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La carteggiatura si effettua sia come ultima fase della sverniciatura, per eliminare gli ultimi residui di vernice e uniformare la superficie del mobile, sia per rendere lisce nuove parti di mobili sottoposte a varie fasi di lavorazione.
Inevitabilmente, i vari attrezzi e utensili che vengono usati nella preparazione dei nuovi pezzi, lasciano tracce visibili anche se chi opera è esperto ed accorto nella lavorazione.
Quindi si rende necessario un trattamento con carta abrasiva (e anche con paglietta d'acciaio) sulla superficie del legno.
La carteggiatura può essere praticata con mezzi manuali o meccanici, ossia mediante elettroutensili come la levigatrice orbitale, quella roto-orbitale, la levigatrice a nastro, ecc.
Nei lavori di restauro è sempre consigliabile effettuare una carteggiatura manuale in quanto le macchine possono produrre un'azione troppo robusta.
La sensibilità e la delicatezza della mano, invece, consente di dosare l'azione da punto a punto.
Conviene procedere alla carteggiatura con un elettroutensile qualora l'estensione della superficie da lavorare sia notevole oppure sia necessario agire con una certa energia.
A sinistra: la carteggiatura lungo vena si esegue con passaggi ripetuti e paralleli della mano senza esercitare una forte pressione.
A destra: un pezzo di legno su cui viene applicata la carta abrasiva viene definito “bietta di levigatura”.
È molto pratico per lavorare ampie superfici, soprattutto nella fase di rifinitura con carta abrasiva molto fine.
In commercio vi sono vari tipi di carta abrasiva.
Per utilizzarla adeguatamente bisogna conoscerne le caratteristiche.
La carta abrasiva si differenzia, da un tipo all'altro, a seconda della sostanza applicata su di essa, della grossezza dei granuli di tale sostanza abrasiva e del tipo di supporto sul quale la sostanza è applicata.
Il supporto può essere in carta ma anche in tela (ed altri materiali flessibili).
Su di esso vengono incollati i granuli abrasivi con collanti speciali ad alta tenuta.
Il variare della grossolanità della sostanza abrasiva determina la capacità di eseguire finiture più o meno raffinate con asportazione di materiale maggiore o minore.
Per distinguere tale caratteristica le carte abrasive sono dotate di una numerazione: più grossolana è la sostanza più basso sarà il numero della carta (es. 40, 80, ecc.); viceversa, più fine è la sostanza abrasiva e più alto risulterà il numero della carta (es. 240, 400, ecc.).
Lo scatto da un valore all'altro va di 20 in 20.
Lo stesso tipo di numerazione viene utilizzato per le carte abrasive che si applicano alle levigatrici.
Per queste macchine esistono anche carte abrasive (ma in genere sono tele) con i granuli di abrasivo maggiormente spaziati rispetto alla carta normale.
Questo perché la veloce azione della levigatrice rischia di impastare rapidamente l'abrasivo se questo fosse troppo fitto, riducendo il suo potere levigante.
A sinistra: pulite la superficie dal polverino con uno straccio umido.
Sopra: una spugnetta avvolta nella carta abrasiva permette a quest'ultima di adattarsi a modanature, cornici e sagomature varie.
Durante la carteggiatura conviene seguire sempre le venature del legno in modo da non provocare striature difficilmente eliminabili.
Ricordate che la superficie abrasiva deve lavorare su una parte piana distribuendo uniformemente la pressione, altrimenti il risultato ottenuto sarà poco uniforme: per questo conviene realizzare una bietta.
Se dovete carteggiare delle zone sagomate potete avvolgere la carta abrasiva intorno a sagome di legno opportunamente sagomate ed in grado di adattarsi alle zone da carteggiare.
Polvere di Pomice
Per lavorare parti molto sagomate potete utilizzare la polvere di pomice da spargere abbondantemente sul legno e da sfregare con una spazzola dotata di setole morbide.
Paste abrasive e leviganti a base di pomice eliminano, con delicatezza, residui di graffi e sporcizia rendendo le superfici verniciate e lucidate luminose e splendenti.
In questo modo la carteggiatura risulterà uniforme e non si procureranno danni alla parte da trattare. Le sagome di legno opportune vanno costruite di volta in volta a seconda delle specifiche esigenze.
Quando la carta abrasiva appare consumata, provvedete immediatamente alla sua sostituzione, poiché in queste condizioni può rigare il legno del mobile.
In generale dovete utilizzare carte un poco più grossolane (grane da 80 a 140) per il lavoro iniziale di spianatura ed eliminazione delle tracce maggiori lasciate dagli attrezzi o dalle discontinuità proprie della superficie del legno.
Dopo aver spazzolato il polverino risultante passate alla carteggiatura con una carta più fine (160-180) con la quale rifinite il lavoro iniziato ed eliminate eventuali tracce lasciate dalla carta più grossolana. Non premete mai con forza.
Il pulviscolo generato da questa seconda levigatura è molto fine e lo si toglie solo passando sul legno uno straccio appena umido.
Quando il legno è di nuovo asciutto potete procedere all'ultima fase di levigatura che consiste nel passare una carta fine (da 240 a 320) con molta delicatezza e pazienza fino a rendere la superficie del legno perfettamente liscia.
Quando bisogna carteggiare parti curve c'è sempre il rischio di lavorare maggiormente su alcuni punti e meno su altri.
Per ovviare a ciò è bene preparare delle biette di legno opportunamente sagomate che abbiano uno sviluppo identico (in negativo) alla curvatura da seguire.
La carta abrasiva si incolla alla superficie e si esegue il lavoro.
In aperture sagomate si può applicare l'abrasivo su un tondino di legno che permette di seguire fedelmente il profilo dell'apertura.
Come si è detto la carteggiatura può essere effettuata anche con appositi attrezzi motorizzati: la levigatrice orbitale, la levigatrice roto-orbitale, la levigatrice a nastro.
Il suo motore elettrico aziona una suola in materiale morbido sotto cui viene applicato un foglio di carta abrasiva.
La suola compie piccole ma rapidissime orbite ed è in grado di praticare una delicata ed uniforme finitura della superficie del legno.
Alcuni modelli hanno la suola e l'abrasivo dotati di fori in modo da aspirare (con un aspiratore collegato alla levigatrice) il polverino che si produce durante il lavoro.
A sinistra: la levigatrice orbitale con suola di materiale morbido che adatta il foglio alle discontinuità della superficie del legno.
A destra: l'azione di levigatura deve essere continua e l'attrezzo non va mai premuto contro la superficie da lavorare.
Va usata spostandola lentamente lungo vena senza mai premere ma solo accompagnandola con la mano.
Conviene partire da una grana non inferiore al 120-140 per evitare di produrre delle rigature.
Appena la carta abrasiva appare impastata sostituitela con una nuova perché provocherebbe dei danni.
Quando la carteggiatura è conclusa il legno del mobile può mostrare antiestetiche macchie scure che si possono schiarire con spugnature di acqua ossigenata.
Le macchie d'unto o di origine non nota (provocate da inchiostro, prodotti chimici, ecc.) possono essere penetrate talmente in profondità da non poter essere più eliminate, in questo caso vale la pena di cercare di sbiadirle effettuando spugnature con alcool, essenza di trementina o candeggina.
Per rendere meno evidenti le macchie di unto, bagnate abbondantemente il legno con acquaragia, sovrapponetevi una carta assorbente e premete un ferro da stiro caldo su quest'ultima.
Strutturalmente è simile alla levigatrice orbitale ma la sua suola è rotonda invece che rettangolare ed il suo moto è composito: rotatorio ed orbitale insieme.
A sinistra: la levigatrice roto-orbitale è dotata di una suola rotonda.
Essa compie rapide rotazioni ma il suo asse di rotazione, contemporaneamente, effettua piccole orbite.
Prima di lavorare si applica l'abrasivo che è forato per permettere l'aspirazione del polverino.
A destra: la levigatrice roto-orbitale si fa passare sul legno da carteggiare.
Il tubo posteriore può essere collegato ad un sacco raccoglipolvere o (meglio) al bocchettone di un aspiratore che asporta perfettamente tutto il polverino prodotto durante la levigatura.
Il grado di finitura è ancora migliore ed il rischio di lasciare delle righe è minore.
Anch'essa è dotabile di suola forata per l'aspirazione e l'asportazione del polverino.
Si tratta di un attrezzo relativamente recente che presenta la suola a forma di triangolo.
La suola vibra rapidamente come nella levigatrice orbitale ed i suoi angoli le permettono di lavorare anche in posti ristretti, rientranze e sagomature ove le normali levigatrici non possono agire.
L'azione della levigatrice a delta è sicuramente la più delicata per cui è particolarmente adatta a questo tipo di interventi.
N.B. La levigatrice a delta ha la suola triangolare.
Con essa è molto agevole carteggiare in prossimità di ostacoli.
Quest'ultima permette di lavorare in angoli interni ove le altre lavigatrici non possono agire a causa della forma della suola.
La suola, dotata di abrasivo, non ruota ma vibra molto rapidamente producendo la levigatura.
Con gli elettroutensili la tecnica di lavoro ricalca quella manuale con la differenza che i tempi vengono nettamente accorciati.
Si usano abrasivi spaziati che non si impastano troppo rapidamente e di grana più fine di quella normalmente usata nella lavorazione manuale.
Detta anche carro armato, è in grado di mettere in movimento un nastro abrasivo che asporta una grande quantità di materiale.
Ottima per sgrossature e rapide spianature per cui è poco adatta alla delicata operazione di spianatura delle superfici da praticare durante un restauro.
È utile, invece, nella preparazione di pezzi nuovi, perché permette di raggiungere rapidamente le dimensioni desiderate.
Sopra: una levigatrice a nastro.
La sua asportazione di legno è molto elevata e va utilizzata in lavori più grossolani.
Carteggiatrici BLACK & DECKER
Sopra: sono reperibili in commercio particolari modelli di levigatrice che hanno la suola intercambiabile e possono eseguire le lavorazioni delle levigatrici orbitali, roto-orbitali e a delta.
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