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Applicare il grès porcellanato per l'arredo bagno è una soluzione ecocompatibile e garantisce ottimi risultati in termini di design, durabilità e resistenza.
Grazie a un innovativo metodo di produzione si possono ottenere lastre in grès laminato di soli 3 millimetri di spessore; un potenziale notevole per il design di interni che inventa piani con lavabi integrati e mobili rivestiti in grès.
In foto un mobile bagno Modulnova rivestito in Kerlite di Cotto d'Este.
Esiste un fattore che accomuna la maggior parte dei mobili per l'arredo bagno prodotti dalle più importanti aziende sul mercato: la semplicità dei volumi.
Le forme si ripuliscono fino a ridursi a semplici geometrie che si incastrano tra loro, tanto più apprezzate se prive di soluzioni di continuità. La tendenza è trattare i mobili bagno come se fossero delle scocche uniche, come ricavati da un'unica massa piuttosto che assemblati.
Nascono così materiali innovativi come il solid surface e l'applicazione di speciali malte e resine acriliche, o la tecnica del folding in presenza di materiali più convenzionali.
Il folding, dall'inglese ripiegamento, consiste nel praticare un taglio a V su una superficie di un pannello laccato o impiallacciato fino a sfiorare la superficie opposta.
Tale lavorazione consente successivamente di ripiegare i due pannelli uniti solamente da un lembo superficiale e ottenere uno spigolo unico senza giunzioni alla vista.
Anche con il grès laminato è possibile dare ai mobili del bagno un effetto monolitico grazie ad un metodo di posa artigianale ed al binomio basso spessore-grandi formati messo a disposizione dai prodotti delle imprese aderenti la Panaria Group.
Nella foto superiore un piano con lavabo integrato realizzato con Slimtech di Lea Ceramiche.
Il grès laminato è il prodotto dell'innovazione tecnologica del colosso Panaria Group, costituito in Italia dalle imprese Lea Ceramiche, Cottod'Este, Fiordo e Panaria.
La tecnologia di produzione è unica e permette di realizzare lastre dalle dimensioni notevoli (fino a un metro per tre) con spessori ridotti a soli 3 millimetri, rendendola ideale negli interventi di ristrutturazione senza demolizione e, grazie alla sua leggerezza, come materiale per rivestimento di mobili.
In particolare in ambienti sottoposti alla continua presenza di acqua come cucina e bagno, il rivestimento con lamine in grès garantisce tutta la protezione necessaria e duratura, sia per i piani di appoggio che per le ante apribili.
Rispetto ad altre soluzioni innovative e sicuramente vantaggiose sotto molti aspetti, utilizzare il gès porcellanato presenta comunque numerosi punti a favore.
Malgrado il basso spessore che si può ottenere, ll grès è un prodotto altamente resistente e totalmente inassorbente. Proprio a causa del suo basso spessore, poi, è un materiale leggero ed ecocompatibile, facile da trasportare e lavorare.
La resistenza alle sollecitazioni meccaniche, a differenza di altri materiali è elevatissima, così come la resistenza all'attacco di acidi e allo shock termico causato da una fonte di calore concentrata.
Grazie, infine, all'applicazione della tecnologia Microban® a base di argento, le superfici sono protette da un innovativo scudo antibatterico che elimina fino al 99,9% dei batteri presenti.
Un grosso vantaggio, quindi, dovendo ricoprire superfici di ambienti in cui l'igiene è fondamentale.
A seconda del tipo di utilizzo, varia lo spessore delle lastre in grès laminato che conviene impiegare. Oltre alle lastre da 3 mm sono disponibili delle lastre rinforzate con una rete in fibra di vetro da 3,5 e 5,5 mm, ideali nei casi di ristrutturazione senza demolizione.
Gli spessori ridotti comportano un tipo di posa differente rispetto a quella di un rivestimento ceramico tradizionale, la posa richiede pertanto l'intervento di personale qualificato ed attento al dettaglio.
Principalmente i tipi di posa possibili con il grès laminato sono due:
- quello tradizionale a giunto aperto
- l'innovativa tecnica a bordo chiuso messa a punto da Giorgio Ilari, sviluppatore progetti speciali per Lea Ceramiche, dal cui sito è tratta l'immagine sopra.
Mentre la tecnica a bordo aperto prevede la presenza di un supporto sul quale incollare le lastre, la tecnica a bordo chiuso non comporta necessariamente la presenza di un supporto potendo incollare i pezzi liberamente in aria.
A differenza dei materiali tradizionali, è possibile tagliare a misura lastre da 3 e 3,5 mm di spessore solamente con un tagliavetro e un cutter, molando successivamente il bordo con una spugna diamantata o della carta vetrata.
I fori per le rubinetterie possono essere praticati con un normale trapano dotato di punta a tungsteno oppure, nel caso di fori superiori a 8mm, con punte a tazza; per realizzare dei tagli interni alla superficie è necessario l'uso di dischi diamantati.
Per simulare un oggetto monolitico, la giunzione più diffusa è quella che prevede prima la molatura dei lati interessati a 45°, successivamente si procede con una stuccatura di riempimento e infine con la molatura superficiale dello spigolo.
In alternativa è possibile sovrapporre i lati, come in foto, e molare successivamente lo spigolo.
Oltre al grès laminato, vantaggioso soprattutto per ricoprire i frontali delle ante grazie alla leggerezza propria del materiale, è possibile utilizzare anche il grès porcellanato tradizionale da un centimetro di spessore per rivestire l'arredo bagno e ottenere dei particolari moduli contenitivi.
In questo caso, i mobili per il bagno simuleranno dei manufatti in muratura, ma a differenza di questi potranno essere facilmente rimossi in un secondo tempo, evitando costosi interventi murari.
Come supporto è possibile utilizzare una struttura in legno multistrato marino, come il mobile per lavabo da appoggio in fotografia , o pannelli di varia natura di origine petrolchimica, come ad esempio le pratiche lastre Wedi.
Nelle foto sopra, un mobile in legno multistrato marino assemblabile a simulazione di un mobile in muratura rivestito successivamente in grès porcellanato e progettato dallo studio Lacasapensata.it
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