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Molti dei danni che si riscontrano negli edifici realizzati alcuni decenni fa, sono conseguenti a procedimenti costruttivi ritenuti corretti per l'epoca ma che, nei fatti e a distanza di tempo, hanno manifestato carenze di ordine tecnico.
Queste condizioni, tra l'altro, sono maggiormente evidenti in quelle parti del fabbricato esposte agli agenti atmosferici, come ad esempio, per le parti in aggetto.
Di questo problema se n'è discusso parecchio, soprattutto per il degrado del cemento armato che costituisce l'appendice della struttura in aggetto.
Oltre questa particolarità può essere evidente anche un altro aspetto tecnico derivato dal distacco dello strato di malta posto a suo tempo per rifinire gli spigoli.
C'è da dire chiaramente che non si mette in discussione la procedura operativa, adoperata del resto anche ai nostri giorni, quanto piuttosto le anomalie riscontrare nel corso dei lavori.
Tra le condizioni che comportano parte di questi danni, vi è il caso in cui è necessario intervenire per ripristinare le difformità riscontrate dopo il disarmo di elementi ornamentali in calcestruzzo.
In seguito a queste differenze, l'operatore procede con la stesa di malta per uniformare tutte le superfici, fino a ottenere una sezione perfettamente normalizzata.
È evidente che, in base alle incongruità del fondo, il supporto può presentare spessori ben differenti.
Proprio in una di queste situazioni, ossia quando la quantità del materiale è rilevante, con il trascorrere del tempo, a causa del peso e per gravità, tale strato potrebbe distaccarsi dall'elemento.
A questa condizione si associano chiaramente altri aspetti, correlati al momento di esecuzione dei lavori, come la scarsa aderenza della superficie per presenza di polvere, di un dosaggio non corretto tra cemento e inerte, e di temperature esterne elevate che hanno determinato un rapido asciugamento del materiale.
Anche lasciare il fondo asciutto, senza essere bagnato con acqua, può contribuire a una rapida essiccazione dell'impasto e quindi a una scarsa resistenza del supporto.
Nel caso in esame, anche se lo spessore è di circa due/tre centimetri, si noti il perfetto stato del fondo dopo il crollo dell'intonaco, segno evidente della scarsa aderenza dello strato di malta con la sottostante superficie.
Questi effetti sono visibili dopo alcuni anni con delle fessure che delimitano lo spessore dello strato in via di distacco e che consentono l'infiltrazione di acqua accelerando, di fatto, il processo di degrado.
Le foto allegate evidenziano chiaramente due fasi distinte, ossia la formazione delle crepe e il distacco dell'elemento.
Allo stato attuale i materiali edili presenti in commercio, quelli tradizionali o premiscelati in azienda, offrono ottime garanzie di resistenza meccanica rispetto a quelli del passato.
L'unica avvertenza riguarda la corretta quantità di acqua nell'impasto e nel seguire attentamente le procedure di applicazione suggerite dalle case produttrici.
Ai giorni nostri, le moderne tecnologie permettono di utilizzare elementi zincati per balaustre, grate, cancelli e quant'altro, con evidente maggiore protezione contro la corrosione.
Questa soluzione non era disponibile fino a qualche decennio fa e quindi si procedeva con sistemi tradizionali adoperando profili di ferro naturale e con tecniche che, a distanza di tempo, hanno manifestato tutta la loro precarietà.
Un esempio si può osservare in alcune delle foto allegate dove i piantoni e gli elementi della ringhiera sono innestati direttamente sul piano del ballatoio e sui parapetti in muratura.
Tra i degradi visibili si riscontra una fessura, in corrispondenza delle due piattine metalliche, che sta causando infiltrazione di acqua all'interno del muro e conseguente corrosione delle zanche di ancoraggio, e dell'innesto arrugginito del piantone che ha generato la rottura della lastra di marmo.
Un altro fenomeno analogo a quest'ultimo si nota anche su un montante costituito da un profilo tubolare a sezione quadra posto a incastro su un muretto.
Oltre all'utilizzo di elementi zincati, per prevenire fenomeni di questo tipo, si possono adottare soluzioni alternative come, ad esempio, preparare delle piastre per montanti di acciaio inox da collocare all'esterno del frontalino, piuttosto che a pavimento, o annegare delle flange zincate alla struttura in cemento armato.
Nel primo caso, oltre alla naturale resistenza dell'acciaio inox, si ha una maggiore protezione del punto d'innesto del piantone al percolamento dell'acqua meteorica che scorre sul pavimento del ballatoio.
Con l'altra ipotesi, invece, la naturale resistenza della piastra zincata, cui sarà saldato il piantone, posta sul punto esterno del ballatoio, offrirà una maggiore garanzia di tenuta alla corrosione.
Un'ultima considerazione riguarda il processo di corrosione dei profili scatolari, superiore rispetto a quelli pieni.
In particolari condizioni, infatti, così com'è evidenziato in una delle foto allegate, il volume d'aria presente all'interno dei tubolari, per cause naturali, forma con il tempo una condensa e conseguente ruggine alla struttura metallica.
Oltre queste soluzioni, la tecnologia edilizia ne propone di altre, anche suggerite dalle aziende, a riprova come questo settore si muova verso obiettivi di assoluta qualità.
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