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Una problematica particolarmente diffusa in casa è la bassa pressione dell'acqua.
In termini tecnici, la portata misura quanta acqua scorre nella tubatura al secondo, la pressione è la forza con cui essa fluisce.
Quindi se la pressione è bassa, l'acqua che uscirà dal rubinetto sarà molto ridotta.
Sono svariate le cause che possono provocare questo inconveniente, alcune risolvibili con interventi semplici altre che necessitano di un supporto tecnico professionale.
Qualunque sia il problema, il disagio che si crea è elevato, soprattutto nel periodo invernale, perché si avrà un blocco nella produzione di acqua calda sanitaria da parte dello scaldabagno o della caldaia.
In questo articolo ci soffermeremo su come aumentare la pressione domestica.
Nel corso dell'anno può accadere che la pressione idrica si abbassi improvvisamente per alcune ore. A volte può dipendere dal prelievo effettuato da parte dei singoli utenti negli stessi orari.
Spesso se esce poca acqua dal rubinetto di casa è il segno di un problema ai tubi che si risolverà quando le tubazioni si sistemeranno.
In alcuni casi, quando non piove per molto tempo, l'abbassamento di pressione dipende da un calo dell'acqua in falda.
Per questo motivo il gestore dell'acquedotto dovrà controllare la portata riducendo di conseguenza la pressione, previa comunicazione agli utenti.
È possibile che il calo di pressione dipenda da lavori di manutenzione temporanei.
Generalmente quindi è il gestore a regolare la quantità di acqua da fornire alle utenze, garantendo portata e pressione idonee al soddisfacimento delle attività quotidiane e al funzionamento di caldaie o scaldabagni. La pressione ideale è di 3 bar.
Spesso, se l'abitazione si trova all'ultimo piano di un condominio o in collina, o comunque in una posizione più alta rispetto al livello di falda, la pressione dell'acqua risulta debole.
Per risolvere il problema è possibile adoperare delle elettropompe o dei serbatoi di raccolta dell'acqua che assicurano la portata a un maggiore flusso.
Se il problema non riguarda l'acquedotto, bisogna individuare la causa procedendo con verifiche preliminari.
Inizialmente si vedrà se la problematica è localizzata in un solo rubinetto o se riguarda più terminali. Qualora il danno non fosse risolvibile, in caso di perdite o ostruzioni, la situazione dovrà passare nelle mani di un idraulico.
Quando il problema è localizzato in un rubinetto, la causa è attribuibile al calcare accumulato nel frangigetto.
Rimuovendo l'erogatore lo si può lasciare in ammollo per almeno 3 ore in acqua, aceto e bicarbonato di sodio così da sciogliere le incrostazioni.
Se il problema dovesse persistere, è necessario acquistare un nuovo erogatore.
Qualora la pressione dell'acqua continui a non subire miglioramenti il problema potrebbe riguardare il rubinetto stesso o l'impianto idraulico.
Si dovrà quindi smontare il rubinetto e controllare se ci sono pezzi danneggiati.
Quando esce poca acqua calda dalla doccia il problema può essere il soffione.
Anche in questo caso è conveniente smontarlo per eseguire la pulizia, rimuovendo tracce di calcare o altri depositi.
Se l'acqua non raggiunge ancora una pressione idonea è necessario controllare se sono presenti strozzamenti o pieghe nelle tubazioni.
Un'altra valutazione da fare è se la pressione è bassa solamente quando si utilizza l'acqua fredda o anche nell'uso di acqua calda, perché in quest'ultimo caso, il problema è riconducibile a un malfunzionamento della caldaia o dello scaldabagno.
A che pressione deve stare la caldaia per fornire acqua calda?
A circa 1,5 bar, ma molto spesso per problemi di calcare che ostruisce lo scambiatore o per danni alla valvola di intercettazione della temperatura essa non viene soddisfatta.
È necessario eseguire una decalcificazione della caldaia da parte di personale specializzato, così da eliminare il calcare depositato e ripristinare il problema.
Se la pressione si abbassa fino a 0,5 bar, a causa di perdite di acqua o eccesso di aria, la caldaia va in blocco e non parte.
Il problema dell'eccesso di aria si può risolvere mediante lo sfiato dei termosifoni, mentre le perdite di acqua dovranno essere valutate da un professionista nel settore.
Detto ciò, come aumentare la pressione della caldaia qualora non dovessero esserci i problemi prima presentati?
È semplice: basterà aprire il rubinetto di mandata dell'acqua che si trova sul fondo della caldaia così da far alzare la pressione o agire sul rubinetto che si trova a monte dell'impianto.
A volte il danno alla caldaia può essere dovuto alla rottura della pompa dell'acqua, anche in questo caso risulterà necessario affidarsi ad un idraulico esperto.
A volte il problema può presentarsi nei lavandini.
A tal proposito andrà controllata la valvola principale dell'acqua e l'idrovalvola.
Quest'ultima è a forma di campana e ha il compito di mantenere l'apporto di acqua di un edificio a un livello sicuro.
Quando la si individua basterà ruotare il regolatore in senso orario così da alzare la pressione.
Qualora il problema dovesse perdurare è probabile che l'idrovalvola sia rotta e si dovrà effettuare la sostituzione.
È possibile intervenire anche sulla valvola principale dell'acqua posizionata vicino al contatore, controllando che sia totalmente aperta per poi valutare la pressione.
Se neanche in questo modo il problema è risolto, può esserci una perdita nelle tubature.
L'abbassamento di pressione è spesso dovuto a perdite di acqua nei tubi.
Per una verifica, si potrà controllare se ci sono zone umide in vicinanza di scarichi oppure effettuare un check up del contatore.
Qualora girasse a vuoto con i rubinetti chiusi, è ovvio che sia presente una perdita.
In questo caso ci si dovrà rivolgere a tecnici specializzati per eseguire un cambio di tubazioni.
È possibile che l'abbassamento di pressione si riconduca a un malfunzionamento del blocco interno dello sciacquone che causa perdite continue di acqua nel wc.
Per valutare il problema, si potrà inserire un colorante nel serbatoio senza tirare lo scarico e lasciarlo per qualche ora. Se ci sono residui di colorante nel wc allora sarà necessario acquistare un nuovo galleggiante.
Una possibile soluzione per aumentare la pressione dell'acqua domestica è l'inserimento di una pompa elettrica.
Munita di un motore che si alimenta a corrente elettrica, la pompa si aggancia all'allaccio dell'impianto alzandone la pressione ai livelli richiesti.
Ovviamente, va tenuto in considerazione che durante la giornata la pressione può subire delle variazioni; è quindi fondamentale che la pompa sia capace di adeguarsi per il mantenimento di livelli costanti.
La pressione finale deve essere regolata in maniera molto precisa, valutando sia la stabilità dell'impianto sia la capacità di gestione della pompa.
È quindi consigliabile farsi aiutare da un professionista specializzato nel settore per la regolazione corretta della pressione.
L'azienda Grundfos propone diverse soluzioni per l'aumento della pressione domestica. Una di queste è Hydro Solo-E, un sistema realizzato per gli impianti che necessitano di conservare una pressione costante nel tempo.
Totalmente ottimizzato, garantisce una stima della portata, il controllo della pressione e un'installazione repentina. La pressione assicurata è di 16 bar, con una portata massima di 70 m³/h e una prevalenza di 141 m.
I materiali adoperati sono di ottima qualità: infatti, la pompa è molto resistente e ha una lunga durata.
Dai costi energetici bassi e un ingombro minimo, Hydro Solo-E garantisce ottime performance e bassa rumorosità.
Un prodotto proposto dall'azienda Matic - S.r.l. è Jolly Pump 12, una pompa molto silenziosa.
Realizzata per aumentare la portata dell'acqua alla doccia, è capace di svolgere autonomamente l'accensione e lo spegnimento in tutti gli impianti che sono muniti di un serbatoio di accumulo con adduzione a caduta.
Il motore assicura la silenziosità della pompa, così da potersi posizionare in qualsiasi spazio interno all'edificio.
Funziona in maniera molto semplice.
Quando si apre un qualsiasi rubinetto, il movimento dell'acqua viene captato da una valvola che determina l'avvio del motore, assicurando il flusso costante per tutta la durata della doccia.
Quando il rubinetto si chiude, la mancanza di flusso spegne il motore, così da evitare la creazione di sovrappressioni problematiche per l'impianto.
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