Cambiano le norme Prima Casa per i contribuenti all'estero

Agevolazione Prima Casa per chi si trasferisce all'estero solo per motivi di lavoro

Novità in merito alle norme sulla Prima Casa per coloro che si trasferiscono a vivere all'estero.

Il 13 giugno 2023 scorso, con pubblicazione in G.U. del Dl n. 69/2023 sono entrate in vigore le nuove regole sull'agevolazione Prima Casa da parte di chi trasferisce la residenza all'estero.


Per prima cosa, ricordiamo quali sono le agevolazioni delle Prima Casa:

• imposta di registro pari al 2% (con un minimo di 1.000 euro);
  
  
• imposta ipotecaria fissa di 50 euro;
  
  
• imposta catastale fissa di 50 euro.
  
  

Nel caso di venditore-impresa:

• IVA al 4% anziché al 10%;
  
  
• imposta di registro 200 euro;
  
  
• imposta ipotecaria fissa di 200 euro;
  
  
• imposta catastale fissa di 200 euro.
  
  

Prima delle novità introdotte il mese scorso, la normativa riguardante i requisiti per fare richiesta delle agevolazioni Prima Casa prevedeva che il contribuente avesse diritto a chiedere questa agevolazione, in deroga al principio generale di trasferire la propria residenza nell'immobile acquistato, a patto che:

• il trasferimento all'estero fosse effettuato per cause lavorative e l'immobile acquistato si trovasse nel medesimo Comune in cui il datore di lavoro dell'acquirente ha sede oppure esercita la propria attività;
  
  
• l'acquirente-beneficiario fosse un cittadino italiano emigrato all'estero e l'immobile acquistato rappresentasse la sua Prima Casa in Italia.
  
  

Ora, con le novità introdotte, l'articolo 2 del DL 69/2023, prevede la possibilità di accedere all'agevolazione Prima Casa soltanto per chi si è trasferito all'estero per cause di lavoro e rispetti i seguenti requisiti:

• sia stato residente, o abbia lavorato, in Italia per minimo 5 anni;
  
  
• l'immobile acquistato si trovi nel Comune di nascita dell'acquirente o dove egli aveva residenza o lavorava prima del trasferimento.
  
  

In pratica, quindi, non è più possibile richiedere l'agevolazione Prima Casa a coloro che hanno trasferito la propria residenza all'estero per motivi non legati all'attività professionale e lavorativa. Sono quindi esclusi motivazioni di studio e di ordine familiare.

E ancora, non ha più alcuna rilevanza la sede del datore di lavoro in Italia.