La doccia è un impianto idraulico composto da una serie di elementi che devono essere ben connessi tra loro a garantire di una efficienza funzionale ed estetica
La doccia ha origini antiche
A chiunque si chieda cos'è una doccia, la risposta riguarda lo spazio in cui fisicamente potersi lavare, prendersi cura, rilassarsi, considerando solo in seguito l'impianto idraulico che è la fonte principale e necessaria a generare il getto d'acqua, a spruzzo, direzionato dall'alto verso il basso.
Dunque, spesso le attenzioni sono rivolte tutte agli elementi propri dell'involucro: il rivestimento, il piatto doccia, la creazione di nicchie interno muro, illuminazione, ciò che stimola il pensiero all'idea del relax.
Ma a rendere efficiente una doccia è un gruppo di membri idraulici che permette all'acqua di scivolare lungo la persona, cadere nel piatto doccia, incanalarsi nelle tubature senza generare fuoriuscite.
Tempo fa i bagni erano dotati principalmente di vasca e solo nella contemporaneità la doccia è tornata a essere protagonista, tant'è che la fase di transizione ha previsto e continua a includere soluzioni di adattamento di una vasca a doccia, inserendo un pannello a protezione della fuoriuscita di schizzi d'acqua.
L'origine della doccia non è certamente contemporanea ma risale ai tempi dell'antica Grecia ed Egitto per poi ritornare a diffondersi nel 1800, periodo in cui il dottor Merry Delabost, medico della prigione Bonne-Nouvelle di Rouen, la reinventò con connotati moderni proponendola per migliorare le condizioni igieniche dei presenti in prigione.
L'apparecchiatura igienica, dunque, si componeva di tubi, di altezza superiore a quella dell'uomo, da cui fuoriusciva un getto d'acqua fissa e non orientabile, come avviene oggi, al variare della posizione del soffione.
Gli elementi costituenti l'impianto idraulico
Le docce moderne hanno un tubo utile all'immissione dell'acqua che passa attraverso il soffione, formato da diversi fori, ed è scissa in sottili getti d'acqua direzionati a spruzzo e, come già detto, dall'alto verso il basso.
La tipologia idromassaggio prevede addirittura più ugelli da cui far fuoriuscire diversi getti d'acqua d'intensità non uguale ad altezze differenti.
Poi, al di sotto del piatto doccia, si ha uno scarico corredato di sifone per il deflusso del liquido, un miscelatore monocomando meglio con termostato, il box doccia che forma le pareti del vano, dunque la struttura protettiva.
Nell'immagine sottostante sono state disegnate le parti principali di un vano per doccia e dunque dell'impianto idraulico, così da poterne analizzare meglio i dettagli.
Il soffione, elementoda cui fuoriesce l'acqua, può essere applicato a parete o a soffitto secondo i modelli, e comunque a un'altezza che si aggira intorno ai 200-210 cm dal piatto doccia; in più può essere dotato di un solo getto a effetto pioggia oppure a due, con il risultato di una cascata.
Oggigiorno gli ugelli sono rivestiti in silicone, per una rimozione più semplice del calcare che va ad accumularsi nel tempo.
Al soffione si può preferire una doccetta con tubo flessibile, fissata a parete mediante un'asta e collegata al miscelatore.
La sua funzione è di poter distribuire il getto nella direzione scelta e soprattutto alla distanza desiderata.
Il miscelatore, sostituzione dei vecchi rubinetti a due manopole, è preferibile sceglierlo termostatico, cioè dotato di elemento che regola la temperatura dell'acqua e consente di evitare eccessivi sbalzi termici improvvisi, magari dovuti anche a un contemporaneo utilizzo di acqua nell'area cucina.
In questo modo si riducono gli sprechi, i consumi inutili di acqua, di corrente e il relax è salvaguardato!
Diversamente, esistono miscelatori del tipo monocomando, aventi una leva regolatrice sia del getto sia della temperatura, non propriamente adatti a equilibrare da subito il clima desiderato all'interno del vano.
Altro elemento fondamentale è il piatto doccia, base orizzontale dalla leggera concavità necessaria allo scorrere dell'acqua verso il sifone.
Esistono tre tipologie:
- da appoggio, nel caso in cui lo strato è adagiato sopra il massetto e, dunque, sporgente rispetto alla quota di terra;
- da incasso, quando metà altezza è inserita nel massetto;
- a filo pavimento, nella circostanza in cui si dà continuità al livello della pavimentazione evitando discontinuità superficiale.
In merito alle forme e dimensioni, le varianti sono innumerevoli e soddisfacenti un po' tutte le richieste, grazie ai nuovi materiali dalle forme un po' articolate con misure irregolari.
Dopo aver installato il piatto e aver applicato il rivestimento, si procede con l'inserimento del box doccia che può avere una o più ante apribili a battente verso l'esterno, per questioni di sicurezza, oppure a libro con leggera riduzione della zona di passaggio e con senso di apertura verso l'interno, infine a scorrimento.
L'altezza è fissata sui 195-200 cm, i materiali e i modelli variabili secondo le esigenze.
Ogni piatto doccia è dotato di piletta, una griglia che scarica l'acqua all'interno del sifone, tubo di diametro 40 mm disposto sotto la quota del pavimento con una pendenza orizzontale maggiore dell'1% e con sbocco in un pozzetto ispezionabile connesso alla colonna di scarico.
Il vano doccia è uno spazio dalla molteplice funzione, preposto sia per la cura e lìigiene personale sia per concedersi un momento distensivo al di sotto dello scroscio d'acqua.
Importante è, sin da subito, stabilire il luogo dove collocare il gruppo idraulico, di modo da non avere problemi con il collegamento dei membri alla colonna di scarico.
Il valore estetico di una doccia potrebbe primeggiare durante la scelta delle parti ma, affinché il vano sia vissuto bene dall'utente, sia assaporato, l'attenzione maggiore va rivolta agli aspetti tecnici e, come in tutte le circostanze, l'ottimo è raggiunto dall'osservanza acuta di tutte le specificità, sia funzionali sia di decoro.