|
Nell'era della ricerca della perfezione audio e video, mentre le sale cinematografiche pullulano di proiezioni in 3D e molte famiglie stanziano, anche in un periodo di ristrettezze economiche, preziose risorse all'acquisto di avanzati sistemi di riproduzione multimediale, c'è qualcuno che non dimentica il passato. Anzi.
Forte di un'immagine così riconoscibile come quella ruvida, materica e total black del disco in vinile, la plasma a suo favore e ne fa il simbolo di una corrente di riciclo e riuso che non ha niente da invidiare alla filiera industriale del prodotto senza imperfezioni che però, in quanto a storia, si trova a poter dire poco o niente.
A 45 o 33 giri, ciascuno ne ha in casa una pila più o meno alta e, ci scommetto, a volte si trova a spolverarla prendendo di volta in volta in mano qualche successo musicale del passato e lasciandosi andare a piacevoli ricordi. C'è invece qualcun altro, più operativo e disincantato, che usa i dischi come materia prima di una produzione interessante e originale, giovane e fresca.
Qualcuno come Pavel Sidorenko, designer estone classe 1980, autore di una folta collezione di Wall Clocks (orologi da muro) dall'evocativo nome di Re_Vinyl.
Ogni pezzo è, ovviamente, unico e racconta, attraverso il sapiente intaglio di forme di oggetti comuni, di animali, di skyline metropolitani o di affascinanti motivi ornamentali retrò, una nuova storia in cui il tempo riprende a scorrere, quasi sfidando l'attimo fissato nell'unica nota di colore della composizione: l'etichetta centrale.
Regalarsi o regalare uno di questi orologi è semplice come andare sul sito del designer, scegliere uno dei modelli disponibili e selezionare il paese di spedizione; per ognuno è specificato un costo comprensivo di spese di spedizione.
Il pagamento avviene con Paypal ma non prima di una minima possibilità di personalizzazione: la scelta delle lancette tra una linea minimal e una vintage.
C'è poi un sito inglese, VLING by Alarm Industries, che commercializza solo prodotti nati dal riciclo di vecchi vinili.
Si va dalla bigiotteria, ai gadget, alle custodie per l'iPhone e, anche qui, agli orologi da parete.
Si finisce poi con specchi quadrati e circolari di grande rigore formale che oppongono la lucida irregolarità del supporto alla superficie liscia e perfetta dello specchio vero e proprio.
Lo stesso concept di VLING anima le creazioni di Vinylux, azienda / laboratorio artigianale con sede a Philadelphia.
Le Record Bowls, flagship product, sono divertenti ciotole ricavate ognuna da un singolo LP e modellate a caldo fino a ottenere la forma desiderata: stepped (a gradini) o smooth (liscia).
L'uso alimentare è possibile grazie al rivestimento della superficie originale con una pellicola trasparente ad hoc, anche se, considerata la delicatezza del supporto, non è consigliabile la combinazione con microonde e lavastoviglie.
Divertente, inoltre, la possibilità di scegliere tra i diversi generi musicali, che rimangono in evidenza sul fondo del contenitore grazie all'etichetta originale del disco: rock, soul, jazz e chi più ne ha più ne metta.
E mentre sbirciamo il catalogo di Vladimir Archipov dedicato al Design del Popolo. 220 invenzioni della Russia post – sovietica, non possiamo che ammirare, con infantile stupore, un geniale sottovaso con tanto di fori per la fuoriuscita dell'acqua in eccesso, nato dalla semplice modellazione di un vinile rovinato e usurato dal tempo.
Questa, come tante altre, è solo una delle creative proposte di riciclo e riuso di vecchi oggetti e materiali, fotografate e descritte nel libro, edito da ISBN.
Se invece della scabra superficie del disco apprezziamo soprattutto l'imperfezione del suono che da esso può essere originata, la rivisitazione che fa per noi è senz'altro il cono / amplificatore per l'iPhone ideato dall'eclettico e irriverente Paul Cocksedge.
Il designer, forte del suo prototipo, non ne propone una commercializzazione mediata dai soliti mezzi (vendita al dettaglio, acquisto online) ma si fa avanti con un'idea originale e divertente: si offre, infatti, di modellare vecchi vinili che gli saranno consegnati a mano direttamente dal committente, in particolare nel corso del London Design Festival.
In questo modo si ottiene un risultato particolarmente interessante e apprezzabile: l'abbattimento del consueto muro (a volte divario) tra utente e artigiano / creatore, personalizzando la richiesta e adattandola perfettamente alla specifica e circoscritta esigenza.
In più, fattore da rimarcare, si ottiene un dispositivo utile e funzionale che lega indissolubilmente vecchia e nuova tecnologia e affina e amplifica il suono grazie a vecchi trucchi del mestiere.
Dimentichiamo infine la funzione e lasciamoci coinvolgere da qualcosa che è arte pura senza compromessi: Sound Wave di Jean Shin.
L'artista coreana formatasi a Washington modella un'onda compattando e assemblando dischi di varie dimensioni, plasmandoli all'occorrenza e trasponendo in una scultura dinamica e coinvolgente l'immagine stessa della musica.
|
||