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Buona pratica professionale

Le iniziative del CNAPPC a tutela della qualita' delle prestazioni professionali.
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Il mondo delle professioni tecniche in Italia è sempre in una posizione ambivalente, tra la silenziosa accettazione dei problemi delle singole categorie ed ordini e la voglia costante di fare chiarezza in una situazione, solo italiana, in cui più figure professionali si sovrappongono nelle competenze in virtù di norme vecchie e mai chiarite la cui applicazione lascia ampi spazi di discrezionalità all'individuazione delle figure professionali abilitate a svolgere determinate attività, piuttosto che altre.

ProgettazioneDa un lato, mentre si assiste alle varie iniziative, comprensibili e lecite, di Ordini e Collegiprofessionali per capire come uscire dalla crisi economica che ha colpito il mondo negli ultimi anni, ecco che in Parlamento viene presentato un Ddl, il 1865, recante “disposizioni in materia di competenze professionali dei geometri, dei geometri laureati, dei periti industriali con specializzazione in edilizia e dei periti industriali laureati nelle classi di laurea L-7, L-17, L-21 e L-23”, che ha messo in subbuglio gli Ingegneri ed architetti perché prevede una serie di ampliamenti alle prerogative professionali delle figure menzionate nel Ddl che finora erano state loro precluse.

A tal proposito, il CNAPPC, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, con un comunicato stampa del 18 Febbraio u.s., ha fermamente rigettato l'iniziativa della Senatrice Vicari, autrice del Ddl in oggetto, rimarcando come, alla luce dei drammatici accadimenti sul Territorio in Italia, in un paese che vistosamente frana, crolla, si frantuma, è importantissimo che le politiche nazionali sulla gestione e protezione del territorio tengano saldamente in considerazioni il valore e l'importanza di progettazioni adeguate e competenti, e ciò vistosamente fa a botte con il concetto di una revisione delle competenze professionali che non sia il frutto di una concertazione aperta a tutte le figure professionali coinvolte.

Tra l'altro, notizia recentissima, dopo le giuste rimostranze di cui sopra culminate in un incontro personale diretto il giorno 24 Febbraio u.s., la senatrice Vicari ha comunicato la sua disponibilità a sospendere l'iter procedurale del Ddl 1865 in attesa che un tavolo tecnico congiunto di tutte le figure professionali coivolte produca un documento congiunto di osservazioni che permetta di affrontare in maniera organica e concordata la revisione e la individuazione corretta delle competenze professionali.

Relativamente al concetto della buona pratica professionale, che necessariamente conduce ad una buona e corretta progettazione, il CNAPPC, aldilà delle giuste reazioni al Ddl Vicari, sta da tempo sviluppando, e di recente ha cominciato a pubblicare, una serie di utilissimi sussidi ai professionisti che hanno dato origine ad una vera e propria collana editoriale dedicata ai Protocolli Prestazionali, i primi dedicati alla progettazione, direzione e collaudo delle opere di edilizia privata di nuova costruzione.

Pratica professionaleQuesta serie di strumenti professionali, nell'intenzione del CNAPPC, non nascono con intenti di natura deontologica ma con la positiva intenzione di veicolare il concetto della difesa dello standard di qualità nell'espletamento delle prestazioni professionali, a tutela del committente, pubblico o privato, per poter dare adeguate risposte tecniche senza rinunciare al ruolo, implicito nella figura di Architetto, di interprete delle istanze della società del proprio tempo. I primi protocolli prestazionali pubblicati sono disponibili in tre volumi reperibili in tutte le librerie tecniche, oppure scaricabili gratuitamente sul sito del CNAPPC in formato Pdf.

Nell'attesa delle future pubblicazioni, che tratteranno di Edilizia manutenzione/ristrutturazione, Edilizia vincolata/restauro, Beni artistici e monumentali/restauro, paesaggismo, non possiamo che salutare con positività un'iniziativa tesa a definire standard di buona pratica nel rispetto di tutte le figure coinvolte nei processi della progettazione, dell'edilizia e delle costruzioni, perché l'identificazione di criteri e comportamenti omogenei è assolutamente un bene, in primis per i committenti, che sono i beneficiari finali dei risultati di tali attività professionali.

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