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Accostare pavimenti diversi può essere tanto una necessità quanto una volontà precisa.
Si tratta di necessità quando per contenere i costi si decide di cambiare la pavimentazione solo di una porzione di casa, ad esempio bagno e cucina, lasciando inalterata quella dei locali rimanenti.
Quando invece si ha la possibilità di decidere i materiali per pavimentare l'intero appartamento ci si può permettere un progetto di posa che utilizzi formati e materiali differenti, a meno che non si sia orientati a realizzare una superficie uniforme.
Per comprendere bene le problematiche legate alla posa dei pavimenti è bene avere idea di come sia fatto un pavimento e di cosa ci sia sotto lo strato di piastrelle o legno che calpestiamo in casa.
Le piastrelle o i rivestimento in genere hanno spessori variabili a seconda del materiale di cui sono costituiti.
Nel caso di normali piastrelle o parquet lo spessore più comune si aggira sui 5 millimetri, arrivando al centimetro se si tratta di liste in legno massello.
In presenza di elementi in cotto, lastre di marmo o marmette cementizie, anche denominate pastine, lo spessore aumenta di un centimetro, misurando quindi tra 1 e 2 centimetri.
È bene tenere presente lo spessore dei vari materiali quando si studia di comporre elementi differenti a pavimento, perché la posa potrebbe essere difficoltosa se le differenze di spessore sono importanti e non risolvibili all'interno dello strato di colla.
A supporto della la piastrella o del listone di legno, generalmente si ha uno strato di colla di spessore variabile dai 3 ai 5 mm, applicata su uno strato di sottofondo di circa 10 cm opportunamente livellato.
Il sottofondo è lo strato in cui vengono inglobati gli impianti elettrico e idraulico che corrono a pavimento, incluse le serpentine del riscaldamento in assenza di termosifoni alle pareti.
Può capitare che ristrutturando il bagno, dovendo sostituire gli impianti presenti nel sottofondo, si sia costretti a rifare la pavimentazione posando un materiale nuovo.
Si pone quindi il problema di come accostare i pavimenti diversi in corrispondenza della soglia.
Si può decidere poi di estendere la nuova pavimentazione alla cucina, in genere confinante con il bagno per una questione di condivisione degli scarichi, ma come si raccorda il pavimento nuovo al pavimento esistente in soggiorno?
Le opzioni sono principalmente due:
-il nuovo pavimento andrà a coprire il pavimento esistente, creando un piccolo gradino
-il nuovo pavimento sostituirà il pavimento esistente, che dovrà quindi essere totalmente rimosso.
La seconda opzione comporta ovviamente costi più elevati, partendo da un prezzo unitario di 18 euro circa per ogni metro quadro di piastrelle demolite.
Se invece si opta per coprire il pavimento esistente si può valutare di posare un materiale a spessore ridotto per dimezzare il dislivello tra le due superfici.
I pavimenti potranno essere esteticamente simili o totalmente differenti tra loro, tenendo sempre in considerazione che anche materiali della stessa marca se prodotti in periodi differenti possono alterare significativamente la tonalità dell'impasto o dell'essenza, se si tratta di legno.
Un consiglio da seguire è tener presente che le texture, ossia le superfici al tatto siano simili, evitando quindi di accostare un pavimento lucido a uno strutturato.
Per quanto riguarda i colori, restringere la scelta alle tinte complementari tra loro e comunque rispettarne le tonalità è consigliabile, soprattutto quando non c'è la volontà di simulare il materiale esistente con quello nuovo, cosa che non consiglio tranne in casi particolari.
Un elemento fondamentale quando si accostano pavimenti diversi è il profilo di separazione che si utilizza, essendo un particolare che può fare la differenza in un intervento di ristrutturazione.
Una soluzione ricorrente nelle ristrutturazioni, che ho avuto modo di eseguire, è l'accostamento di pavimenti differenti tra l'ingresso e il soggiorno.
L'ingresso di un appartamento è una zona delicata in quanto sottoposta a usura più di altri ambienti in casa. Soprattutto nei mesi invernali capita frequentemente di entrare in casa con le scarpe bagnate o infangate e tante volte lo zerbino fuori dalla porta non basta a ripulire la suola.
In Italia non è consuetudine togliersi le scarpe fuori dalla porta di casa se si vive in un condominio, quindi l'unica soluzione per preservare il pavimento entrando in casa è che questo sia costituito nell'ingresso da un materiale quanto più resistente e inassorbente possibile, come ad esempio il grès porcellanato.
In soggiorno però non è facile rinunciare al calore del legno a terra, quindi bisogna studiare un modo per raccordare due pavimenti diversi.
Nell'esempio in fotografia, scattata prima di inserire il profilo tra i due pavimenti, è rappresentato un cambio di pavimentazione all'ingresso che ha permesso al tempo stesso di ingrandire visivamente la piccola cucina confinante.
Interrompendo il grès in corrispondenza della porta della cucina questa sarebbe sembrata più piccola; in questo modo, invece, quando la porta è aperta il pavimento continua unendosi all'ingresso e il locale sembra più grande.
Quando si accostano due pavimenti diversi in genere si inseriscono dei profili di separazione, i quali possono essere di due tipi:
-profili per pavimenti allo stesso livello.
-profili per pavimenti a livelli differenti.
Tra i profili per pavimenti allo stesso livello ci sono:
- i profili a T per sormontare le piastrelle/parquet e coprirne le imperfezioni grazie alle due estremità sporgenti;
- i più discreti profili a L da posare in concomitanza con le piastrelle;
- i profili a I per inserimenti successivi alla posa.
Per i pavimenti a livelli differenti la geometria del profilo cambia, dovendo raccordare due superfici non planari.
Una soluzione interessante, soprattutto per pavimenti sovrapposti in legno, sono i profili con terminale in legno di rovere, i quali riescono a dare continuità al pavimento senza così interporre un terzo materiale tra due elementi già di per sè differenti.
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