Promosso dalle archistar Aulenti, Fuksas e Gregotti un appello contro il Piano Casa.
Nei giorni scorsi il Presidente Berlusconi ha annunciato un nuovo piano per l'edilizia che porterà una vera e propria rivoluzione nell'ambito delle procedure normalmente adottate per costruire.
L'intento del Governo è quello di snellire le procedure burocratiche per l'ottenimento dei titoli autorizzativi che danno diritto ad effettuare interventi edilizi, e quindi rilanciare, in tal modo, l'economia depressa.
Le associazioni di tutela dell'ambiente, però, hanno già mosso gravi critiche al provvedimento da varare, perché ritengono che queste misure potrebbero danneggiare il territorio e l'assetto urbanistico delle nostre città, già gravemente compromessi.
Tre importanti architetti italiani, di indiscusso valore internazionale, Gae Aulenti, Massimiliano Fuksas e Vittorio Gregotti, si sono fatti promotori di un appello al quale hanno già aderito insigni urbanisti quali Pierluigi Cervellati, Vezio De Lucia, Italo Insolera ed Edoardo Salzano.
La legge, così come è stata anticipata nei giorni scorsi, prevede infatti la sostituzione del Permesso di Costruire, che viene rilasciato dal Comune previo esame di un'apposita Commissione Edilizia, con una dichiarazione giurata da parte di un progettista privato che attesta la conformità del progetto presentato dal suo committente alla normativa urbanistica vigente.
Le archistar temono che con questa sorta di liberalizzazione si abbia una eccessiva facilità di ottenere permessi edilizi che potrà incrementare ulteriormente l'anarchia urbanistica che spesso affligge il nostro territorio.
In particolare l'architetto Fuksas esprime la preoccupazione che la completa assenza del ruolo delle istituzioni induca nel cittadino l'idea di poter disporre in maniera indiscriminata delle risorse del territorio.
All'appello ha aderito anche il presidente onorario del WWF Italia, Fulco Pratesi, che, tra l'altro, oltre ad essere il padre dell'ambientalismo in Italia è anche un architetto.
Per la verità Pratesi si riserva di manifestare le proprie perplessità solo dopo aver preso visione di una stesura definitiva del provvedimento legislativo, anche se è stato critico su quelle che sono le anticipazioni di cui finora si è venuti a conoscenza.