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Nel caso di morte di un parente e di immobile ereditato, sono gli eredi che devono provvedere al versamento dell’IMU (Imposta Municipale Unica) essendo quest'ultima un onere fiscale che incide sulla proprietà immobiliare.
Analizziamo i principali aspetti della normativa per comprendere chi è tenuto al versamento e come calcolare l’imposta in virtù della propria quota.
Quando un soggetto che viene a mancare non ha regolarmente provveduto a pagare l’IMU, sono gli eredi che devono farsi carico del debito pregresso in proporzione alla quota ereditaria che spetta ad ognuno di loro.
Tuttavia, se sull'IMU non versata sono maturati interessi per il debito, la normativa italiana attualmente vigente prevede che non siano accusate agli eredi le sanzioni per il ritardato pagamento del de cuius.
IMU immobile ereditato - Getty Images
Questo vuol dire che, i soggetti rientranti nell'asse ereditario del defunto saranno obbligati solo al versamento dell’importo originario dell’imposta e non anche degli eventuali interessi maturati.
Quindi, per esempio, se un immobile è ereditato in parti uguali da 4 soggetti e il debito complessivo di IMU arretrata è di 800 euro, ciascun erede sarà tenuto a versare 200 euro.
Quando si eredita un immobile, gli eredi devono farsi carico dell’IMU a partire dalla data di subentro nella proprietà del de cuius.
Se il defunto non ha mai tralasciato il rispetto dei suoi obblighi nei riguardi delle tasse, allora vuol dire che i nuovi proprietari dovranno semplicemente adempiere agli obblighi futuri, applicando le aliquote stabilite dal comune di ubicazione dell’immobile.
Ovviamente, quando l’immobile diventa di proprietà degli eredi, il pagamento dell’IMU sarà ripartito tra loro in base alle rispettive quote ereditarie ad essi spettanti.
Tuttavia, occorre precisare che se il coniuge è superstite e continua a vivere nell’abitazione, questa può essere esente dall’IMU, poiché qualificata come abitazione principale.
In tal caso, nessuno degli eredi è obbligato al pagamento dell’imposta.
L’IMU si applica a tutti gli immobili che non siano identificati come abitazione principale, a meno che essa rientri nelle categorie catastali di lusso A/1, A/8 e A/9.
Il calcolo avviene determinando la base imponibile. Essa si ottiene rivalutando la rendita catastale del 5% e moltiplicandola per un coefficiente che varia in base alla categoria catastale.
L’aliquota base è stabilita dalla normativa nazionale, ma i singoli comuni possono modificarla entro determinati limiti con una delibera consiliare.
Modulo F24 IMU immobile ereditato - Getty Images
Il versamento della quota IMU relativo all'immobile ereditato decorre dal momento in cui l’erede subentra nella proprietà.
Per le somme a debito, fino alla data del decesso, l’imposta va corrisposta per conto del defunto.
Per far ciò si usa un modello F24 sul quale si riportano i dati anagrafici del de cuius, mentre il codice fiscale dell’erede va indicato nella voce "coobbligato".
Successivamente, il pagamento dell’IMU sarà a nome degli eredi, in misura proporzionale alla quota di proprietà spettante ad ognuno di essi.
Quando ci sono più eredi che entrano nella proprietà dello stesso immobile, si crea una comunione ereditaria.
Ai sensi dell'art. 752 c.c. "I coeredi contribuiscono tra loro al pagamento dei debiti e pesi ereditari n proporzione delle loro quote ereditarie, salvo che il testatore abbia altrimenti disposto".
Fino a quando la comunione ereditaria non viene sciolta, ogni coerede è tenuto a pagare la propria quota IMU in proporzione della percentuale di quanto ereditato.
Lo scioglimento della comunione può avvenire tramite accordo di tutti gli eredi o per via giudiziale (fermo restando che se il processo non volge al termine, gli obblighi fiscali restano invariati).
Quota IMU - Getty Images
L'obbligazione degli eredi non è solidale: questo vuol dire che ogni erede paga il suo comune e il Comune può agire esclusivamente nei confronti dell’inadempiente per recuperare la somma dovuta, senza il coinvolgmento degli altri coeredi.
Gli eredi non hanno l’obbligo di presentare una dichiarazione IMU separata, a condizione che abbiano già depositato la dichiarazione di successione.
Quest’ultima deve essere presentata entro un anno dalla data del decesso e consente all’amministrazione fiscale di aggiornare automaticamente le informazioni sugli immobili ereditati.
In caso contrario, sono tenuti sempre a pagare tutti insieme l'IMU in una sola dichiarazione.
Questo automatismo semplifica notevolmente gli adempimenti fiscali successivi.
Rispettare i tempi per la dichiarazione di successione e comprendere i meccanismi di calcolo dell’IMU è fondamentale per una gestione consapevole e conforme alla normativa vigente.
Gli eredi possono scegliere di rinunciare all’eredità, evitando così di acquisire non solo i beni del defunto, ma anche i suoi debiti, inclusi quelli fiscali legati all’IMU (che si precisa nuovamente non includenti eventuali tassi d'interesse maturati su di essi).
La rinuncia deve essere formalizzata con un atto notarile o presso il tribunale, in modo da non incorrere in responsabilità future.
Un elemento di estrema importanza è l’accettazione tacita dell’eredità.
Qualsiasi azione che implichi la volontà di gestire il patrimonio ereditato – come il pagamento dell’IMU o l’amministrazione dell’immobile – può essere considerata un’accettazione implicita dell’eredità, vincolando il soggetto anche ai debiti pregressi.
IMU ed eredi - Getty Images
La gestione dell’IMU sugli immobili ereditati richiede un’attenta valutazione degli obblighi fiscali e delle possibili conseguenze in caso di debiti pregressi.
Gli eredi devono considerare attentamente le implicazioni della successione, valutando anche l’eventualità di una rinuncia formale per evitare di assumere responsabilità indesiderate.
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