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Quando si effettuano lavori di ristrutturazione in un appartamento, sempre più di frequente si ritrovano elementi strutturali e di rivestimento che presentano fibre di amianto, soprattutto se l'immobile è rimasto invariato dall'epoca di costruzione.
Per agevolare gli utenti che hanno questo problema e si apprestano a eseguire dei lavori nella propria casa, grazie alla Legge di Bilancio 2017, nel campo degli incentivi edilizi stanno per essere riconfermati entro fine anno gli strumenti di Ecobonus 65% riferito alla Riqualificazione energetica e il Bonus Ristrutturazioni 50%.
La scelta è stata fatta proprio per incentivare l'eliminazione e la bonifica di questo materiale potenzialmente pericoloso e nocivo per la salute dell'uomo.
In tal modo, la singola persona che ha intenzione di procedere con la pratica di bonifica dell'amianto non dovrà far fronte a spese esorbitanti.
Concretamente, l'importo della detrazione in caso di ristrutturazione che preveda la bonifica dell'amianto è pari al 50% delle spese sostenute, fino a un ammontare massimo di 96.000 euro.
Le fibre di amianto in edilizia le troviamo :
- in alcune tipologie di pavimenti;
- nei rivestimenti dei camini e nelle canne fumarie;
- nelle tubazioni e nei serbatoi idrici;
- in alcune tipologie di lastre di copertura;
- nelle guarnizioni delle stufe;
- in alcuni tipi di intonaci.
C'è da specificare, però, che la presenza in un edificio di materiali contenenti amianto non comporta di per sé un pericolo per la salute degli occupanti.
Difatti, se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso è estremamente improbabile che questo possa rilasciare fibre di amianto, che se inalate possono provocare seri problemi all'apparato respiratorio.
Prima di passare all'intervento di rimozione degli elementi in amianto, bisogna assicurarsi dell'integrità degli stessi: l'amianto diventa pericoloso quando si presenta con una matrice friabile, ovvero in uno stato in cui le fibre sono completamente libere o debolmente legate.
Il fibrocemento, meglio conosciuto come eternit è invece un'altra tipologia di amianto che si definisce a matrice compatta,
Parliamo del cemento-amianto, in questa forma meno pericoloso perché le fibre sono legate all'interno di un impasto realizzato con cemento, sia perché questo materiale, se integro, non rilascia le minuscole fibre volatili di amianto nell'ambiente, principale causa di gravi patologie respiratorie.
Le operazioni di bonifica dell'amianto non sono sempre facili da eseguire e in alcuni casi risultano veramente impossibili a causa di veri e propri impedimenti strutturali che non permettono agli operatori specializzati di intervenire in sicurezza.
Dopo aver individuato la presenza dell'amianto all'interno di un'immobile e la sua tipologia, questo dovrà essere opportunamente segnalato adottando le misure di sicurezza adeguate e informando gli occupanti dell'edificio sui rischi potenziali e i comportamenti da adottare.
Questo onere spetta al proprietario che dovrà mettere in atto queste misure preventive, per cautelarsi da eventuali denunce da parte di vicini o condomini.
Successivamente si potrà iniziare ad affrontare l'aspetto burocratico della questione. Una figura fondamentale è il responsabile del rischio amianto, ovvero colui che ha il compito di controllare lo stato manutentivo dell'amianto e di valutare l'eventuale tipo di bonifica che si vuole intraprendere.
Questo soggetto viene designato dal proprietario dell'immobile oppure dall'amministratore del condominio, dipende dalla zona dell'edificio in cui si trovano gli elementi di amianto da rimuovere.
Il responsabile del rischio amianto, inoltre, deve individuare la ditta qualificata e abilitata a eseguire i lavori di bonifica, assicurandosi che questa sia un'impresa iscritta all'Albo nazionale gestori ambientali, in categoria 10, e che abbia personale specificamente formato.
Questa ditta dovrà poi redigere un piano di lavoro da presentare all'ASL competente per territorio, almeno 30 giorni prima dell'inizio dei lavori.
Terminati i lavori, il materiale rimosso deve essere trasportato in un centro di stoccaggio o direttamente in discarica; questa operazione può essere fatta anche dalla stessa ditta che ha eseguito i lavori ma solo se iscritta all'Albo in categoria 5 e se abbia indicato nel piano di lavoro inviato all'ASL, anche il tragitto da compiere per lo smaltimento.
Concretamente, la bonifica dell'amianto si può eseguire in tre diversi modi :
- incapsulamento, ovvero la superficie in amianto lesionata o danneggiate dovrà essere trattata con una particolare vernice capace di ricostruire la superficie dell'elemento, impedendo dispersione di fibre nell'ambiente;
- confinamento, cioè la chiusura dell'elemento in amianto dietro murature;
- rimozione totale del materiale, laddove le condizioni strutturali dell'edificio o dell'appartamento lo permettono.
A tutte queste diverse tipologie d'intervendo sono legate anche una serie di autorizzazione edilizie. Nel caso di rimozione parziale, non è necessario alcun documento.
Per la rimozione del cemento-amianto e la costruzione di un'altra copertura coibentata si dovrà, invece, fare semplicemente una comunicazione di inizio lavori.
Alla fine dei lavori il proprietario dovrà, entro 90 giorni, ricevere una copia del Fir (formulario di identificazione rifiuti), che attesta il conferimento presso una discarica autorizzata.
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