|
Il mese di luglio ha visto il rincaro delle bollette di casa per la fornitura luce del +6,5%.
In pratica, la spesa (al lordo tasse) per una famiglia tipo nel periodo compreso tra il 1°ottobre 2017 e il 30 settembre 2018 sarà di 537 euro, con un incremento del +4,8% rispetto ai 12 mesi dell'anno precedente, corrispondente a un aumento di circa 24 euro all'anno.
Anche quest'anno, però, alcune categorie di persone hanno diritto al bonus luce, oltre che a sconti sulle bollette; introdotti dal Governo e resi operativi dall'autorità competente con la collaborazione dei vari comuni italiani, assicurano un risparmio sulla spesa per l'energia elettrica a tutte le famiglie che versano in condizioni di disagio economico e fisico.
Nella prima categoria, rientrano i nuclei familiari con ISEE non superiore a 8.107,5 euro, mentre, nella seconda, i casi in cui una grave malattia costringa all'utilizzo di apparecchiature medicali alimentate con l'energia elettrica (elettromedicali), indispensabili per il mantenimento in vita.
Inoltre, hanno diritto al bonus energia anche le famiglie numerose con più di tre figli a carico e con ISEE non superiori a 20.000 euro.
Chi non rientra in questi casi, cosa può fare per ridurre i consumi di luce?
Risparmiare energia elettrica significa contenere le spese e tutelare l'ambiente.
La IEA (Agenzia Internazionale per l'Energia) ha stimato che nel 2035 la richiesta di energia sarà superiore del 30% rispetto a quella attuale, un motivo in più per ridurre i consumi, incidendo meno sull'ambiente e sul bilancio familiare.
Uno stile di vita green e l'utilizzo di tecnologie all'avanguardia permettono di farlo senza troppa fatica. Ecco come contribuire ogni giorno a risparmiare energia elettrica in casa.
Uno dei primi aspetti da valutare per ridurre i consumi di energia elettrica in casa, è quello di selezionare il tipo di illuminazione più adatta a ogni ambiente domestico. In che modo?
Innanzitutto, è importante sfruttare al meglio la luce naturale, collocando scrivanie e piani di lavoro vicino alle finestre di casa, tinteggiando le pareti di colori caldi e luminosi, appendendo specchi che riflettono la luce e rendono gli spazi più ariosi, installando porte a vetri che lasciano filtrare la luce delle varie stanze nelle zone di passaggio.
Per quanto riguarda l'illuminazione artificiale, invece, è bene sceglierla in relazione alla stanza.
In cucina, ad esempio, è necessario avere una luce forte che, in genere, viene fornita da un lampadario centrale. Tuttavia, è utile disporre anche di una fonte di illuminazione sopra il piano cottura e le superfici di lavoro. In questo caso, meglio prediligere delle strisce LED che illuminano in modo efficiente, riducendo gli sprechi, ed escludere i faretti che, pur essendo belli da vedere, consumano molto e sono scomodi da sostituire quando si rompono.
Nella zona living, è meglio optare per un'illuminazione regolabile, in base alle necessità, evitando lampadari e spot luminosi che provocano ombre e fastidiosi effetti di controluce.
In camera da letto e nell'home office, oltre al classico lampadario, è opportuno dotarsi di una lampada da tavolo, da parete o un abat-jour che consenta di ottenere il giusto grado di illuminazione a seconda che decidiamo di leggere un libro o di lavorare al computer.
Lampade a muro o da soffitta sono ideali nella camera dei più piccoli.
In alcune stanze della casa, come ad esempio in cantina o in lavanderia, potrebbe essere utile installare un interruttore a tempo che spenga la lampadina dopo qualche minuto.
L'illuminazione giusta passa anche per la scelta delle lampadine più appropriate.
In particolare, sono da prediligere quelle a basso consumo tra cui le lampadine a fluorescenza o quelle a LED; le prime permettono un risparmio tra il 40% e il 60% di energia elettrica rispetto ai vecchi modelli a incandescenza e hanno una durata di vita che può arrivare fino a 15.000 ore; le seconde, invece, riescono a fare risparmiare ben l'80% di elettricità rispetto alle tradizionali sorgenti luminose a incandescenza e possono avere fino a 50.000 ore di vita.
In generale, poi, è bene ricordarsi di spolverare le lampadine almeno una volta l'anno; la polvere, con il tempo, può ridurre fino al 10% il loro potere di illuminazione.
Gli elettrodomestici sono i responsabili di buona parte del consumo di energia elettrica domestica. Si stima che l'utilizzo di tali apparecchi possa incidere fino all'80% sulla bolletta.
Come ridurre i consumi?
Per prima cosa, se possibile, è consigliabile sostituire i vecchi elettrodomestici con modelli più moderni, appartenenti a classi energetiche elevate.
Le classi di consumo energetico, dette anche classi di efficienza energetica degli elettrodomestici, sono una vera e propria scala che indica i consumi in chilowattora (kWh) tramite una lettera che va dalla A+++ alla G.
Proprio da quest'anno, però, scompaiono le classi A+, A++ e A+++ e si adotta la scala che dalla classe A arriva a quella G, ma con standard di consumi energetici del tutto rivisitati che dovrebbero valere almeno 10 anni. In generale, le classi A++ e A+++ sono la nuova classe A, mentre le classi A attualmente in commercio diventano classe B.
Inoltre, sempre da quest'anno, l'etichetta energetica ha un nuovo logo: l'icona smart che segnala gli elettrodomestici intelligenti, in grado di attivarsi quando il costo dell'elettricità è più basso. Cosa fare, invece, con gli elettrodomestici che abbiamo già in casa?
Il frigorifero è uno degli elettrodomestici che può incidere maggiormente sul consumo di energia, in quanto resta acceso 24 ore su 24. Oltre a optare per un modello ad alta efficienza energetica e No Frost, che permette la circolazione dell'aria e non fa formare la brina, ci sono alcuni accorgimenti che consentono di evitare inutili dispersioni di energia.
La regola numero uno è quella di aprirlo solo quando serve.
Aprire continuamente lo sportello, infatti, non fa altro che aumentare il consumo energetico dell'apparecchio che sarà costretto, di apertura in apertura, ad azionare apposite turbine atte a mantenere una temperatura più fresca.
Non meno rilevante è il suo posizionamento; il frigorifero va collocato a circa dieci centimetri dal muro per garantire un'aerazione sufficiente a non farlo surriscaldare.
È importante poi impostare la giusta temperatura che dovrebbe essere di 5-6 gradi, pulirlo con una certa frequenza e occuparsi periodicamente della sua manutenzione, sostituendo le guarnizioni quando diventano usurate.
Il forno a microonde da sempre si è dimostrato un buon alleato del risparmio energetico. Prediligerlo a quello elettrico rappresenta una buona strategia antispreco.
Persino chi possiede un forno elettrico, però, può ridurre i consumi, adottando alcuni semplici accorgimenti. Per cominciare, è opportuno scegliere un modello ventilato che produce una temperatura interna uniforme e accorcia i tempi di cottura.
A tal proposito, è utile spegnere il forno qualche minuto prima del previsto, ultimando la cottura ad apparecchio spento, così da risparmiare energia e sfruttare il calore immagazzinato. Anche nel caso del forno, inoltre, è importante non tralasciare una corretta e costante pulizia, che incide positivamente sia sull'igiene che sulla funzionalità dell'apparecchio.
Per risparmiare in bolletta, ecco di seguito consigli utili per ogni singolo elettrodomestico
Per quanto riguarda la lavatrice, questa dovrebbe essere messa in funziona sempre a pieno carico. Meglio evitare poi il prelavaggio che fa consumare il doppio dell'acqua e 1/3 in più di energia elettrica e programmare i lavaggi nelle fasce orarie più economiche.
Basta lavare la biancheria di notte, ad esempio, per sfruttare tariffazioni più basse, evitando di intasare il traffico energetico giornaliero.
Pure la lavastoviglie va azionata a pieno carico e a temperature non troppo alte, tra i 30-60°. Inoltre, per risparmiare ulteriormente energia, è consigliabile sciacquare i piatti prima di riporli nell'apparecchio, rinunciando alla loro asciugatura; quest'ultima operazione, difatti, incide per oltre il 40% sul consumo di questo elettrodomestico.
Nel caso del condizionatore, invece, l'aspetto più rilevante diventa la sua periodica manutenzione. Bisogna programmare, dunque, una pulizia bimestrale del filtro dell'aria e un controllo annuale del gas refrigerante e della serpentina. Con queste accortezze è possibile risparmiare fino a 150 euro l'anno.
È consigliato dotarsi di un apposito timer, da montare sulla presa elettrica, che consenta di programmarne l'accensione 3-4 ore prima dell'impiego; meglio farlo nelle ultime ore della notte, quando l'elettricità costa meno.
È importante ricordarsi poi che i vari dispositivi elettronici (TV, lettori DVD, modem, computer) continuano a consumare anche quando non sono in funzione.
Gli elettrodomestici spenti, infatti, consumano in media 450 chilowattora all'anno per ogni abitazione; ecco perché, se inutilizzati, vanno sempre scollegati dalle prese di corrente e mai lasciati in standby.
Basta ricorrere a delle pratiche ciabatte multipresa per ottenere un risparmio di 60 euro di elettricità annua. Inoltre, intorno a questi apparecchi, deve essere garantita la possibilità di areazione, così da non indurli in surriscaldamento.
Se la bolletta della luce risulta inspiegabilmente salata, è bene controllare che in casa non ci siano delle dispersioni di elettricità, ovvero delle perdite di carica elettrica da parte di un conduttore carico mal isolato.
Le dispersioni elettriche possono essere causate da diversi fattori:
- un impianto troppo datato, trascurato, usurato, mal isolato, senza messa a terra o non a norma di legge;
- cavi elettrici scoperti oppure che non sono stati collegati o stretti bene;
- prese, deviazioni, interruttori o salvavita difettosi;
- guasti agli elettrodomestici.
Come capire se nella nostra abitazione ci sono dispersioni elettriche?
Gli strumenti per farlo sono due: il multimetro digitale e la pinza amperometrica.
Il multimetro, meglio noto come multitester o tester, è un apparecchio multifunzione che viene impiegato per misurare le grandezze elettriche (tensione, corrente, resistenza).
Ne esistono di due tipi: quelli analogici, che usano una scala graduata conosciuta come galvanometro, e quelli digitali, che mostrano i valori misurati su uno schermo a LED, LCD o fluorescente. In particolare, se tutto è ben isolato, sul display del multimetro digitale si leggerà un valore pari a zero con dispersione nulla.
Tra i modelli in commercio, Tacklife DM06 è consigliato per la sua capacità di riconoscere in maniera del tutto autonoma il tipo di input immesso e, di conseguenza, di restituire automaticamente la lettura con il valore espresso nell'unità di misura corrispondente.
Nel caso di dispersioni elettriche, inoltre, è possibile munirsi di una pinza amperometrica, che permette di misurare le correnti senza la necessità di interromperle per poi riattivarle.
È un utensile che può essere agganciato attorno al conduttore per rilevare l'intensità di campo elettromagnetico che si è formata intorno al cavo stesso.
Tra le pinze presenti sul mercato troviamo HT4010 di HT Italia e Fluke 325.
E per finire, quali sono gli elettrodomestici che in casa consumano di più?
Per scoprirlo, è sufficiente dotarsi di un misuratore del consumo di energia elettrica che accede alle prese elettriche domestiche. Si tratta di un semplice adattatore al quale va attaccata la spina dell'elettrodomestico da controllare.
Nello specifico, per misurare i consumi degli elettrodomestici in standby, è necessario ricorrere a un misuratore di maggiore precisione.
Il modello RCE PM600, ad esempio, è in grado di misurare anche potenze di decimi di watt di lampade, TV, decoder, microonde in standby.
|
![]() |
||||
Testata Giornalistica online registrata al Tribunale di Napoli n.19 del 30-03-2005 | ||||
Copyright 2025 © MADEX Editore S.r.l. |
||||