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Evoluzione degli incentivi sulle Energie Rinnovabili

Le nuove proposte del Governo per rimodulare il sistema degli incentivi alle energie rinnovabili sotto osservazione di imprese ed associazioni di categoria.
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Uno degli argomenti che maggiormente stanno suscitando attenzione, negli ultimi mesi, da parte dell'opinione pubblica riguarda il sistema degli incentivi alla produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili, tema decisamente caldo dell'agenda politica del Governo in carica perché tocca elementi sensibili del nostro sistema economico e, al tempo stesso, è capitato in un momento storico particolarmente delicato.

Energie RinnovabiliInfatti, se l'argomento sarebbe già stato di per se fonte di contestazioni, controproposte, comunicati stampa e quant'altro da parte dei cittadini, degli operatori economici interessati e dei fautori del passaggio sempre più marcato verso fonti energetiche pulite, dall'altro il recentissimo incidente accaduto alla centrale nucleare di Fukushima - causato, ricordiamolo, da quello che sembra essere il più potente terremoto mai registrato da quando esistono strumentazioni scientifiche di rilevazione – ha riacceso polemiche e preoccupazioni in chi vede nell'energia nucleare esclusivamente un pericolo e chiede che il Governo agisca di conseguenza nelle sue politiche energetiche.

Partendo dal concetto, piaccia o meno, che la gran parte delle scelte di natura politico-economica sono guidate da valutazioni sui costi ed i benefici, economici e non, e devono tendere ad un bilanciamento di questi aspetti in un mondo in cui nessuno è depositario della verità assoluta in materia e nel corso di una crisi economica globale mai vista prima che ha ridotto le risorse monetarie di tutti i paesi del mondo occidentale e non, agli inizi del mese di Marzo è stato dato alla luce il Dlgs 03/03/2011, che recepisce la direttiva UE 2009/28 relativa alla promozione delle energie rinnovabili, decreto che intende riorganizzare il sistema degli incentivi statali al settore in oggetto.

L'intento di fondo, sembrerebbe, è quello di sgravare la collettività da un sistema i cui costi vengono sostanzialmente caricati su tutti, attraverso quote prelevate sulle bollette, perché sembra che il numero di richieste di accesso agli incentivi suddetti negli ultimi tempi sarebbe aumentato ben oltre le previsioni e le stime finora sviluppate, finendo per mettere in crisi il sistema stesso delle incentivazioni e creando, secondo gli esperti del governo, una situazione alla lunga non sostenibile, generata anche da evidenti situazioni speculative messe in atto da alcuni operatori economici e delle Borse.

FotovoltaicoLa spina dorsale del Decreto emanato, secondo quanto dichiarato dal Ministero Ambiente e Sviluppo economico, è rappresentato dalla definizione di un nuovo sistema di incentivi, applicato agli impianti da fonti rinnovabili che entreranno in esercizio dal 1° gennaio 2013, strutturato valutando in maniera diversificata gli impianti di taglia minore e maggiore, in maniera tale da stimolare i più grandi a soluzioni più efficienti, e, al contempo, dare certezza ai piccoli investitori.

Il Decreto, inoltre, prevede un sistema di garanzia degli investimenti già effettuati garantendo che il ritiro dei certificati verdi sarà esteso fino al 2016, con un prezzo di ritiro degli stessi fissato al 78% di quello massimo di riferimento. Inoltre, nello specifico tema del Fotovoltaico, il Ministero dichiara che nei prossimi mesi sarà emanato uno specifico Decreto che, con decorrenza dal 1 Giugno prossimo, rimodulerà gli incentivi esistenti secondo una rivalutazione dei parametri, delle quote e dei criteri finora adoperati.

Scongiurata, a quanto dichiarano i responsabili del Ministero, la paventata sospensione degli incentivi al raggiungimento del tetto degli 8mila Mw installati, ipotesi che aveva giustamente messo in allarme tutti gli operatori economici del settore, anche se tuttora sono in corso discussioni in merito a quali siano le soluzioni migliori per mantenere vivo ed in salute il mercato e garantire i livelli occupazionali raggiunti senza gravare sull'economia del paese ma generando economia a sua volta.

lavoratori del comporto delle energie rinnovabiliDecise e forti le proteste delle associazioni di categoria che riuniscono le aziende del comparto – tra queste Assosolare, Aper, Gifi, Asso Energie Future – che hanno esposto le proprie perplessità e preoccupazioni sulle conseguenze d una ristrutturazione troppo restrittiva del settore, che potrebbe avere ripercussioni pesantissime anche sugli investimenti già in atto provocandone lo stop anticipato con conseguente ricaduta economica sui lavoratori coinvolti, in particolare quelli delle imprese più piccole.

Da un altro punto di vista, quello del rispetto del Territorio e dell'Ambiente attraverso politiche di sviluppo sostenibile e che incentivino i comportamenti e le scelte responsabili, si sono mosse anche le critiche del Consiglio Nazionale Degli Architetti, che in un comunicato stampa ha invitato con fermezza il Governo a valutare con attenzione ogni scelta affinchè il risultato dei decreti emanati sia di non danneggiare l'unico settore economico che, in controtendenza rispetto alla grave crisi generalizzata, ha sostenuto negli ultimi tempi il comparto delle costruzioni, veicolando anche il messaggio che si può costruire, o ristrutturare, avendo a cuore il rispetto dell'Ambiente e la ecosostenibilità come obiettivo e risultato al tempo stesso.

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