|
A chiunque è capitato di dover annaffiare un campo di fiori, un giardino o dei vasi di piante, molto probabilmente è stato fatto con acqua di pozzo, oppure con acque meteoriche o acqua potabile.
Ma questi non sono gli unici modi per poter irrigare i nostro giardino!
Infatti, è possibile annaffiare le piante anche attraverso acqua marina, seppur non al proprio stato naturale. Tale tipologia di irrigazione presenta forti rischi e quindi bisogna valutarne bene la possibilità.
Infatti, a differenza delle altre tipologie di acque che vengono utilizzate senza tenere conto dei fattori di rischio per la vegetazione, come la presenza di quantità di ferro e calcare che solitamente sono percentuali minime, in presenza di acqua salmastra bisogna fare molta attenzione e avviare un vero e proprio processo depurativo.
Prima di proseguire, specifichiamo cosa si intende per acqua salmastra, ossia l'acqua che presenta una salinità maggiore rispetto all'acqua dolce ma inferiore a quella marina. Non è presente solo in natura, ma potrebbe anche essere creata attraverso un processo di osmosi, che rende l'acqua dolce, salmastra appunto.
L'acqua salmastra, come è noto, è ricca di sali minerali che potrebbero portare a numerosi benefici per il corpo delle persone, ma adoperarla al suo stato naturale in agricoltura potrebbe creare grossi danni al raccolto o alla fioritura dei prati.
Il termine acqua salata, dunque, permette di individuare la presenza di una serie di sostanze disciolte come: calcio, fosforo, magnesio, potassio, ferro e una percentuale elevata di cloruro di sodio, ovvero il sale.
Ad esempio, uno dei rischi nell'utilizzo allo stato naturale di questa tipologia di acqua, potrebbe essere quello di bruciare il giardino, seccare le piante o ingiallirle, anche se, come vedremo, alcune specie vegetali sono adatte a ricevere l'acqua salmastra, traendone benefici.
Ad oggi, l'unico modo per poter utilizzare l'acqua salmastra per annaffiare le piante della maggior parte delle specie e dei giardini, è quella di desalinizzarla.
Il processo di desalinizzazione avviene attraverso l'osmosi dell'acqua, tramite un dispositivo di osmosi inversa, il FilmTec prodotto dalla Dupont, che elimina tutti i sali minerali rendendola dolce.
Il dispositivo, come si evince dalla foto, si presenta come un tubolare, al cui interno troviamo delle membrane osmotiche che hanno il compito di arginare il sale. Quest'ultimo, infatti, viene separato dall'acqua, rendendola completamente priva di sali minerali e quindi potabile.
Desalinizzatore Filmtec preso da sito Dupont
Questo non è l'unico metodo, ne esiste un altro per innaffiare piante, studiato e applicato dall'ingegnere Lesile, la cui idea di desalinizzazione avviene tramite le piante stesse. Infatti, ha creato un sistema interrato costituito da tubi speciali per l'irrigazione dei campi. Questi tubi sono chiusi su un lato dalla membrana osmotica e sono pieni di acqua salmastra.
Il suo funzionamento avviene attraverso l'installazione sotterranea di tubi all'interno di un campo seminato.
Durante le sue analisi, ha notato che le radici delle piante, avvolgendo i tubi, erano in grado di succhiare l'acqua che essi contenevano attraverso la membrana espellendone i sali minerali. In altre parole erano capaci di estrarre acqua dolce, lasciando i sali all'interno.
Rispondere a questa domanda potrebbe apparire semplice, ad esempio, in virtù di una desalinizzazione osmotica la risposta è che le piante non notano differenza rispetto all'acqua potabile. Questo perché i sali minerali vengono trattenuti dalle membrane o espulsi prima che arrivino alla pianta.
Il caso è diverso se l'irrigazione dovesse avvenire con acqua salata al suo stato naturale. Ciò comporterebbe gravi problemi, soprattutto per quella tipologia di piante che proprio non riescono a ricevere sali minerali.
Questo perché, l'irrigazione con acqua salmastra, dunque con una ricca presenza di sali minerali, potrebbe portare all'interruzione della fotosintesi, in quanto le foglie potrebbero generare una patina che ne interrompe le proprie funzioni vitali.
Tuttavia, a differenza di quanto si possa pensare, esistono piante che traggono benefici dall'acqua salmastra allo stato naturale, come vedremo di seguito.
In questa famiglia rientra tutta la vegetazione che cresce nei luoghi costieri e quindi, grazie ai sali minerali presenti riescono a rinvigorire le radici e le foglie.
Come anticipato in precedenza, esistono diverse piante che possiamo annaffiare con dell'acqua salmastra, ad esempio l'asparago di mare, l'artemisia, la barba di frate, lo statice e piante simili che crescono in luoghi costieri.
Infatti, in questi casi è possibile dare acqua salata a queste piante perché sono composte da rivestimenti cerosi sulle foglie, i quali bloccano e fanno scivolare via il sale. Dunque, prima che la pianta venga danneggiata per l'interruzione della fotosintesi, i sali vengono rilasciati all'esterno.
È chiaro che questa caratteristica non appartiene a tutte le tipologie di piante, ad esempio le rose potrebbero morire.
Quindi è bene fare attenzione alla tipologia di pianta che viene inserita in un giardino o in un vaso se si ha l'esigenza di innaffiare con acqua salmastra.
|
||