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L'oleandro è la pianta mediterranea per eccellenza, indubbiamente tra le più amate da noi Italiani. È un arbusto sempreverde autoctono (forse) dell'Asia ma ormai considerato a crescita spontanea praticamente in tutto il bacino mediterraneo.
I fiori possono essere bianchi oppure di colore roseo. Nell'antichità era ritenuto il simbolo dell'armonia dell'Universo per via delle foglie che crescono a gruppi di tre.
Durante il Medioevo, invece, il significato del fiori di oleandro assume i connotati del buon augurio.
Attualmente, però, nel linguaggio dei fiori regalare l'oleandro (Nerium oleander) ha significato di oblio come a dire "ti ho dimenticato". Questo perché la sua fama di pianta tossica nel tempo, lo ha fatto diventare un simbolo funerario.
Come coltivarlo, propagarlo e soprattutto la sua tossicità saranno gli argomenti trattati in questo articolo.
Molta gente sostiene che si dovrebbero eliminare gli oleandri dai giardini perché risulterebbero molto pericolosi per la salute di animali domestici e in rari casi, anche per la salute dei bambini.
Ma è bene sottolineare che esistono tantissime piante velenose, ne più ne meno degli oleandri. Con questa linea di pensiero allora in teoria, la cosa migliore sarebbe piastrellare il giardino facendo molto prima o coltivando solamente piselli e zucchine.
L'oleandro in effetti, contiene una sostanza che si chiama oleandrina, che in sintesi potrebbe portare prima aritmia e poi all'arresto cardiaco (ma solo se assunto in grandi quantità).
Si possono però trovare in rete molti filmati a dimostrazione che gli animali, grazie al loro istinto, non si avvicinano nemmeno a queste piante. In ogni caso, basti vedere che nel Centro e nel Sud Italia esistono milioni di piante di oleandri così come cani e gatti domestici, che convivono perfettamente con questa pianta.
Per quanto riguarda l'uomo, ovviamente, servirà solo un minimo di conoscenza e soprattutto di accortezza. A tal proposito, quando si andrà a potarlo, meglio utilizzare dei guanti stando molto attenti a non toccarsi bocca e occhi.
La posizione giusta è possibilmente in pieno sole essendo una pianta eliofila.
È una pianta tipica dei climi mediterranei ed asiatici ergo, crescerà al meglio in queste condizioni.
L'oleandro risulta anche essere una pianta molto resistente, non per nulla viene messa negli sparti traffico delle autostrade.
L'unica accortezza di quando si sceglie il luogo dove piantare l'oleandro, sarà quella di trovare un punto riparato dalle gelate (soprattutto in nord Italia). In linea di massima infatti, la pianta non sopporta temperature al di sotto dello zero per molti giorni di seguito.
Se la temperatura dovesse subire per molti giorni questo abbassamento l'ideale è ricorrere a protezioni di tessuto non tessuto.
Infine l'oleandro può arrivare anche a misurare 5 o 6 metri, quindi quando si sceglie la sua collocazione bisognerà tener conto della sua crescita.
Ecco una piccola lista riassuntiva delle caratteristiche di questa pianta:
L'oleandro tende a cambiare foglie molto velocemente, quindi ci si ritroverà molto spesso con moltissimo fogliame da eliminare con rastrello, sacco ed olio di gomito, soprattutto durante la stagione estiva.
Le foglie di oleandro se lasciate sul terreno tenderanno a soffocare il resto della vegetazione e potrebbero anche provocare problemi ai canali di scolo.
Per quanto riguarda la potatura dell'oleandro si possono scegliere due tipi di soluzioni che renderanno la pianta a forma di cespuglio oppure di alberello (con uno o più tronchi centrali).
La potatura dell'oleandro genera tantissimo materiale di risulta con cui si potranno fare due cose. O del compost fatto in casa, sminuzzando tutti i rami e foglie tagliate, oppure più semplicemente, portando tutto in discarica.
La potatura viene effettuata per avere delle fioriture perfette o per rimuovere rami malati, ma come effettuarle?
Bisogna ricordarsi, come prima cosa, che l'oleandro va a fiore sul "ramo dell'anno precedente". Questo significa che la pianta fiorisce su alcuni rami si ed altri no.
Quando si andrà ad effettuare la potatura, bisognerà stare attenti ad eliminare il ramo che ha fiorito e lasciare quello che non lo ha fatto (cioè quello più giovane), perché lo farà poi l'anno successivo in maniera molto più "esplosiva" rispetto al ramo anziano.
Quelli da non tagliare si riconoscono perché presentano un colore di un verde più chiaro.
I periodi migliori per potare un oleandro sono principalmente due, a seconda della latitudine: da fine febbraio agli inizi di marzo (poco prima della ripresa vegetativa). In questo periodo si eliminano i rami malati e secchi.
Inoltre, effettuando la potatura alla fine dell'inverno è possibile permettere alla pianta una migliore fioritura durante l'estate. I rami con più di un anno, infatti, fioriranno in maniera meno appariscente di quelli più giovani.
In latitudini a nord sarà anche possibile effettuare la potatura in settembre.
La talea è il modo migliore per propagare un oleandro. Attraverso il seme il rischio è di non avere dei fiori del colore desiderato (soprattutto se acquistati). La talea, invece, è un metodo che permetterà di ottenere un clone perfetto della pianta esistente.
Il primo passo è rimediare il materiale giusto dalla pianta e cioè i rami semi legnosi.
Prendendo l'esempio della foto qui sotto, la parte finale con le foglie è la parte erbacea, questa è attaccata alla semi legnosa che a sua volta sarà attaccata a quella legnosa (di colore marrone chiaro).
Rimediato, quindi, il materiale di partenza servirà quindi un composto fatto con agriperlite (reperibile anche su Amazon), che è un prodotto usato spessissimo per realizzare le talee e della sabbia.
Procedere quindi creando un composto con il 50% di agriperlite e il 50% di sabbia.
Miscelare il tutto molto bene e mettere il tutto in un vaso di piccole dimensioni fin quasi all'orlo.
Infine, bagnare senza eccedere troppo. L'acqua verrà trattenuta dall'agriperlite mantenendo il terriccio umido.
Ridurre il rametto preso dalla pianta originale eliminando qualche foglia, lasciandone 5 o 6, in modo che tutta l'energia si concentri sulla formazioni di nuove radici.
Effettuare quindi un taglio trasversale sulla parte semi legnosa (detto a fetta di salame) in modo da aumentare la superficie che andrà poi a radicare.
Inserire la talea nel vaso senza arrivare proprio sul fondo per dare più spazio per la formazione delle radici.
Questo metodo non è infallibile ma del resto la botanica non è matematica quindi per sicurezza, sarà meglio nello stesso vaso di sistemare più di una talea.
È importante non metterle troppo vicine l'una all'altra.
Quando avranno radicato non andranno subito messe nel terreno ma trasferite prima in un vaso con della terra, di dimensioni maggiori di quello in cui hanno radicato.
A questo punto bisognerà prendersene cura fino alla primavera successiva, quando saranno finalmente pronte per essere messe in terra.
Le talee non vanno lasciate in pieno sole, ma in zone con luce filtrante e abbastanza umide. Una volta che avranno radicato non avranno più problemi di esposizione, del resto stiamo parlando dell'oleandro che è la pianta per eccellenza amante del sole diretto.
Il bello dell'oleandro è che ama terreni aridi quanto terreni umidi, cresce veramente in qualsiasi tipo di situazione. Parlando però di terreni ideali diciamo che un ph neutro (quindi intorno al 7) sarebbe il non plus ultra per avere una pianta perfetta.
Se il ph tende verso il 14 vuol dire che il terreno è essenzialmente calcareo, sotto il 7 invece sarà un terreno acido. in ogni caso la pianta riuscirà a crescere ugualmente senza particolari problemi. La pianta può crescere ad un'altrezza fino a 1000 metri s.l.m.
Tra i problemi più comuni che può avere l'oleandro ci saranno quelle di origine fungina, come ad esempio la septoriosi che è tra le più comuni malattie. Questo problema di solito si manifesta tra fine primavera ed inizio estate, facendo assumere alle foglie delle maculature brunastre sulla superficie.
La septoriosi, come altre dalla stessa origine possono portare, se non affrontate nella maniera giusta, alla necrosi totale della pianta. Solitamente la soluzione in questi casi sarà la recisione dei rami interessati dalla malattia.
Per quanto riguarda insetti e parassiti, anche in questo caso la stagione calda è quella più a rischio. Le foglie di oleandro e le gemme possono essere infestate in questo periodo dal ragnetto rosso (Tetranychus urticae) che succhierà la linfa provocando il deperimento delle foglie e infine la morte dell'oleandro stesso.
Per eliminare questo problema basterà nebulizzare acqua sulle foglie e sui germogli infestati, perché questi ragni odiano l'umidità. Per un intervento più certosino l'ideale sarebbe effettuare un lavaggio completo della pianta. Lavoro noioso ma decisamente necessario per la salute dell'oleandro.
Prendersi cura di queste piante non è comunque assolutamente difficile e ne varrà la pena.
Un oleandro in fiore è una vera bellezza della natura.
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