Conoscere delle definizioni cantieristiche, permette a chiunque di interagire, nei limiti della propria funzione, con scelte di tipo funzionale ed estetico.
Conoscere alcuni dettagli specifici dell'attività costruttiva permette, anche a chi non è del settore, di contribuire nella scelta di soluzioni di tipo tecnico che, in seguito, possono configurarsi anche come condizioni funzionali ed estetiche del fabbricato.
Poniamo il caso del cemento armato, tutti sono a conoscenza delle ottime caratteristiche di resistenza strutturale, ma poco di ciò che riguarda la qualità espressiva.
Nei fatti, questo materiale costruttivo, può essere assimilato a una roccia plasmabile, che prende corpo e consistenza in base alle dimensioni e forma del contenitore che lo avvolge.
Prendendo spunto da quest'ultimo elemento, definito cassero, si individuano alcuni concetti pratici che permettono di ottenere strutture edilizie decorative o con una finitura esterna naturale definita semplicemente a facciavista.
In ambedue i casi, queste soluzioni, determinano maggiori oneri conseguenti a una diversa tipologia di lavoro rispetto a quella ordinaria.
Nel caso in cui si voglia creare un elemento decorativo in calcestruzzo (all'esterno del fabbricato), occorre innanzitutto prevedere un'adeguata armatura che permetta, se trattasi di spessori sottili, un'ottima costipazione del calcestruzzo all'interno del cassero.
È evidente il ruolo decisivo di alcuni fattori, necessari per la riuscita dell'opera come: la classe di calcestruzzo utilizzata, la granulometria del pietrisco, l'idonea vibrazione, oltre al trattamento delle superfici di legno (cassero) con prodotti disarmanti.
Questi materiali, in uso da diversi decenni nel settore edilizio, permettono di facilitare il distacco delle tavole esterne rispetto al calcestruzzo, e conseguentemente di non danneggiare gli spigoli o la superficie.
Trattandosi per la maggior parte di elementi non portanti, l'armatura avrà più una funzione di sostegno che di resistenza strutturale.
Per le finiture finali a facciavista, le maestranze solitamente utilizzano tavole di legno di abete nuovo, impregnate di disarmante.
Anche per queste opere si seguono le medesime procedure operative pocanzi citate, ma ponendo una maggiore attenzione per ciò che riguarda la costipazione del calcestruzzo, necessaria per evitare i cosiddetti nidi, ossia i punti in cui rimane a vista la granunoletria del pietrisco.
Importante in questa fase è pretendere l'utilizzo del tradizionale tavolato in abete, della larghezza di circa 12/15 centimetri, piuttosto che i comuni pannelli di legno adatti per realizzare le strutture intelaiate come: pilastri, travi, ecc.
La differenza sostanziale tra questi elementi sta nell'aspetto finale che sarà, più naturale, e quindi con la traccia dei nodi e venature del legno, per le tavole e con un effetto tipo calcestruzzo prefabbricato, con i pannelli.
È evidente che un ruolo importante gioca l'abilità del carpentiere nel saper adeguatamente collocare gli elementi di legno per un miglior effetto visivo e regolare dell'intera superficie.
Oltre a questa condizione, è fondamentale l'attività dell'operatore nel gestire la fase di getto del calcestruzzo all'interno del cassero, in un'unica fase o in tempi successivi (ma piuttosto ravvicinati).
Infatti, l'eventuale ripresa del getto, posta a lunga distanza, può determinare una differente asciugatura del calcestruzzo e un segno evidente sulla sua superficie dopo il disarmo.
Un altro aspetto da segnalare riguarda i fili fissi dei pilastri, un concetto sostanzialmente tecnico ma che può avere dei riflessi anche sulla distribuzione interna di un alloggio.
In pratica per filo fisso, s'intende un allineamento (sui vari livelli), entro cui uno dei lati del pilastro deve essere perfettamente coincidente con quello del piano inferiore e superiore.
Questa condizione consente, nel caso di edificio pluriplano, di determinare il lato in cui è necessario il restringimento della dimensione del pilastro, che parte con una sezione maggiore a quota terra, per poi diminuire in larghezza su ogni livello successivo.
Interpretando questo concetto rispetto al nostro argomento, e ponendo di avere dei pilastri posti all'interno di un involucro edilizio, è indubbio che, conoscere anzitempo la griglia dei fili fissi, potrà permettere di determinare la giusta sistemazione delle tramezzature, piuttosto che ritrovarsi uno spigolo emergente rispetto a una parete.
L'evidenza di questa caratteristica si ha, ad esempio, nel caso in cui si voglia acquistare un alloggio su carta, e in evidenza di una planimetria che definisca in maniera generale la posizione della struttura, o anche per la realizzazione di un proprio fabbricato.
In conclusione, anche se ciascuna di queste condizioni sopra citate può apparire superflua, considerata la semplicità dell'argomento, non vi è dubbio che, anche una conoscenza pur sommaria, possa un giorno tornare utile.