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Il fico strangolatore è una pianta davvero singolare, molto lontana dal comune fico delle nostre parti. Trattasi di un noto parassita, che sottrae luce e nutrimento ad altre piante.
È una pianta da fiore tra le più longeve, dato che la sua esistenza può superare i due secoli. La giungla indiana è il suo ambiente originario, così come anche quella dello Sri Lanka e del Bangladesh. Il suo nome scientifico è Ficus benghalensis ma è chiamato altresì con altri nomi, fra cui ficus gigante.
A parte le origini, comunque, esso prolifera da diverso tempo in ogni regione dal clima tropicale umido. A differenza degli altri parassiti, il fico strangolatore non succhia la linfa della pianta, ma si limita a crescere molto rapidamente, sottraendo dal terreno una buona parte di quello che sarebbe stato il nutrimento dell'altra pianta.
Quest'ultima dopo un certo tempo muore, ma le sue sorti non ricadono sul fico strangolatore, in quanto nel frattempo esso si sarà rinforzato e avrà messo su delle radici molto solide e anche molto estese.
Del resto, è tutta la sua struttura a essere imponente, arrivando a ricomprendere anche alcuni ettari per esemplare. È di fatto un albero gigante che inizia il suo ciclo vitale come epifita, che ha cioè bisogno del sostegno di un'altra pianta.
Un fico strangolatore che cresce attorno ad un tempio in Cambogia
È anche un albero sempreverde, con foglie verdi tutto l'anno, molto rigogliose.
La loro particolarità è quella di essere verdi superficialmente, mentre color ruggine al di sotto di ogni foglia. Essendo poi anche un fico, emette anche dei fichi come frutti. Fichi che comunque sono diversi da quelli che conosciamo, se non altro per le dimensioni ridotte, con 1 cm di lunghezza.
Per il resto l'essenza del frutto è molto simile ed è commestibile.
Il fico strangolatore proietta un'ombra davvero molto estesa nell'area che occupa, tanto che in molte regioni dell'Asia si organizzano mercati, feste, occasioni varie di socializzazione approfittando della grande zona d'ombra creata.
La stessa è stata diverse volte utilizzata, sempre in Asia, per erigere templi. Esattamente alla religione si ricollega un altro aspetto molto curioso del fico strangolatore.
A detta di diversi culti religiosi, tra cui quello indù e quello buddista, si tratta addirittura di un albero sacro.
Delle menzioni a parte, fra le curiosità, sono meritate sia dalle radici che dai semi.
Le prime si sviluppano dalla cima della pianta dalla quale si trarrà nutrimento, dopo che la specie singolare di fico abbia raggiunto la cima stessa.
La maestosità, vista dal basso, del ficus strangolatore
Tale conformazione è dovuta esattamente al nutrimento. Infatti, il fico strangolatore, una volta arrivato in cima, fa partire le sue radici verso il basso e fino al terreno, dove sottrae nutrimento. È la sua strategia per sopravvivere e proliferare.
I semi vengono trasportati dagli uccelli, i quali si nutrono dei suoi frutti.
Dopo averne mangiato, infatti, gettano i relativi semi anche mentre sono in volo. Laddove cadano in una folta penombra, non avranno modo di germogliare, mentre avranno sviluppo facile tra le fronde di alti alberi.
Si è già fatto accenno alla sua diffusione nelle regioni a clima umido-tropicale.
In realtà essa è andata anche oltre, tant'è vero che oggi possiamo trovarlo in diverse località dal clima mediterraneo, dove è stato altresì piantato.
I frutti del ficus strangolatore
Tra l'altro, laddove nella propria zona d'appartenenza si disponga di un clima sufficientemente caldo, si può anche coltivare in casa il fico strangolatore.
Già, avete capito bene, poiché ne esiste altresì una versione bonsai.
Quest'ultima si adatta molto bene anche alla potatura, quindi può essere curata in casa. Inoltre, sempre in casa starà al sicuro da eventuali intemperie.
È comunque importante, si vuole ribadire, che il clima di fondo della zona ne consenta la coltivazione.
Tornando al ficus gigante, esso si adatta molto anche al clima tipico mediterraneo, sebbene quello caldo-tropicale sia il clima d'origine.
Lo si può ammirare nella sua maestosità persino in alcune città italiane.
Non sempre il clima è pienamente compatibile, tanto è vero che, se da un lato nei luoghi d'origine l'esemplare supera i due secoli di vita, quelli piantati nelle città italiane non vanno oltre il secolo. Anche se c'è una città in cui il fico strangolatore riesce ad integrarsi meglio, ed è Palermo.
A Palermo è presente un orto botanico con i fichi strangolatori.
Essi, come in tutte le altre città dove si possono trovare, attirano molto i turisti.
Ma entriamo nel dettaglio dei fichi strangolatori tenuti nella città italiana maggiormente compatibile per clima.
Uno dei fichi strangolatori di Palermo (fonte: commons.wikimedia.org)
Uno degli esemplari in questione è infatti già arrivato a 150 anni d'età, e si pensa che possa raggiungere l'età naturale tipica delle località esotiche.
Presenta un'altezza di ben 25 metri e 21 m di circonferenza.
Non meno degna di nota è la sua chioma, con i suoi 50 m di circonferenza.
Essa inoltre occupa una superficie totale di 1.200 m2 (e parliamo sempre della chioma). Si tratta del resto dell'esemplare più maestoso in tutta Italia.
Sebbene sia chiara a questo punto la sua natura di parassita, ci sarà sicuramente curiosità sul motivo specifico che ha condotto a tale denominazione.
Il motivo è riconducibile alla forma.
Un ficus magnolioides che cresce sul tronco di un altro albero
Essa è contraddistinta per buona parte da radici aeree, che vanno verso l'alto, e che alla fine avvolgono il tronco della pianta sulla quale basa la sua crescita.
Un effetto avvolgente che appare proprio come strangolatore.
La sua nomenclatura in origine era un'altra, chiamandosi Ficus nervosa. Successivamente però, venne osservata dai botanici la sua crescita abnorme.
Qui la storia si intreccia nuovamente con l'Orto botanico di Palermo.
Lo studioso Antonio Borzì, nominato direttore dell'Orto Botanico palermitano ai primi del '900, nell'ambito dei suoi studi pensò di attribuire alla specie vegetale il nome di Ficus magnolioides, o Ficus magnolia. Ciò per via della somiglianza notata fra il suo fogliame e quello della magnolia grandiflora.
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