Siglato un accordo di cooperazione tra Italia e Francia per la realizzazione di quattro nuove centrali nucleari.
Con la consultazione referendaria del 1987 gli italiani sancirono la loro scelta di rinunciare all'energia dell'atomo. Il referendum era stato indetto sull'onda emozionale suscitata dal drammatico incidente avvenuto a Chernobyl l'anno precedente.
A distanza di oltre vent'anni si torna a parlare, nel nostro paese, della costruzione di nuovi impianti per la produzione di energia nucleare.
Infatti l'Italia soffre della cronica mancanza di materie prime che ci porta a dipendere da paesi stranieri per l'approvvigionamento di combustibili fossili, come gas e petrolio. Una crisi come quella avvenuta qualche mese fa tra Russia e Ucraina avrebbe potuto avere effetti molto gravi se non ci fossero state sufficienti scorte energetiche nel nostro paese.
Per scongiurare questo ed altri problemi, quindi, già da tempo si è cominciato a manifestare nel nostro Paese un ripensamento intorno al problema del nucleare e l'attuale governo l'ha posto tra i punti cardine del suo programma economico.
A onor del vero bisogna dire che l'Italia, così come è povera di altre materie prime, non possiede riserve di uranio, che sono concentrate soprattutto in Australia e Kazakistan, e quindi le centrali non offrirebbero garanzie di maggiore indipendenza energetica.
Ad ogni modo il vertice tenutosi a Villa Madama tra Berlusconi e il presidente francese Sarkozy ha segnato il primo passo concreto in questa direzione, visto che al centro dei lavori, che hanno visto diversi temi in discussione, è stato posto un programma di cooperazione nel settore energetico.
L'incontro si è concluso con la firma di un protocollo d'intesa tra le due nazioni per la collaborazione nella costruzione di quattro centrali di terza generazione, basate sulla tecnologia Epr (European pressurised reactors), nei prossimi dieci anni.
La scelta di una partnership con la Francia non è stata casuale, visto che il paese transalpino produce con il nucleare circa l'80% dell'energia necessaria a coprire il proprio fabbisogno e, pertanto, può mettere a disposizione dei nostri tecnici un consolidato know-how.
Nello specifico l'accordo sancisce la collaborazione tra l'italiana Enel e la francese Edf, aperta all'ingresso di altri operatori, e prevede di rendere operativa sul territorio italiano la prima unità di generazione, che avrà come modello l'impianto in costruzione a Flamaville in Normandia a cui Enel partecipa, non oltre il 2020.
L'accordo tra le due società valido per 5 anni a partire dal 24 febbraio 2009, si basa sulla costituzione di una joint-venture per svolgere in misura paritetica gli studi di fattibilità per la realizzazione delle centrali. In un secondo momento, per la costruzione, proprietà e gestione delle stesse si prevede la costituzione di una società ad hoc.
L'accordo italo-francese getta le basi per un'ampia collaborazione in tutti i settori della filiera dalla ricerca alla produzione allo stoccaggio.
Resta aperto però il problema delle scorie prodotte che rappresentano un tipo di rifiuto non smaltibile. Gli scarti di combustile prodotti dalla fissione nucleare, infatti, possono solo essere collocati in depositi sotterranei più o meno superficiali a seconda del livello di radioattività.