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In edifici in muratura, prima di procedere con un intervento di restauro delle facciate e valutare i mezzi piu' idonei ad eseguirlo, è necessario redigere un rilievo preciso e ordinato dello stato di fatto, che integra e approfondisce quello geometrico, comunemente condotto per definire la situazione ante operam di un manufatto.
Al semplice esame visivo, utile per farsi un'idea del lavoro che ci aspetta e determinare le risorse necessarie, si deve far seguire una mappatura fotografica delle superfici. Inquadrando di volta in volta piccole porzioni di muratura si arriva, alla fine, a comporre l'intera facciata con un lavoro vicino, per impegno, a un puzzle di grandi dimensioni, di difficoltà commisurata alla complessità del paramento da rilevare.
Questo strumento operativo è utile soprattutto quando il trattamento superficiale non è omogeneo ma vede la sovrapposizione e l'affiancamento di diversi materiali e sistemi di posa: pietra e laterizi, intonaco, altri tipi di rivestimento. Posizionare correttamente la macchina fotografica in modo che l'obiettivo sia parallelo alla parete diventa semplice se ci dotiamo di un cavalletto con livella e se abbiamo la possibilità di tracciare sul terreno antistante, a mo' di guida, una linea retta parallela alla facciata stessa.
Partendo da un angolo dell'edificio, ad esempio quello a sinistra, fotografiamo la prima porzione in più scatti e progressivamente scorriamo verso destra, avendo cura di sovrapporre leggermente le riprese per facilitare la fotocomposizione finale. Una volta terminato questo lavoro certosino avremo come risultato la riproduzione in scala della facciata, sulla quale sarà necessario individuare il perimetro delle aree che presentano tipi di paramento omogenei. Il tutto va gestito con software di fotoritocco e, se necessario, con programmi di fotoraddrizzamento che eliminano le deformazioni dovute alla prospettiva.
Ad ogni area omogenea di muratura va poi assegnato un codice che, preferibilmente, può essere del tipo: una sigla per indicare di quale facciata stiamo parlando (NE, ad esempio, per quella nord-est), un insieme di lettere che indichi il materiale prevalente (LAT per laterizi, INT per intonaco ecc.) e infine un numero progressivo.
Alla perimetrazione e codificazione segue poi la fase di analisi vera e propria, che prevede l'individuazione di alcune caratteristiche specifiche della muratura delle quali si dovrà avere particolare cura durante la redazione del progetto di restauro e risanamento.
Di seguito le elenco sommariamente a puro titolo esemplificativo.
1. Caratterizzazione tipologica. Il paramento viene descritto nella sua composizione (mattoni, pietra, misto ecc.), nell'apparecchiatura (ossia nella disposizione degli elementi, di testa, di taglio ecc.) e nelle dimensioni indicative di un modulo ricorrente (se esiste). Se possibile, inoltre, vanno fornite in questa sede indicazioni su tipo e misura della sezione della muratura;
2. Giunto. Vanno riportate le sue misure in verticale e orizzontale e devono esserne descritti aspetto (rifinito o meno) e consistenza (compatta o friabile); a seguito di semplice esame visivo può essere ipotizzata una composizione (calce e sabbia, pozzolana ecc.);
3. Analisi dei materiali. Ogni materiale individuato nella caratterizzazione tipologica deve essere definito nel colore e nelle dimensioni medie. Devono inoltre essere descritte eventuali lavorazioni superficiali (soprattutto nel caso delle pietre) che possono essere il segno lasciato da una particolare tradizione o epoca.
Anche se tutta questa massa di informazioni può sembrare sovrabbondante e di difficile gestione, diventa di immediata utilità operativa se riordinata in schede appositamente predisposte, che contengano anche fotografie e grafici esplicativi. A tali schede analitiche può in seguito essere correlata la corrispettiva scheda del degrado e, successivamente, quella di intervento.
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