Le regole costruttive e progettuali alla base dell'allineamento delle aperture in facciata hanno origini pratiche prima che di natura estetica e compositiva.
Aperture negli ambienti chiusi
La costruzione di spazi destinati alle attività umane, siano esse abitative o lavorative, non prescinde mai da un dato determinante ed incontrovertibile: tutti gli spazi destinati alla presenza umana (con l'eccezione degli ambienti sterili ad uso clinico, sanitario ed industriale) devono essere dotati di aperture adeguate alle dimensioni degli spazi stessi e che permettano un illuminamento e la giusta aerazione naturale.
La ragione è nota e comprensibile: luce naturale ed aerazione adeguata garantiscono un ambiente salubre ed adatto alla presenza umana, mentre spazi completamente chiusi, bui o illuminati artificialmente e privi di aerazione naturale, o comunque mal aerati, portano gli occupanti a sviluppare patologie sempre più invalidanti, da quelle delle vie respiratorie a quelle dell'apparato visivo e diverse altre.
Per questo motivo, nella progettazione o ristrutturazione degli ambienti destinati alla presenza attiva di esseri umani, i progettisti sono tenuti a garantire un minimo di superfici apribili destinate all'illuminazione ed all'aerazione naturale: secondo i regolamenti di igiene nell'edilizia di gran parte dei comuni italiani, questo valore, per superfici inferiori ai 100 mq, deve essere almeno pari ad 1/8 della superficie del locale di riferimento.
Aperture e allineamento in facciata
Il problema dell'aerazione e dell'illuminamento naturale, determinante, come dicevamo, ai fini dell'abitabilità dei locali, all'esterno degli edifici si trasforma in un problema di facciata, ossia di estetica e, nei casi più ricercati e progettualmente curati, di architettura.
Oltre alla dimensione delle aperture, l'aspetto esterno guida un progettista al loro corretto posizionamento, secondo una logica progettuale coerente con l'idea complessiva del fabbricato.
Nei paesi come l'Italia, che hanno un ricchissimo patrimonio storico-architettonico, la presenza di preesistenze costruite fa da guida ai nuovi progetti, obbligatoriamente nelle aree a ridosso dei centri storici consolidati, ma anche nelle realizzazioni più periferiche, in quest'ultimo caso non necessariamente con un obbligo regolamentato.
Una cosa, però che denota le facciate dei palazzi dei centri storici è ben chiara a tutti: l'allineamento delle aperture, siano esse finestre o balconi.
Quali sono, di fondo, le ragioni per tali allineamenti?
Negli edifici storici, quelli costruiti in muratura portante, in realtà la prima motivazione per l'allineamento delle facciate è di natura strutturale piuttosto che estetica: le murature sono più stabili se i fori che in esse si aprono sono regolari e possibilmente messi in fila verticale, perché tale regolarità garantisce maggior solidità a tutta l'apparecchiatura muraria.
Realizzare, invece, aperture in maniera irregolare e non allineata comporta una distribuzione dei carichi non lineare, con zone più sollecitate di altre.
Tale condizione obbligata, dal punto di vista costruttivo, è ovviamente stata utilizzata, dai progettisti e dai costruttori del passato, come un'opportunità per dare anche una regola estetica, che è diventata canone di bellezza di riferimento, unitamente alle decorazioni.
Da quando il CLS armato è diventato il sistema più diffuso per la costruzione degli edifici, tale obbligo di realizzare le aperture il più possibile uguali e allineate, in verticale ma anche in orizzontale, non sarebbe più necessario, perché alle murature perimetrali non è più affidato il compito strutturale ma solo un ruolo di involucro, ma, nonostante tutto, in genere in gran parte dell'edilizia corrente si continua a costruire dando una regola di allineamento alle aperture.
In questo caso, quali sono i motivi?
Ce ne sono di diversi. In primis, a meno che non si tratti di costruzioni di elevata qualità, destinate a fasce di clienti molto abbienti economicamente e che permettono investimenti cospicui alle imprese, il primo motivo per mantenere una regolarità costruttiva è il risparmio: aperture uguali permettono di impiegare ed ordinare telai ed infissi uguali, risparmiando sui quantitativi, ed anche di regolarizzare tempi e materiali per la realizzazione delle murature di contorno alle aperture.
Altro motivo è relativo ai gusti del costruttore, che, in quanto sovvenzionatore e primo committente dell'edificio, ha il diritto di scegliere anche l'estetica del manufatto, oppure a quelli del progettista, che, se autorizzato dal costruttore, può scegliere che tipo di approccio progettuale adottare. Infine, ma non meno importante, una adeguata analisi di mercato può indirizzare la scelta sulla regolarità estetica delle facciate di un edificio (che possono essere, naturalmente, arricchite con un sapiente uso di materiali) perché, in un determinato luogo o contesto abitato si nota la prevalenza di vendita di una determinata tipologia di costruzioni.