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Il bioetanolo è un alcol al pari dell'etanolo che però viene prodotto in maniera differente; si ottiene dalla fermentazione delle biomasse di origine vegetale.
È anche considerato un carburante liquido e incolore, al pari della benzina, da cui però differisce per metodo di produzione, resa e impatto sull'ambiente.
Di seguito ecco le principali caratteristiche del bioetanolo:
• ha un elevato numero di ottani che lo rende ideale per aumentare le performance dei motori delle automobili. Spesso è utilizzato nelle gare automobilistiche per aumentare gli ottani della benzina;
• possiede un potere calorifico inferiore alla benzina, con un aumento dei consumi pari a circa il 15-30%;
• non contiene zolfo, dannoso sia alla salute che per l'ambiente.
Vedremo a breve tutti i vantaggi che queste caratteristiche portano sia in termini di resa, sia di impatto ambientale. Il suo utilizzo è potenzialmente molto vasto ma, generalmente, prevale il suo impiego come combustibile per i settori dei trasporti e nel riscaldamento (camino al bioetanolo).
La molla che fece scattare l'interessamento a questo tipo di carburante iniziò nella prima metà degli anni Settanta, ricordati come il periodo della crisi petrolifera iniziato con l'attacco di Egitto e Siria. Questo potrò i paesi arabi che facevano parte dell'OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries) a imporre un embargo petrolifero nel confronti degli USA e a tutte le nazioni filo israeliane.
Da qui iniziò a svilupparsi questa nuova tecnologia, figlia appunto di questa crisi. Successivamente, questa strada si raffreddò leggermente per poi tornare in auge negli anni successivi, nella spasmodica ricerca di combustibili che non inquinassero come quelli fossili.
Attualmente, il Brasile è il Paese con produzione e investimenti maggiori di questo biocombustibile, seguito dagli Stati Uniti. I numeri però sono ancora molto bassi a livello globale.
Tutto ha inizio dalla cosiddetta biomassa che può essere appositamente coltivata o risultare come scarto di alcuni prodotti. Questi sono composti da una miscela di polimeri come la cellulosa, i carboidrati, la lignina etc.
Questi materiali vengono pretrattati con sostanze acide in modo che le reazioni chimiche possano produrre zuccheri. Nel caso di determinate colture, come ad esempio la canna da zucchero, questo passaggio non viene effettuato perché basterà separare meccanicamente le parti della pianta che contengono lo zucchero dal resto.
Questo tipo li lavorazione non lascia praticamente elementi di risulta perché le parti della pianta che vengono scartate (essenzialmente fibre), potranno essere utilizzate come materiale combustibile per la produzione di elettricità.
Nel caso del mais, invece, la lavorazione necessaria per produrre bioetanolo è leggermente più complessa. Vengono inizialmente macinati i chicchi (a secco o a umido) riducendoli a una consistenza molto simile a quella della farina che, successivamente, verrà immersa in acqua calda in modo che venga rilasciato l'amido.
Arrivati a questo punto, grazie a un processo di idrolisi, questa soluzione è pronta per essere fermentata per ottenere l'etanolo. La sostanza utilizzata perché questo avvenga è il semplice lievito di birra e temperature che oscillano tra i 250° e i 300° C.
Da sottolineare il fatto che anche il lievito di birra è perfettamente naturale e quindi a impatto ambientale nullo. Per concludere, il bioetanolo prodotto sarà sottoposto a un ultimo processo per eliminare l'acqua in eccesso presente.
Riassumendo quindi, le sostanze da cui è possibile estrarre l'etanolo sono:
Il Bioetanolo, esattamente come altri combustibili (come il biodiesel) ha l'enorme vantaggio di avere un impatto ambientale nullo, rispetto ai combustibili di origine fossile.
Trattandosi poi di prodotti ottenuti da biomasse viene da se che rappresentano delle fonti rinnovabili.
Le emissioni che producono durante la combustione, inoltre, sono molto basse e si tratta per lo più anidride carbonica (Co2). Quest,a oltretutto, grazie alla sintesi clorofilliana, viene eliminata proprio dalle colture da cui si ricava il bioetanolo. Si viene a creare quindi, una sorta di ciclo di compensazione interno al processo di produzione.
Inoltre, durante la combustione non vengono sviluppati odori, fuliggine o fumi di alcun tipo.
Oltre alla Co2 prodotta, l'unico altro elemento risultante sarà una quantità minima di vapore acqueo.
Anche per l'uso del bioetanolo qualche contro c'è, ma del resto non siamo ancora arrivati al punto di sviluppare forme di energie senza alcun difetto. Anche se la combustione dell'etanolo produce meno CO2 rispetto alla benzina (2,88 kg contro i 3,08 kg per la benzina) è pur vero che produce quantità maggiori di NOx.
Con questa sigla si intendono in maniera generale tutti gli ossidi di azoto che si formano tramite combustione e che sono nocivi per la salute.
L'esempio più conosciuto è il monossido di azoto (formula bruta NO).
Il problema è risolvibile grazie a veicoli che sono appositamente progettati con catalizzatori speciali che permettono di eliminare questo difetto. Il problema è che sul mercato (per via essenzialmente di interessi economici) sono difficilmente reperibili.
In italia, ad esempio, non è proprio possibile trovarne. La Svezia per contro detiene il primato per numero di veicoli e stazioni di servizio per sfruttare questo tipo di carburante.
Un altro svantaggio è che attualmente questo combustibile viene prodotto solamente da grandi impianti industriali, quindi incide moltissimo sul suo prezzo finale il trasporto.
Sarebbe ottimo investire di più su piccoli impianti distribuiti su tutto il territorio ma per ora passi significativi in questo senso non sono ancora stati fatti.
1 litro di bioetanolo in italia può costare tra i 2,40 e i 4,60 euro. Questa sostanziale fluttuazione è data dal prezzo del trasporto che come detto, incide tantissimo sul totale finale.
Più la zona di produzione sarà lontana, più il suo costo sarà alto.
Può però essere acquistato su Amazon oppure direttamente dal rivenditore come ad esempio l'azienda Alcofiamma.
Risultano particolarmente utili i pratici rubinetti a dosaggio controllato presenti su quasi tutte le taniche. Vari anche i formati disponibili, adatti a tutti i tipi di consumo familiare (dai 10 ai 20 litri).
Per dare un'idea della resa del bioetanolo, con circa 20 litri sarà possibile riscaldare per circa 10 giorni un ambiente fino a 60 mq.
Additivi per benzine: come detto il bioetanolo possiede un alto numero di ottani (più del normale carburante). Viene quindi aggiunto alla benzina per migliorarne le prestazioni.
Per capire in che concentrazione è presente basterà controllarne la sigla (E15, E30, E45 etc) in cui il numero rappresenta la percentuali di etanolo presente. Attenzione però, perché questo additivo risulta corrosivo, soprattutto in alte concentrazioni.
Bisognerà, quindi, sostituire tubi e guarnizioni ad hoc per non rischiare sgradevoli inconvenienti. Ne è quindi sconsigliato l'uso su modelli di macchine desuete.
Ma nulla di nuovo, questo problema decenni fa si pose già quando la benzina al piombo cedette il passo a quella verde.
Attualmente invece il bioetanolo è usato essenzialmente come fonte di riscaldamento delle case grazie al biocamino e alle stufe a bioetanolo. Questa è l'alternativa migliore alle classiche caldaie a gas, inquinano pochissimo e presentano veramente molti vantaggi.
Il metano è molto meno inquinante di carbone e petrolio ma questo non vuol dire che non sia dannoso. Il bioetanolo per contro, si trova al terzo gradino tra le fonti energetiche meno inquinanti, scalzato solamente da energia solare ed eolica ma che attualmente hanno rese enormemente inferiori.
Un altro vantaggio del camino a bioetanolo per appartamenti, è la possibilità di poter regolare agevolmente il consumo e conseguentemente il calore generato, permettendo un perfetto controllo sui consumi e sulla temperatura desiderata.
Questa rappresenta una soluzione che andrebbe presa seriamente in considerazione, sia per motivi ecologici che economici.
Concludendo, altre importanti applicazioni del bioetanolo, ma ancora poco sfruttate sono:
• utilizzo per la produzione di energia pulita mediante combustione;
• carburante nei sistemi di cogenerazione, ovvero, quel processo che produce in contemporanea energia meccanica e calore, utilizzato per il riscaldamento;
• materia prima nell'industria chimica;
• carburante per celle a combustibile.
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