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Il precedente articolo Bonifica di canna fumaria in amianto ha permesso di delineare un quadro abbastanza dettagliato in merito alla normativa che regola gli interventi di bonifica in caso di ritrovamento di amianto a matrice compatta in uno stabile, mono o plurifamiliare.
Si è descritto infatti il caso, abbastanza comune, di una canna fumaria in cemento amianto istallata sul fronte di un generico fabbricato, fornendo, in particolare, delle indicazioni precise al proprietario, o comunque al responsabile dell'immobile, su come si interviene qualora si riscontri presenza di cemento amianto:
- analizzare il degrado del manufatto (se l'area danneggiata è estesa oppure non estesa);
- valutare il rischio di esposizione degli occupanti lo stabile;
- stabilire il metodo di intervento cui è possibile attenersi;
- chi contattare per effettuare gli stessi interventi in sicurezza.
Quello che viene riportato in questo articolo è quindi un approfondimento volto a descrivere in modo più dettagliato l'intervento, tra quelli di bonifica, dell'incapsulamento che risulta, il più delle volte, quello maggiormente utilizzato per risolvere, anche se in modo non definitivo, il problema.
Il Decreto Ministeriale 6/9/1994, contenente normative e metodologie tecniche di applicazione dell'art. 6 comma 3 e dell'art. 12 comma 2 della legge 257/1992 relativa alla cessazione dell'impiego di amianto, descrive in modo chiaro ed esauriente l'incapsulamento:
L'intervento di incapsulamento consiste nel trattamento dell'amianto con prodotti specifici penetranti o ricoprenti che (a seconda del tipo di prodotto usato) tendono ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l'aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta.
Risulta infatti molto probabile che nel tempo un manufatto in pannelli rigidi di amianto possa subire dei danneggiamenti, dovuti all'azione di agenti esterni quali, ad esempio, la modifica del sistema di ventilazione, la presenza di correnti d'aria che erodono il rivestimento, interventi di riparazione o manutentivi in generale, presenza di fonti di vibrazioni, danneggiamento da parte degli occupanti stessi. Tale degrado può comportare il rilascio di fibre.
Lo stesso D.M. individua i pro ed icontro dell'intervento legando i primi principalmente ai costi ed ai tempi dell'intervento, che risultano più contenuti.
Inoltre l'incapsulamento non richiede la successiva applicazione di un prodotto sostitutivo e non produce rifiuti tossici.
Il rischio per i lavoratori addetti all'intervento e per l'inquinamento dell'ambiente, inoltre, è generalmente minore rispetto alla rimozione.
È sicuramente il trattamento di elezione per i materiali poco friabili di tipo cementizio.
L'intervento oltre ad aspetti positivi riserva degli inconvevienti, il primo dei quali, come indicato nel D.M. 6/9/1994, è rappresentato dalla permanenza nell'edificio del materiale di amianto e dalla conseguente necessità di mantenere un programma di controllo e manutenzione.
La scelta di questo trattamento di bonifica inoltre costringe a dei periodici controlli e verifiche sull'efficacia dell'incapsulamento, che può col tempo alterarsi o danneggiarsi, obbligando a dover ripetere il trattamento.
Altro inconveniente è che diventa più complessa l'eventuale rimozione di un materiale di amianto precedentemente incapsulato, per la difficoltà di bagnare il materiale a causa dell'effetto impermeabilizzante del trattamento.
Inoltre, l'incapsulamento può alterare le proprietà antifiamma e fonoassorbenti del rivestimento di amianto.
Prima di decidere per un intervento di incapsulaggio deve essere attentamente valutata l'idoneità del materiale di amianto a sopportare il peso dell'incapsulante.
In particolare trattamenti incapsulanti non sono indicati:
- nel caso di materiali molto friabili, in quanto l'incapsulante aumenta il peso strutturale aggravando la tendenza del materiale a delaminarsi o a staccarsi dal substrato;
- nel caso di materiali friabili di spessore elevato (maggiore di 2 cm), nei quali il trattamento non penetra molto in profondità e non riesce quindi a restituire l'adesione al supporto sottostante.
L´intervento deve essere eseguito in conformità al Decreto del Ministero della Sanità 20/08/1999, il quale fornisce tutte le indicazioni anche in merito alla preparazione del supporto, alle tipologie dei rivestimenti incapsulanti, alle caratteristiche prestazionali dei rivestimenti incapsulanti.
Il Committente deve richiedere all´Esecutore, cioè alla Ditta specializzata che esegue il lavoro, l'attestazione di conformità del prodotto incapsulante applicato e l'attestazione di conforme esecuzione dei lavori (spessori, colori degli ultimi strati applicati, garanzia nel tempo) assieme alla durata minima del trattamento.
Il Proprietario dovrà formalizzare infine un programma di manutenzione e controllo e nominare un Responsabile preposto alla sua applicazione (il tutto descritto nel D.M. 20/08/1999).
Il committente dovrà dare comunicazione dei lavori all'organo di vigilanza competente per territorio in quanto ricorrono le condizioni previste dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i..
Per interventi di incapsulamento che prevedano un trattamento preliminare o la sostituzione di lastre, il titolare dell'impresa dovrà presentare all'organo di vigilanza competente territorialmente anche un piano di lavoro ai sensi dell'art. 256, comma 2 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.
L'avvenuta posa in opera di un rivestimento incapsulante in conformità alle disposizioni di legge secondo le indicazioni trasmesse dal fornitore e con le caratteristiche prescritte dal Decreto del Ministero della Sanità 20/08/1999, sarà attestata dal responsabile dei lavori dell'impresa di bonifica.
Come indicato precedentemente, la scelta del tipo di incapsulante non è a discrezione della ditta esecutrice ma dipendente dalle caratteristiche del rivestimento in amianto e dagli scopi dell'intervento.
A causa della variabilità delle situazioni che si possono presentare, prima di essere impiegato, il prodotto deve essere testato direttamente sul materiale da trattare.
Se si usano incapsulanti ricoprenti bisogna verificarne l'aderenza al rivestimento; se si usano incapsulanti penetranti bisogna controllarne la capacità di penetrazione e di garantirne l'aderenza al supporto del rivestimento.
In tutti i casi, bisogna sempre verificare preventivamente la capacità del rivestimento di sopportare il peso dell'incapsulante. (D.M. 6/9/1994)
Molti sono i prodotti attualmente in commercio e tutti rispondono alle indicazioni contenute nel D.M. 20/08/1999.
Per la tipologia di rivestimento della categoria A, a vista all'esterno, si possono individuare ad esempio due ottimi prodotti:
Starblock, Amianto, ciclo A (700 g/m2 totali; Prima mano pari a 420 g/m2; Seconda mano di colore contrastante pari a 280 g/m2) applicato con Starblock Primer come consolidante e promotore di adesione;
Saint-Gobain ISOVER Elaver Plus, guaina liquida colorata bianca, grigia e rossa, idonea all'incapsulamento del cemento-amianto.
Per la tipologia di rivestimento della categoria B, a vista all'interno, e C, non a vista:
Starblock, Amianto, ciclo B (600 g/m2 totali; Prima mano pari a 350 g/m2; Seconda mano di colore contrastante pari a 250 g/m2) applicato con Starblock Primer come consolidante e promotore di adesione;
Starblock, Amianto, ciclo C (500 g/m2 totali; Due mani da 250 g/m2 ciascuna) applicato con Starblock Primer come consolidante e promotore di adesione.
Per la tipologia di rivestimento della categoria D, ausiliario per rimozione o smaltimento:
Starblock, Primer tipo D, da applicare a non meno di 200 g/m2;
Mapei Vinavil 03V speciale amianto, che è una dispersione acquosa a base di copolimero vinilversatico e speciali additivi sviluppata dalla Mapei e Vinavil
In tutti i casi, preliminarmente la superficie del rivestimento di amianto deve essere aspirata; devono essere rimossi tutti i frammenti pendenti del rivestimento di amianto e le parti distaccate del substrato.
L'integrità del rivestimento deve essere restaurata utilizzando materiali senza amianto che presentino una sufficiente affinità con il rivestimento esistente e con il prodotto incapsulante impiegato.
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