio, il riscaldamento, evitando gli sprechi inutili come ad esempio l'accensione quando si è fuori casa.
Ovviamente l'impianto di riscaldamento indipendentemente dal fatto che sia autonomo o condominiale deve essere mantenuto costantemente.
Per quanto riguarda gli oneri di manutenzione, al proprietario di un generico immobile dotato di impianto di riscaldamento autonomo spetta l'onere annuale di far effettuare un controllo al proprio impianto da personale specializzato. Il controllo dei fumi e del corretto funzionamento della canna fumaria, invece potrà essere eseguito ogni due anni.
Ogni impianto di riscaldamento sarà dotato di un libretto specifico dell'impianto, che costituisce una sorta di registro di vita dell'impianto di riscaldamento. All'interno di questo libretto dovranno essere annotate tutte le visite fatte dai tecnici durante i vari controlli fatti all'impianto e tutte le modifiche e le riparazioni eseguite.In tutti gli edifici per civile abitazione, il cuore dell'impianto di riscaldamento, ovvero il locale caldaia è collocato in uno spazio apposito, opportunamente messo in sicurezza, all'interno dello stabile.
Questo ambiente a seconda delle dimensioni e della potenza della caldaia dovrà rispettare dei requisiti in termini strutturali e di resistenza al fuoco e se necessario, dipende dai casi, affinché l'intero impianto possa essere messo in funzione dovrà essere dotato di un CPI, certificato di prevenzione incendi.
Tutta questa documentazione e tutti i controlli tecnici dovranno essere eseguiti da un tecnico abilitato e iscritto all'albo del Ministero degli Interni.
Nei condominii però ci sono ancora tanti condomini che per scelta decidono di non distaccarsi, ma di mantenere in funzione un impianto di riscaldamento centralizzato.
Per risolvere i problemi legati alla ripartizione di costi e spese è possibile installare dei sistemi di contabilizzazione individuale del calore. Al singolo condomino in questo modo si darà possibilità di scegliere di distaccarsi dal riscaldamento centralizzato oppure no.Ovviamente scegliere di staccarsi dall'impianto centralizzato non dovrà comportare nessun aggravio di spese per chi invece decide di restare attaccato all'impianto condominiale. Inoltre l'intervento di distacco non dovrà comportare disagi a livello tecnico rischiando di compromettere la funzionalità dell'impianto centralizzato.
Se prima era necessario ottenere il parere unanime di tutti i condomini, per distaccarsi dall'impianto centralizzato, dal 18 giugno 2013 è possibile ottenere il distacco dall'impianto di riscaldamento centralizzato senza attendere il benestare dell'assemblea di condominio.
Quando si decide di distaccarsi però il singolo condomino sarà comunque tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell'impianto e per la sua conservazione e messa a norma.
In termini di risparmio energetico, il D.P.R. n 59/09, definisce nell'art. 4, comma 9 che: in tutti gli edifici esistenti, con più di quattro unità abitative, e in ogni caso per potenze nominali del generatore di calore dell'impianto centralizzato maggiore o uguale a 100 kW, è preferibile il mantenimento di impianti centralizzati laddove esistenti.
Nonostante però ci sia stata questa legge, ci sono dei casi particolari in cui c'è una possibile limitazione, infatti prima di procedere con la richiesta del distacco bisogna accertarsi che, il Comune in cui è ubicato l'immobile, non abbia stabilito sul proprio regolamento edilizio il divieto di distacco da impianto centralizzato.
Questa limitazione si verifica in parecchi comuni d'Italia che cercano d'incentivare gli impianti centralizzati di riscaldamento che hanno un impatto minore in termini di inquinamento, rispetto a quelli autonomi.
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