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L'inquinamento luminoso è una fonte di inquinamento che spesso si dimentica, pur essendo causa di serie problematiche sia di salute che ambientali.
Si tratta di un'alterazione della naturale quantità di luce presente in un ambiente notturno, causata da un eccesso di luci artificiali, ovvero da tutte quelle fonti luminose che non hanno caratteristiche idonee al contesto in cui sono state installate.
L'inquinamento luminoso dipende per la maggior parte dagli impianti di illuminazione pubblica, ma anche in ambienti chiusi l'uomo potrebbe essere esposto per lunghi periodi a eccessi di cattiva illuminazione, con conseguenze sullo stress visivo e sulla qualità della percezione degli oggetti.
L'inquinamento luminoso può suddividersi in 4 tipologie:
Per calcolare l'inquinamento luminoso si devono tenere in considerazione diversi parametri:
Nello specifico, l'inquinamento luminoso domestico è causato da diversi fattori:
La troppa illuminazione può provocare la dispersione della luce verso l'esterno, attraverso finestre o porte, contribuendo all'inquinamento luminoso anche a livello locale.
La problematica dell'inquinamento luminoso è strettamente collegata alla diffusione delle luci a LED.
Negli ultimi anni c'è stato un boom nell'utilizzo di questa tecnologia a causa del bonus ristrutturazione che ha consentito l'utilizzo di impianti moderni di illuminazione sia per esterni che per interni.
I LED (Light Emitting Diod: diodo a emissione luminosa) sono componenti elettronici che emettono luce priva di ultravioletti e infrarossi, accendendosi nell'immediato.
Pur essendo molto economiche rispetto alle lampadine tradizionali, si tratta di luci fredde.
Le luci blu sono le principali cause di problemi alla salute dell'uomo e si diffondono molto più lontano in atmosfera. Si consiglia dunque di limitare il loro utilizzo o in alternativa di rendere la loro luce più calda.
L'uso scorretto di illuminazione notturna nelle abitazioni può disturbare il sonno e alterare i ritmi circadiani, aumentando il rischio di insonnia e di disturbi dell'umore.
La luce intensa nelle ore serali può interferire con la produzione di melatonina, ormone che regola il sonno e l'umore.
La secrezione della melatonina parte dalla ghiandola pineale e viene regolata dalla presenza di luce. Nel momento in cui uno stimolo luminoso giunge alla retina, la secrezione si ferma per poi ripartire in presenza di buio.
La mancanza di melatonina influenza negativamente il benessere delle persone, portando all'alterazione del ciclo sonno-veglia, a difficoltà nell'apprendimento e all'abbassamento della temperatura corporea.
Inoltre, l'illuminazione domestica eccessiva può comportare un aumento dei consumi energetici e dei costi associati, contribuendo così all'impatto ambientale complessivo.
Oltre alle conseguenze sulla salute dell'uomo, l'eccesso di luminosità provoca anche altre problematiche:
A causa dell'allungamento della fase luminosa, molti vegetali non sono in grado di adattarsi ai cambiamenti stagionali, una problematica che condiziona la loro sopravvivenza e quella delle diverse specie che ne dipendono.
La luce è un fattore fondamentale per la regolazione delle attività riproduttive e alimentari degli animali, per cui uno squilibrio potrebbe causare dei gravi problemi alla specie che, cambiando le sue abitudini, potrebbe non riuscire a sincronizzarsi agli eventi ambientali.
Attualmente non esiste una legge nazionale che regoli l'inquinamento luminoso.
Si può fare riferimento alla UNI 10819 che fornisce indicazioni tecniche per limitare la dispersione del flusso luminoso verso l'alto da parte di fonti di luce artificiale.
Tale norma non viene applicata alle regioni che hanno attuato delle leggi a seconda della loro specifica situazione.
Queste stabiliscono l'obbligo di un Piano di Illuminazione per contenere l'inquinamento luminoso.
Tutte le leggi regionali perseguono gli stessi obiettivi:
Per ridurre l'inquinamento luminoso in primo luogo, è importante promuovere l'uso consapevole e responsabile della luce, adoperando un tipo di illuminazione direzionata e riducendo al minimo l'uso di fonti luminose non necessarie.
Le amministrazioni locali possono adottare politiche di risparmio energetico e regolamentazioni sull'illuminazione pubblica per ridurre l'emissione luminosa verso il cielo.
Dato che la luce artificiale viene prodotta utilizzando combustibili fossili, ridurre l'inquinamento luminoso porterebbe a una diminuzione dell'inquinamento atmosferico.
In ambiente domestico, ci sono alcune soluzioni specifiche che è possibile adoperare:
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