Le prove del calcestruzzo possono essere effetuate con i provini prelevati durante i getti o le carote per il calcestruzzo gia' in opera.
Il D.M. 14.01.2008 Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni e la circolare n. 617 del 02.02.2009 costituiscono gli attuali principali riferimenti per la progettazione ed i controlli nel settore edile.
Con riferimento alle analisi sui provini, comunemente detti cubetti, di calcestruzzo da prelevare durante i getti, si specifica che essi devono essere sempre prelevati in coppie ed il prelievo deve essere accompagnato da un verbale redatto dal direttore dei lavori del cantiere in questione; allo stesso verbale deve far riferimento il laboratorio autorizzato ad effettuare le prove, i provini devono essere identificati a mezzo di sigle in maniera univoca.
Tutti i provini, con un inerte massimo di 30 mm, con uno scarto delle dimensioni superiori al 2% devono essere rettificati o scartati dal laboratorio, le dimensioni nominali di riferimento sono 150mmx150mmx150mm con una tolleranza dell'1% rispetto alla faccia rasata ed una tolleranza dello 0,50% rispetto alle facce casserate.
Se le dimensioni sono superiori a 153mm il provino va rettificato, mentre se le dimensioni sono inferiori a 147mm il provino va cappato, compensato, con uno spessore che non deve essere superiore ai 5mm; vanno quindi scartati i provini con dimensione inferiore a 142mm, 142 = 150 – 2%(150) – 5.
Le superfici degli stessi provini devono essere il più planari possibili, numericamente ciò equivale a dire che gli errori di planarità non devono essere superiori a 0,09mm, mentre gli errori di perpendicolarità degli spigoli non devono superare i 0,5mm.
Le casseforme più comuni ed economiche sono quelle realizzate in polistirolo. Facilmente si trovano in commercio, o sono messe a diposizione dai laboratori che effettuano le analisi, quelle in plastica e quelle metalliche; esse offrendo una maggiore resistenza al getto del cemento e avendo una finitura superficiale qualitativamente superiore a quella del polistirolo, garantiscono facilmente i vincoli imposti dalle norme in termini di spigolatura, planarità e dimensioni.
Anche la conservazione dei provini può, nell'ordine di pochi punti percentuali, alterare la qualità degli stessi, i provini nelle casseforme per almeno 16h, ma non oltre 3 giorni alla temperatura (20±5)°C e (25±5) nei climi caldi, devono essere protetti da urti, vibrazioni e disidratazione; successivamente, rimossi dalle casseforme, i provini devono essere conservati, fino al momento della prova, in acqua a temperatura di (20±2)°C oppure in ambiente a (20±2)°C ed umidità relativa > 95%.
Nel rispetto dei suddetti riferimenti normativi:
Per gli edifici con quantità di calcestruzzo tra 100 e 300 mc occorrono 3 prelievi, 6 cubetti di calcestruzzo, ogni 100 mc; se ci sono getti in più giorni, per ogni giorno di getto va comunque effettuato un prelievo, il totale dei prelievi sarà almeno pari al numero di giorni in cui sono stati effettuati i getti.
Per gli edifici con meno di 100 mc di calcestruzzo sono sufficienti solo n. 3 prelievi, 6 cubetti di calcestruzzo e non è obbligatorio il prelievo giornaliero.
Per gli edifici con quantità compresa tra 300 e 1500 mc un controllo ogni 300 mc massimo di miscela, con prelievo giornaliero.
Le prove devono essere effettuate, al più con qualche settimana di ritardo, intorno al 28o giorno.
Calcestruzzo in Opera
Il calcestruzzo, già in opera, viene controllato mediante carotaggi e successiva prova di compressione.
Le carote devono essere prelevate con carotatrice in grado di prelevare con diametri tra 100 e 150 mm; una stima attendibile della resistenza di un'area di prova, si ottiene prelevando e provando almeno tre carote con rapporto fra altezza e diametro compreso tra 1 e 2.
Le carote devono essere conservate e provate umide, ciò ne impedisce l'essicazione con l'aria; il valor medio della resistenza cilindrica in opera dovrà risultare non inferiore all'85% del valor medio cilindrico, definito in fase di progetto, secondo la circolare 617.